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Pagella del porto: male “solo” soldi e gestione
15 marzo 2008

Sul progetto i due grandi punti interrogativi sono la Società che dovrebbe gestirlo e i 3.6 milioni di euro che sonno spuntati praticamente dal nulla, in più al piano iniziale. Il nuovo porto sarà scalo per le Ro-Ro, acronimo di Rolling on-Rolling off, che significa, letteralmente, merci rotolanti dentro e fuori. In senso un po' meno tecnico, la merce che verrà trasportata a Molfetta, sperando vada tutto bene, utilizzerà i mezzi su ruote: auto, camion, pullman. A prescindere dalla specializzazione, il progetto è utile perché proteggerà molto più i marinai dai venti dei quadranti settentrionali, principalmente il maestrale. Movimento d'aria che spira da nord-ovest, è stato, soprattutto prima della costruzione della diga foranea, principale causa di problemi per le costruzioni galleggianti ormeggiate a Molfetta. L'ing. Enzo Balducci, direttore dei lavori pubblici del Comune, smentisce le voci circolate alcune settimane fa, su siti internet locali, che esprimevano critiche al progetto. Le prove di navigabilità per il bacino interno sono state effettuate dal Centro Studi per la tecnica navale, il Cetena, di Genova, che ha utilizzato anche un esperto in carne ed ossa, quindi non solo simulazioni al pc. “Le va-lutazioni mosse contro l'opera sono insensate – sottolinea Balducci, che incalza – non ci saranno problemi neanche per l'attracco di grosse navi”. “L'uso di eventuali rimorchiatori – aggiunge – sarà limitato ai grandi bastimenti e, solo, se ci sarà tempo meteorologico straordinariamente avverso”. Se questo è vero, si tratta senz'altro di un punto a favore della città. Usare rimorchiatori, per una compagnia armatoriale, significa affrontare ulteriori spese ed è logico che una compagnia navale utilizzi i terminal che comportano meno costi, da tutti i punti di vista. Le navi, se entreranno nel porto, lo faranno con nuova rotta Est /Sud-Est e non con la vecchia, N/N-E che è più problematica per la manovra d'ingresso. Questa sostanziale modifica sarà possibile grazie al prolungamento della diga foranea. Sarà suddivisa in una parte con banchina commerciale, quella più vicina alla terra, e un'altra che invece è un semplice molo di sopraflutto. Non è prevista, quindi, banchina di disarmo, cioè l'area assegnata a navi che non sono in servizio. Il fatto che manchi indica che comunque gli spazi resteranno limitati. Comunque si passerà dai circa due posti per navi mercantili, attualmente disponibili, ai 5-6. La profondità massima del fondale passerà da 7 metri a 9.5 metri e questo permetterà di accogliere imbarcazioni più grandi, che comunque non dovranno avere una lunghezza superiore ai 190 metri. E' vero che per collegare il porto a terra saranno abbattute due palazzine di via Madonna dei Martiri? “Assolutamente no – afferma l'ingegnere – è una voce infondata. Può notare dal progetto (che è stato mostrato, n.d.r.) che la strada di collegamento tra diga foranea e strada statale è dietro la chiesa stessa”. La confusione è con il PIRP, il piano di riqualificazione delle case popolari. Ma la bretella tanto temuta, seppur vero che sarà costruita lontano dalle case, sarà usufruibile solo da mezzi su gomma. Non è previsto dal progetto, l'allacciamento ferroviario che i più avevano sperato per limitare il traffico. “Siamo solo alla prima trance delle tre che dovrebbero essere previste – dice ancora Balducci – ma è già programmato l'insediamento di Vigili del Fuoco e polizia doganale, magazzini e stabili per uffici”. Può chiarire definitivamente il ruolo della Società del Porto? “Sinceramente non sono completamente a conoscenza dell'argomento. Credo si tratti di una società per la semplice gestione commerciale dello scalo: appalti e restante organizzazione commerciale. Dovrebbe essere paragonabile alla Spamat”. La Spamat, però, è un'agenzia marittima, un soggetto privato, che opera a Molfetta e si occupa di trasporti via mare. Si può dire, con certezza, solo che rimane abbastanza ambiguo il ruolo della Società del Porto. Come mai, dal progetto all'ordine esecutivo, sono comparsi alcuni milioni di euro in più? “Inizialmente il primo step dei lavori sarebbe dovuto costare 69.144 milioni di euro ma è lievitato a 72 milioni. Questi soldi sono necessari per ragioni di progetto e sicurezza”. L'ing. Balducci non ha voluto dire null'altro più di questo, per ora. “Organizzeremo al più presto un'altra intervista dove descriverò l'utilizzo, necessario, di questo surplus di denaro”. Ed è con questa promessa che rimandiamo alla prossima. Nella speranza che la nebbia, che ancora sovrasta il porto in alcuni suoi aspetti, si diradi.
Autore: Sergio Spezzacatena
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