MOLFETTA – Si pratica sport per passione o per diventare un mito? Come guardano i giovani i veri valori dello sport? Chi li indirizza in un percorso sportivo? Cosa ne pensano i genitori e gli allenatori?
Sono questi i temi affrontati nella Sala Turtur di Molfetta dove in occasione della decima tappa del giro d'Italia e del Maggio molfettese il Panathlon Club di Molfetta con la collaborazione della Federazione Italiana Ciclistica e la F.I.D.A.P.A. ha organizzato una conferenza sulla valorizzazione dei diritti del ragazzo nello sport.
Il Panathlon Club è un'associazione a livello internazionale che si pone come obiettivo l'affermazione dell'ideale sportivo cioè formazione della persona e convivenza. "Promulghiamo lo sport nei suoi valori etici, morali, sociali e culturali; lo sport unisce mentre la politica divide. Oggi viviamo in una società con valori deboli, ne sentiamo di tutti i colori. Anche nello sport c'è mancanza di valori ed è qui che noi cerchiamo di superare le difficoltà e inculcare ai ragazzi l'amore per lo sport che non significa frustrazione e stress per raggiungere la vittoria, la gloria; ma convivenza, divertimento, confronto, sicurezza, dignità", dice il presidente Nicolò de Robertis.
Il Panathlon Club ha ideato una "carta dei diritti del ragazzo nello sport" che definisce diversi punti che aiutano la formazione sportiva e sociale del ragazzo come il diritto di essere trattato con dignità, l'ideologia che sta alla base di una buona educazione sportiva che pone al centro il ragazzo e non il risultato da raggiungere, lo sport visto come un piacere e progresso, la dignità del ragazzo è libertà di un essere umano. Spesso tecnici e allenatori considerano i ragazzi come futuri campioni che per forza di cose sono soggetti a stress intenso. Su questo punto si sono soffermati Sergio Gervasio, Maestro dello sport e Oronzo Amato, già presidente del Panathlon, secondo il quale gli allenatori devono far vivere i ragazzi in un clima di sostegno, serenità e divertimento collettivo, un buon tecnico deve essere allenatore, dirigente e genitore nello stesso tempo. Da parte loro, gli adulti cercano la gloria nella vittoria del figlio: una gloria che evidentemente non hanno avuto nel passato. Questo provoca dei danni al figlio. I genitori quindi dovrebbero stare attenti a non fare forzature verso il figlio e a farlo decidere liberamente, per creare attorno a lui un’atmosfera che lo faccia sentire a suo agio.
Tra i punti della carta dei diritti del ragazzo c'è anche quello di affidare i figli a gente che ama lo sport a cui piace stare con i giovani, questo significherebbe che l'allenatore non deve essere motivato dall'obiettivo di portare uno stipendio a fine mese, in quanto questo non costituirebbe un buon rapporto nei confronti del ragazzo. Un argomento molto importante è stato quello sulla sicurezza riguardo le piste ciclabili che nel Comune di Molfetta, dopo l'amministrazione di Guglielmo Minervini non sono state più rinnovate nonostante le numerose promesse che in campagna elettorale aveva fatto il sindaco all'associazione in riguardo che poi non hanno avuto un seguito concreto.
Al termine dell’incontro il Panathlon Club di Molfetta ha conferito a Francesco del Rosso, firma storica di “Quindici”, redattore della rivista fin dalla fondazione, il Premio Giornalistico Tonino Gioia istituito per ricordare la figura del noto calciatore che per tanti anni ha onorato la gloriosa casacca biancorossa della Molfetta Sportiva.
Il giusto riconoscimento a Francesco del Rosso (nella foto, con la figlia di Tonino Gioia) premia la passione e coerenza di un giornalista serio, non voltagabbana (una rarità al giorno d’oggi), che ha contribuito alla crescita e al successo di “Quindici”, senza mai cambiare casacca, impegnato al servizio del suo giornale anche nei momenti di difficoltà, un servizio prestato nell’interesse della città e dei lettori.
E la motivazione con cui il Panathlon ha voluto assegnargli il premio ne è una conferma: «Quando il piacere di scrivere per puro diletto, viene affrontato con attenzione, adeguata documentazione ed appropriato linguaggio.
Molfetta negli ultimi anni si sta distinguendo per il fiorire di attività giornalistiche, sfocianti nella realizzazione di giornali periodici cartacei, adeguatamente supportati da iniziative on line, veri e propri quotidiani complementari ed integrativi dell’edizione su carta.
La testata “Quindici Molfetta” è stata capofila ed antesignana di questo modo di fare giornalismo: modalità che richiede dedizione e passione, affinché il prodotto possa raggiungere i risultati qualitativi sperati.
Ebbene non dimenticare che in tal contesto, a parte il Direttore Felice de Sanctis, giornalista professionista, le altre penne sono rappresentate da uomini e donne che svolgono altre attività lavorative e che per benevola “malattia” si cimentano nello scrivere.
Un articolo che si occupa di sport, confezionato da Francesco Del Rosso, è un concentrato di competenza, adeguata ricerca e valutazioni pertinenti e mai scontate, che evidenziano la notevole professionalità con la quale egli si dedica a questa nobile attività, che nel suo animo forse rappresenta qualcosa di più che un semplice hobby».
Al caro Francesco vanno gli auguri e i complimenti affettuosi del direttore e di tutta la redazione di "Quindici".
© Riproduzione riservata