Il sorriso è lo stesso e la nuova Molfetta, (su questo ci mette le mani sul fuoco) pian piano sta venendo fuori malgrado tutte le difficoltà del passato. Ammette l’esistenza di qualche problema nella maggioranza (“adesso però è alle spalle”), che l’assessore Rosalba Gadaleta è stata messa in discussione (“da chi non è riuscito a capire la nostra politica sull’urbanistica”) ma è assolutamente intoccabile e rivendica i primi successi dell’amministrazione: dalla movida notturna che ha rianimato il centro cittadino, alla Ztl, passando per la riqualificazione del Duomo, il rinnovamento della macchina amministrativa e la lotta senza quartiere all’abusivismo. Dice di voler riprendere un contatto diretto con i cittadini e annuncia per domenica 23 un comizio in Piazza Municipio in cui parlerà alla città e un camp per il 29 all’Eremo aperto a sindaci (forse sarà presente anche il neo sindaco di Bari Antonio Decaro), partiti e movimenti, cittadini semplici. Paola Natalicchio parla con la redazione di Quindici, con la consueta energia e con quella parlantina sciolta che abbiamo imparato ad ascoltare, di questi suoi primi 365 giorni trascorsi da sindaco. Risponde alle critiche, denuncia il malgoverno degli anni azzolliniani e racconta a noi di Quindici le prossime mosse della sua amministrazione. Poi ci mostra sorridente due vistose occhiaie spuntate sotto il caschetto nero, risultato delle troppe ore di sonno accumulate e di una devozione per la città che a dispetto di alcune polemiche strumentali è totale e a tempo pieno: «stamattina mi sono alzata alle sei per incontrare Antonello Zaza e pianificare nel miglior modo possibile la pulizia delle spiagge. Non sarei dovuta andare a letto alle tre ma avevo promesso ai bambini della Don Cosmo Azzollini di rispondere personalmente a tutte e trentadue le loro letterine. Come avrei potuto non farlo?». Sindaco, partiamo dalle critiche: un anno dopo molti si chiedono quale sia l’effettiva discontinuità dell’amministrazione Natalicchio rispetto al passato... «La discontinuità innanzitutto è stata segnata dalle cose semplici. Un anno fa davanti al Duomo e Piazza Municipio avevamo dei parcheggi a cielo aperto, mentre oggi abbiamo la prima Ztl organica della città di Molfetta che a breve sarà anche video sorvegliata. Dietro al Duomo abbiamo istituito una splendida passeggiata turistica e al netto delle rivendicazioni del centrodestra va ricordato che il cantiere è stato aperto da noi e i lavori sono iniziati e terminati sotto la nostra amministrazione. Lì un anno fa c’era un grande parcheggio, non dimentichiamolo. Abbiamo tradotto un pezzo di carta in una splendida cartolina della città. Piazza Municipio pulsa e vive grazie anche un imprenditoria locale giovane e capace che vuole investire. E poi c’è il salvagente (la zona antistante il mercato ittico, ndr) che era una kasba di giostrine che non pagavano neanche l’occupazione del suolo pubblico». Qual’è la situazione di quell’area adesso? «Abbiamo convinto i giostrai con serenità e senza nessuna particolare pressione ad allocare le giostrine altrove. Ora l’area verrà riqualificata: ci è stato riconosciuto dalla Regione Puglia un finanziamento per 160.000 euro, appartenenti a fondi europei e sarà un’opera targata amministrazione Natalicchio, firmata dall’amministrazione Natalicchio e con progettisti scelti dall’amministrazione Natalicchio. Sarà installato uno spazio giochi per bambini gratuito, ci saranno delle piantumazioni, probabilmente lecci. Un primo progetto definitivo è stato approvato in giunta e adesso siamo nella fase della progettazione esecutiva e posso dire con certezza che entro settembre 2015 il cantiere verrà chiuso». E queste sono alcune delle cose concrete che si possono vedere dopo il primo anno di amministrazione ma sul fronte abusivismo, ad esempio, forse sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più. Non crede? «E’ una mitologia che noi stiamo girando la testa dall’altra parte. Per la prima volta sono partiti numerosi blitz e azioni forza verso piazza minuto Pesce dove c’era un’azione ipocrita e pericolosa tra i concessionari e gli abusivi. Ebbene qui sono arrivati i caschi verdi della Finanza e numerose azioni congiunte. Adesso in quell’area non c’è più quell’odioso pullulare di abusivi». Ma più avanti sulla banchina ci sono ancora numerose bancarelle di ambulanti... «Nell’area del mercato c’è un vero e proprio suq. Siamo intervenuti con decisione e con ben due azioni mirate. La seconda è stata molto contestata. Si è addirittura parlato di un’azione di forza, di un’azione violenta con la Cgil che ha denunciato presunte violenze subite dai commercianti che ricordiamolo bene hanno premessi in un’altra zona, quella dell’ex mattatoio. Ed è un permesso che noi cercheremo di far valere e come detto, questo in parte è già avvenuto. Stiamo lavorando in concerto con la Capitaneria per recuperare l’area, favorire la viabilità e recuperare qualche parcheggio. Queste sono azioni discontinue». Ma se gli abusivi occupano spazi che chiaramente non possono occupare perché non vengono multati? «Le azioni di verifica e controllo del gruppo annonario sono quotidiane e le sanzioni fatte per la prima volta, da questa amministrazione sono costanti, insistendo in un’azione a schiena dritta anche nei confronti di gruppi di sottopotere para delinquenziale, se non puramente delinquenziale, che in questa città per troppo tempo hanno comandato come a costituire una sorta di sottogoverno, per numerosi anni nel più assordante dei silenzi». Polemiche ci sono anche sul fronte dell’assistenzialismo. Il centrodestra parla di tagli e irregolarità... «E’ stato Beniamino Finocchiaro ha istituire questo tipo di assistenzialismo formato dal contributo sociale continuativo che negli anni azzollliniani era diventato un assistenzialismo para clientelare, a pioggia con cifre che gravavano sul bilancio in un modo impegnativo con scarsissimi controlli verso chi riceveva questo contributo e con la possibilità che nel medesimo nucleo famigliare entrassero una pensione, un contributo sociale di 700, 800 a volte anche 900 euro al mese e magari l’altro membro della famiglia arruolato al servizio civile e avevamo famiglie che erano interamente foraggiate dal Comune di Molfetta. Il servizio sociale non riusciva più a gestire questa situazione. Noi invece abbiamo rimesso ordine nel settore». In che modo? «Abbiamo schedato per la prima volta tutti gli operatori del servizio civico di cui non esisteva una lista, non esistevano fotografie, non esistevano i nomi. Ora gli abbiamo ridistribuiti sul territorio, ridimensionato i compensi in alcuni casi troppo alti per una forma di volontariato a rimborso e imposto la regola che chi fa il servizio civico non può avere nel suo nucleo familiare un altro compenso sociale». Può sembrare strano che sia proprio un sindaco di sinistra a muoversi in questo modo... «La sinistra deve avere un prerequisito, particolarmente significativo nell’anno in cui ricordiamo Enrico Berlinguer e che la destra cittadina non ha neanche minimamente preso in considerazione: è la questione morale e la questione dell’equità e dell’eguaglianza. Deve esistere un’eguaglianza per le condizioni di partenza e anche un’altra per le politiche assistenziali. Prima c’era l’arbitrarietà di scelte senza criteri di una qualche oggettibilità. La stagione del reddito minimo garantito all’amatriciana senza regole e controlli, è finita. Noi ci muoviamo su un altro versante: questa estate ad esempio impiegheremo persone bisognose di aiuto per la pulizia delle spiagge. Ora stiamo ristabilendo un quadro dove ci sono criteri certi, regole certe. Probabilmente questo è un discorso molto difficile perché un grosso pezzo della città si era accomodato sulla poltrona del favore e dell’arbitrarietà ». Oltre alla Ztl, il Water front, nuova etica e lotta all’abusivismo, quali sono le cose realizzate in questo primo anno e di cui va particolarmente orgogliosa? «Lo streaming dei consigli comunali che ha acceso in quei luoghi i riflettori dell’opinione pubblica e l’attivazione della Linea 5 che collega la città alla nostra zona industriale. E’ l’unica in attivo di tutta la MTM e ha dato un contributo anche ai privati che hanno tolto le loro navette e penso all’Exprivia. E fra pochi giorni partirà una linea estiva che collegherà l’outlet e Miragica al centro cittadino. E tutto ciò con mezzi vecchissimi e senza risorse ma solo con una semplice riorganizzazione del servizio. Poi c’è la raccolta differenziata che è arrivata fino all’ultimo portone di via Unità d’Italia e Madonna dei Martiri. Prima si fermava a via Berlinguer e non toccava comparti 1 e 9. In una periferia abbandonata in passato a se stessa, abbiamo portato le luci dell’estate molfettese». Non si può ignorare tuttavia, che il mondo della rete con i social network in testa (Facebook su tutti) sia diventato una cassa di risonanza delle lamentele dei cittadini. Molti denunciano sporcizia diffusa, strade impercorribili, mancanza di trasparenza nel gestire la città e quant’altro. Cosa ne pensa? «E’ chiaro che siamo di fronte a un dissenso organizzato ed è evidente che non sempre siamo bravi a difenderci da questa manovra che fa leva su una percezione negativa dell’amministrazione costruita ad arte. Un’amministrazione, torno a ripetere che ha realizzato già tanti punti del suo programma: lo streaming, l’innovazione della macchina amministrativa che porterà dal 30 giugno le determine online. E quindi: faccio una proposta provocatoria e ufficiale dalle colonne del vostro giornale: Antonio Azzollini vieni su Facebook! Gli chiedo di aprire una pagina facebook come ho fatto io, di pubblicare la sua busta paga di senatore così la città può commentare e esprimere una sua opinione anche sull’operato del presidente della commissione Bilancio del Senato». Quella di stare su facebook come sindaco è stata comunque una sua decisione... «Certamente sì e mi onoro di essere il primo sindaco nella storia di questa città ad avere una pagina personale sul social network dove in modo chiaro e trasparente senza mettere filtri e controfitri mi relaziono con i cittadini cercando di rispondere a tutti. E c’è da chiedersi invece dov’erano tutti questi moralizzatori della rete e tutta la stampa online, che non fa altro che criticare l’amministrazione, il 30 ottobre del 2012 quando sono uscite 150 delibere di giunta con le quali la giunta Azzollini ha fatto un colpo di mano assegnando il parco delle Aloe a un privato e sbloccando comparti in zona cesarini? Ora invece si calcolano tutti gli euro che spendiamo». A questo proposito sono sorte polemiche sulla nomina di Federico Ancona come consulente dell’estate molfettese. L’opposizione denuncia clientelismo e mancanza di trasparenza. «E’ incredibile che gente che ha lasciato la macchina amministrativa come sappiamo averla lasciata e un periodo buio veramente fatto di clientelismo e favori ci venga a fare la morale per 1.000 euro lordi al mese per cinque mesi, dati a un professionista serio, capace sempre disponibile che si metterà a lavoro per l’estate di tutti i cittadini. Il lavoro va pagato e noi quasi ci vergogniamo di poter offrire una cifra così modesta per un lavoro così impegnativo». Parliamo dei comparti. Ci dica qualcosa a partire da quello n. 17 (vicino al cimitero). «La fabbrica delle legende dice che il sindaco non parla con i costruttori e che l’assessore Gadaleta vuole a tutti i costi bloccare il comparto. Insomma la solita caricatura della sinistra che vuole tenere bloccate le gru. In realtà nei primi di luglio i privati presenteranno un piano particolareggiato al Comune su una lavagna luminosa sotto gli occhi di tutti, sotto la nostra supervisione, lo approveremo ed entro il 2014 sbloccheremo il comparto 17. Questi sono i fatti. E stiamo svolgendo questo lavoro di incontro e ascolto per impedire come successo in passato che si vengano a creare quartieri senza l’asfalto per terra, senza luci, senza parchi ma all’interno di un quartiere vivibile». Respinge dunque l’accusa più comune del centrodestra: quella di aver bloccato la città? «Facciamo parlare i numeri: abbiamo lasciato 17 permessi a costruire di cui 8 non sono stati ritirati. Permessi a costruire per case di campagna: 10 permessi concessi e ben 5 non sono stati ritirati. Permessi a costruire per ampliamento: 13 concessi, 7 non ritirati. Quindi abbiamo dato permessi a costruire in esubero rispetto a quelli che sono stati ritirati dai costruttori. Altro che bloccare. Al massimo stiamo pianificando. Non dimentichiamo poi che abbiamo recuperato l’anno scorso di urbanizzazioni non versate 1,2 milioni di euro. L’urbanistica in questa città non è esistita negli ultimi anni. Si trattava solo di edilizia espansionistica. Oggi c’è urbanistica pianificata». Affrontiamo una questione complessa: il comparto 18 (al di là della ferrovia). «E’ fermo dal 2004 e non certo per una responsabilità di Rosalba Gadaleta. Il comparto non parte perché in questi anni nessuno ha avuto il coraggio di dire ai proprietari che quello del comparto 18 è un disegno complicato che non tiene conto dei vincoli, delle volumetrie dell’area standard. Bisogna iniziare a pensare a una riprogettazione e non dobbiamo far finta che tutto vada bene e continuare a incassare le tasse pagate dai compartisti. Noi diciamo la verità e non muoviamo promesse che poi è impossibile mantenere. Nel 2014 saranno sbloccati il comparto 5, il comparto 17 e la Maglia Mercato». Altra critica diffusa da certi ambienti politici è quella della mancanza di progettazione da parte della sua amministrazione. Non starete mica navigando troppo a vista? «In realtà è l’esatto opposto: è ripartita una stagione di programmazione. Ci stiamo impegnando sul nuovo piano regolatore, mentre il prof. Martinelli dell’università di Bari sta lavorando sul nuovo piano delle coste e sarà affiancato da un equipe di giovani studiosi. A giugno ci saranno già i primi forum con la città mentre a ottobre vedrà la luce. E’ imminente un incarico a un mobility manager importante per redigere il PUMS (Piano Urbano mobilità sostenibile) e decidere su piste ciclabili e trasporto urbano. A ottobre sarà dato il via libera al nuovo Pug (Piano urbanistico generale) che partirà con una grande inchiesta sulla casa che coinvolgerà Istat, Politecnico e i 9 comitati di quartiere sorti tutti quest’anno perché la gente ci considera un interlocutore credibile. Altro che amministrazione chiusa in se stessa». La città, si denuncia ancora su Facebook, è più sporca rispetto al passato o comunque ancora sporca. «E’ un altro stereotipo avvelenato. La città non ha mai avuto un così alto numero di getta carte, getta sigarette e cassonetti per la differenziata. Ordinanza sui volantini, spazzamento meccanizzato a targhe alterne nella 167 e incarico già dato per il porta a porta che partirà a dicembre nonostante i mezzi ridottissimi e un’Asm che abbiamo ereditato al collasso e subito rilanciato. L’Asm ha incaricato una società, che ha fatto partire il porta a porta a Salerno e in altre grandi città, di supportare l’operazione. Partirà da pezzi della città fino a coprirla per intero». Seguendo la politica cittadina è innegabile notare che all’interno della maggioranza si registra un po’ di tensione. Qualcuno vuole la testa di Rosalba Gadaleta? «Le fibrillazioni nella maggioranza ci sono state, ma da una settimana posso ormai dire che stanno rientrando. L’assessorato di Rosalba Gadaleta non è in discussione di qui fino al 2018. Chiunque chiederà la testa di Rosalba Gadaleta perderà il suo tempo perché Gadaleta come gli altri assessori e forse anche di più, è il garante di questo sindaco e di questa città sulla sfida per un’urbanistica partecipata e sta tutelando il passaggio difficile da illegalità diffusa a pulizia. E lo sta facendo con straordinaria energia e entusiasmo. E’ falso che abbia un cattivo carattere. E’ semplicemente una donna timida e introversa, ma incredibilmente disponibile e capace. E’ stata una nomina di mia assoluta fiducia ed è il mio braccio destro». Quindi l’assessore Gadaleta è stata messa in discussione all’interno della maggioranza? «Sì, da quelli che hanno criticato la nostra politica sull’urbanistica sulla base di alcuni pregiudizi e sul fatto che qualcuno voleva sostituirsi a me e Rosalba nell’interlocuzione con il mondo dei costruttori, con il mondo dei proprietari e quindi ha fatto la nostra caricatura per prendersi un pezzo di città e toglierla dalla relazione con l’amministrazione Natalicchio e infatti ho trasferito il mio ufficio a Lama Scotella proprio per questo: per ascoltare tutti i pezzi di città». Ma quindi per essere più chiari i mal di pancia a cosa sono dovuti? «Dal fatto che ho deciso in piena autonomia i nomi di tutti gli assessori ignorando fogli e fogliettini dei vari partiti politici. C’è stato solo un momento in cui ho agito in modo autoritario: è stato quando si è trattato di scegliere la squadra del governo cittadino. Sono stata il primo sindaco ad aver nominato la sua squadra e forse adesso ci sono aree che non si sentono molto rappresentate. Abbiamo recuperato l’anno scorso 1,2 milioni di euro di ubanizzazioni non versate. L’urbanistica in questa città non è esistita negli ultimi anni. Si trattava solo di edilizia espansionistica. Oggi urbanistica pianificata». Scippi, rapine, roghi di auto e mesi fa un omicidio nel pieno del mercato rionale: sembra ci sia un’escalation della criminalità a Molfetta. Come state intervenendo? «Sono anch’io preoccupata: nella zona di Molfetta, Bitonto, Andria c’è un estendersi del fenomeno criminalità che non possiamo sottovalutare. Ma non è un problema che riguarda solo Molfetta e penso che in realtà a noi vicine, come Bitonto, le cose sono molto molto più complicate. Ci sono, tuttavia, molti episodi criminosi che non si verificavano da tempo. Sono fenomeni che costringono a interrogarci, tenendo conto che il nostro comando dei carabinieri deve presidiare il territorio nostro di Corato, Bitonto e Palo. Non è facile. Ho chiesto al questore Pinzello di mandarci un nuovo commissariato di polizia magari in uno dei quattro beni confiscati alla mafia a Molfetta, tenendo conto che comunque il lavoro dei nostri carabinieri è straordinario e che il cap. Ingrosso il nuovo comandante è una persona seria e capace e che i nostri vigili urbani sono meno di 40. Comunque adesso c’è un presidio fisso della polizia inviatoci da Pinzello che pattuglia le vie del centro e c’è un progetto di videosorveglianza avanzata che dovrebbe partire dalla stazione come progetto pilota a breve: saranno installate telecamere su pali della luce». I vigili: alcuni lamentano che non si vedono molto in giro... «Bepi Maralfa ha fatto un lavoro incredibile: ora è chiaro a tutti dove sono i vigili urbani, la gente li vede per strada e fanno un lavoro evidentissimo. Abbiamo aperto un nuovo presidio nel centro antico quando c’è stato un momento di occupazione delle case e girano di continuo nella zona artigianale e industriale. Comunque è impossibile militarizzare la città. Non esiste la guardia del corpo del cittadino e la nostra sfida è piuttosto quella di ripopolare la città, di renderla più viva. E in questo senso va la nostra ordinanza sulla musica dei locali notturni che il week end potrà esserci fino all’ 1 e ad agosto fino all’1.30». Molti di questi locali sorgono in quartieri piuttosto “anziani” dove c’è molta gente di una certa età che reclama riposo e quiete. Ci saranno tensioni. «Nei mesi estivi oltre a dormire e riposare ci dev’essere il diritto dei ragazzi a rimanere a Molfetta e a non fuggire a Giovinazzo o Bisceglie o Trani e quindi per noi il diritto ad avere piazze piene e i locali di periferia che stanno riempiendo quelle zone di musica e divertimento sono i primi presidi della nostra sicurezza. Ogni tanto bisogna decidere: rispetto il dritto al riposo ai cittadini per tutto l’anno ma se una città di mare vuole essere una città turistica e vogliamo dare ossigeno ai ragazzi che hanno aperto il bar e creano ricchezza e occupazione, dobbiamo consentire almeno l’estate di restare aperti un po’ di più». Festa del 2 giugno: cosa è successo? Perché nessuna manifestazione in città? «Abbiamo affisso sulle plance della città un manifesto del più grande filosofo italiano della politica del ‘900, maestro di democrazia, Norberto Bobbio, il nostro Socrate del ‘900 con una bellissima frase sulla cittadinanza attiva in una città (“Il fondamento di una buona repubblica, prima ancora delle buone leggi, è la virtù dei cittadini”) che è diventata una delle capitali della cittadinanza attiva. Mi sembra denoti una certa sensibilità da parte nostra. Detto ciò bisogna tenere conto che i nostri vigili, il gonfalone della città e il vicesindaco Bepi Maralfa erano a Bari alla manifestazione provinciale del 2 giugno invitati dal prefetto Nunziante». Per concludere: sapendo quello che sa oggi e tornando indietro di un anno si ricandiderebbe? «La mia famiglia ora vive lontano da me e questa è una sofferenza personale importante che mi sta provando, perché non vedere mio giglio di tre anni ogni giorno è molto difficile. Ma io sono innamorata pazza di questa città, lavoro sei giorni su sette a Molfetta in modo silenzioso e stakanovista e sì certo lo rifarei con tutto l’entusiasmo possibile!».
Autore: Onofrio Bellifemine