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Partito Democratico avanti piano
15 gennaio 2008

Tra date annunciate e poi smentite, tra rinvii e false partenze entro il 20 gennaio, anche a Molfetta, vi sarà l'elezione del coordinamento cittadino del Partito Democratico. Giustificando i disagi organizzativi iniziali, che pur sempre un nuovo partito deve affrontare, si è constatato che, negli ultimi tempi, quella carica innovativa che il 14 ottobre scorso, con le primarie, aveva dato vita al nuovo partito è andata via via scemando. A determinare questa degenerazione, sicuramente, il modo di agire poco unitario del partito, sia a livello nazionale che regionale: basti pensare alle continue scazzottate tra Massimo D'Alema e Walter Veltroni sulla proposta di riforma della legge elettorale, che ormai ha toccato tutti i Paesi europei (doppio turno alla francese, con una piccola porzione alla tedesca, un pizzico di spagnolo e il minestrone all'italiana è pronto); fino ad arrivare alle vicende di casa nostra, dove dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno di qualche giorno fa, il nostro assessore regionale Guglielmo Minervini, a cui hanno fatto eco i parlamentari Gero Grassi e Michele Bordo, accusavano il segretario del PD regionale, Michele Emiliano, di derive leaderistiche che avrebbero creato un vuoto organizzativo e politico all'interno del PD pugliese, che ancora oggi è una delle ultime regioni a non aver costituito il gruppo unico nel Consiglio regionale. Intanto, il coordinamento provvisorio provinciale, presieduto da Dario Ginefra, ha rese note le regole per l'elezione dei coordinamenti cittadini e provinciali, che molto probabilmente non renderanno contenti tutti. Entro il 20 gennaio saranno convocate le assemblee cittadine: nei primi 60 minuti della stessa tutti gli interessati (anche coloro che non hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre) che avranno ritirato il “certificato di fondatore del PD” (le modalità saranno rese note), potranno candidarsi al ruolo di delegato nel coordinamento cittadino e provinciale; nella stessa giornata si procederà all'elezione dei delegati. Nel coordinamento cittadino è previsto 1 delegato per ogni 200 votanti alle primarie del 14 ottobre, invece, in quello provinciale, 1 delegato ogni 400 votanti; per cui considerando i circa 2.100 votanti delle precedenti primarie, la sezione del PD di Molfetta dovrà eleggere 10-12 delegati al coordinamento cittadino e 6 a quello provinciale. A questi si aggiungono i membri di diritto: gli eletti alle assemblee costituenti nazionale e regionale (Guglielmo Minervini, Annalisa Altomare, Piero de Nicolo, Enza Spadavecchia), ed il capogruppo nel Consiglio comunale (Mino Salvemini). In merito ai delegati alle assemblee costituenti, vi sono delle contraddizioni, in quanto si era detto, durante la fase di costituzione delle liste bloccate votate con le primarie del 14 ottobre scorso, che gli eletti avrebbero avuto solo un ruolo transitorio nelle fasi costituenti del partito, invece, in questo modo entrerebbero di diritto in tutti gli organi direttivi del partito (senza essere nuovamente votati), contribuendo in maniera forte nella determinazione degli equilibri interni e nella elezione del segretario cittadino. Ricordiamo che l'elezione di quest'ultimo avverrà in un secondo momento (entro il 17 febbraio) e sarà individuato dallo stesso coordinamento cittadino, al suo interno. Potranno partecipare alla elezione dei delegati al coordinamento cittadino e provinciale solo i votanti delle primarie del 14 ottobre, che dovranno esprimere obbligatoriamente 2 preferenze (1 per un uomo ed 1 per una donna), in modo da rispettare il criterio che attribuisce il 50% dei seggi a ciascun sesso. L'auspicio di molti è che si rispetti il criterio della parità dei sessi in tutti i futuri organi del partito, evitando facili allargamenti e restrizioni, che studiati per la salvaguardia di equilibri interni, compromettano il rispetto di questo innovativo principio promosso dal nuovo partito. Sicuramente, il primo punto nell'agenda del futuro segretario cittadino del PD sarà la necessità di ritrovare compattezza all'interno dell'Unione; operazione alquanto complicata, considerando l'ambiguità dell'Udeur (che ormai è un'altra opposizione all'interno dell'opposizione consiliare) e un gruppo socialista capeggiato da Tommaso Minervini (sindaco nella precedente amministrazione di centrodestra), responsabile in negativo di molti provvedimenti oggi contestati dall'opposizione di centrosinistra. Nel frattempo, prosegue a ritmo serrato l'attività del coordinamento provvisorio, presieduto dal suo portavoce Avv. Giovanni Abbattista (sempre più lanciato verso la segreteria del Partito democratico) che dopo aver gestito brillantemente la predisposizione della nuova sede, in soli due mesi di attività ha prodotto più comunicati stampa dell'ultimo segretario della Margherita, il consigliere provinciale Mimmo Cives. A proposito di comunicati stampa, negli ultimi tempi, la politica cittadina, sia di destra che di sinistra, si fa solo con questi strumenti; basti pensare alle liti a suon di comunicati stampa avvenute in AN, alle prese di posizione sulla gestione dell'ASM da parte del suo presidente, fino al botta e risposta tra Giovanni Abbattista e Pasquale Mancini (vice segretario di FI) sui botti di Capodanno. Questi metodi abbastanza unilaterali di sollevare problemi e fare proposte, sembrerebbero poco costruttivi, a differenza di luoghi più pubblici che coinvolgerebbero più menti pensanti, come potrebbe essere il Consiglio comunale, luogo adeguato per un confronto efficace tra maggioranza e opposizione, purtroppo oggi ridotto ad un ritrovo periodico di vecchi amici. Inoltre, bisognerebbe ricordare ai sottoscrittori dei comunicati stampa, che così come desiderano rendere pubbliche le loro opinioni, allo stesso modo dovrebbero accettare pubblici commenti e giudizi. Riprendendo l'ultimo comunicato stampa del portavoce del PD, in riferimento ad una città fuori controllo durante i festeggiamenti natalizi (peraltro documentata anche da tanti cittadini), non possiamo far altro che constatare, senza alcuna preferenza partitica, come anche la politica si sia accorta (come ampiamente documentato da noi di Quindici con l'inchiesta sulle periferie), che ci sono pezzi di città dove l'anarchia è la regola, dove i vigili urbani sono derisi e la legge continuamente infranta da venditori ambulanti che sbucano come funghi, senza il rispetto delle minime regole igienico-sanitarie. Sono piccoli episodi, probabilmente per i forti botti di Capodanno la colpa è ancora del povero ministro della Giustizia Clemente Mastella (qualcuno avrà avuto modo di festeggiare per l'indulto), ma ci auguriamo che non vi siano ulteriori e preoccupanti degenerazioni.
Autore: Roberto Spadavecchia
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