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PARLANO I GIOVANI
15 ottobre 2009

Danni agli alunni per il precariato scolastico Il precariato in ambito scolastico è un problema quanto mai attuale, soprattutto a seguito delle nuove riforme che non hanno fatto altro che tagliare i fondi, e quindi conseguentemente ridurre il numero di ore. Non bisogna però credere che questo problema non colpisca, anche se con disagi minori, l’universo giovanile. Ci racconta infatti M.: “La mia classe si è trovata in netto svantaggio rispetto a quelle degli altri corsi in matematica a causa del continuo avvicendarsi di supplenti, che non ci dava la possibilità di adeguarci a un metodo stabile”. Ancora peggiore è stata la situazione di G. e la sua classe: “Durante il nostro ultimo anno alle superiori la nostra classe è rimasta per mesi senza l’insegnante di inglese e solo alla fi ne del quadrimestre è stato chiamato un supplente, che ci ha portato agli esami, ovviamente poco preparati, con giudizi sommari, dati, per mancanza di tempo, con un’unica interrogazione ciascuno ”. D’altronde anche un professore ci dà conferma del fatto che spesso i presidi sono portati a rimandare il più possibile l’assunzione di un supplente fi sso a causa della scarsità di fondi. Infatti si preferisce pagare ore supplementari ai professori che sono già nella scuola, perché, assumerne di nuovi, comporterebbe il pagamento di alcune indennità non legate al numero di ore svolte.Un’ulteriore preoccupazione relativa al problema del precariato,sorge, per gli studenti delle secondarie superiori, nella scelta della facoltà universitaria a cui iscriversi. Secondo F.: “Iscriversi alla Facoltà di Lettere, che è quella che più di tutte mi interessa, è come condannarsi al precariato, soprattutto se vuoi lavorare come professore. Tuttavia intraprendere un’altra facoltà, che potrà anche non interessarmi, non mi da la certezza di un lavoro sicuro, visto che le leggi attuali non danno nessuna garanzia di stabilità”. Molti ragazzi inoltre sentono gli effetti di questa situazione proprio perché spesso è uno dei genitori, o in alcuni casi entrambi, a vivere il precariato in prima persona. Ci riferisce A.: “Mia madre è spesso assente da casa, anche per lunghi periodi, dato che le vengono assegnate supplenze anche in località abbastanza lontane. La mia famiglia ne risente molto, non solo per le ristrettezze economiche, ma anche per la sua lontananza, e io stessa mi sento scoraggiata riguardo al mio futuro, dato che vivo indirettamente l’esperienza di mia madre, che a 45 anni non ha ancora un posto fi sso”.

Autore: Giulia Maggio Ornella Messina
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