PAC 2014-2020 il comparto agricolo si interroga, la politica sonnecchia
Puglia, terra oli. La presenza dell’ulivo nella terra d’Apulia si perde nella tradizione millenaria. Molteplici sono le opere degli autori classici greci e latini che esaltano l’olio pugliese. Purtroppo, i problemi strutturali del comparto agricolo (la complessa commercializzazione, la difficile cooperazione tra gli addetti ai lavori), il diffondersi dei reati agroalimentari (es. contraffazione e falsificazione) e l’attuale crisi economico-finanziaria hanno svilito la più intima essenza di agricoltura e olivicoltura pugliese. Il silenzio e il pressapochismo della politica hanno acuito queste problematiche, rendendo più vulnerabile un settore già fragile. Purtroppo, l’identità dell’olio italiano è sotto schiaffo su molteplici fronti. Le frodi e le sofisticazioni, valutate in oltre 100milioni di euro nel 2012, degradano un patrimonio ambientale con oltre 250milioni di piante sul territorio nazionale che garantisce un impiego di manodopera per oltre 50milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di oltre 2miliardi di euro. Tra l’altro, nel 2011 l’arrivo in Italia di olio di oliva straniero ha raggiunto il suo massimo storico (625mila tonnellate), superando la produzione nazionale (546mila tonnellate). Per di più, l’Italia è il primo importatore mondiale di olio (+163% negli ultimi 20 anni) che proviene dalla Spagna (74%), dalla Grecia (15%) e dalla Tunisia (7%). LA POLITICA Per questo motivo, nell’incontro «La riforma della PAC nel progetto per la crescita sostenibile del Mezzogiorno» Saverio Scardigno, presidente dell’Oleificio Cooperativo “Produttori Agricoli di Molfetta” e Giambattista Mastropierro, presidente dell’Oleificio Cooperativo “Goccia di Sole” hanno presentato proprio queste problematiche alle due maggiori personalità politiche molfettesi. Da un lato, il senatore PDL Antonio Azzollini che ha scommesso sui contributi agricoli unificati (il titolare d’impresa versa i contributi per sé e per i collaboratori) e sulla minore tassazione delle aziende agricole come punti di rilancio del settore, con un breve excursus sulla burocratizzazione eccessiva, sulle difficoltà per accedere al sistema creditizio e sulla sicurezza nelle campagne. Dall’altro, Guglielmo Minervini, assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, che, focalizzata la situazione europea (l’agricoltura italiana e, soprattutto, del Mezzogiorno ha un peso specifico pari a zero in Europa), ha elencato le attività svolte dalla giunta Vendola in Puglia (in particolare, gli incentivi alla crescita dimensionale delle aziende e il ricambio professionale), con un occhio rivolto alla competitività sul mercato e al potenziamento della filiera produttiva. Punti condivisi tra Azzollini e Minervini, la tutela della qualità del prodotto, la difesa del patrimonio agricolo e il rafforzamento delle Organizzazioni di Produttori (OP). Saverio Patimo, responsabile locale della Copagri ed ex consigliere comunale del PD, ha poi presentato i punti focali del programma piddino per un riordino della politica agricola, volta ad una maggiore tutela della filiera italiana dell’Olio extravergine d’oliva. PAC 2014-2020 A prescindere dalle prospettive politiche, la prossima programmazione europea della PAC 2014-2020, se applicata correttamente, potrebbe anche risollevare l’agricoltura italiana. La politica agricola dell’UE, che punterà alla sicurezza e alla qualità dei prodotti alimentari, prevede anche un incentivo per gli agricoltori che utilizzano tecniche moderne ed ecocompatibili. Inoltre, i pagamenti diretti agli agricoltori saranno legati alle “misure verdi” (basse emissioni di carbonio, minimo consumo energetico) e alle dimensioni delle aziende, con l’introduzione di un massimale. Anzi, per evitare un uso improprio del denaro pubblico, i pagamenti saranno riservati agli agricoltori “attivi” (chi effettivamente utilizzano la terra per la produzione). Altro punto focale della PAC 2014-2020 sarà la lotta alla speculazione sulle materie prime agricole e all’estrema volatilità dei prezzi, oltre a una distribuzione più equa dei finanziamenti europei tra gli Stati membri e tra le diverse categorie di agricoltori. Unico neo, la diminuzione delle risorse in un contesto di bilancio generale in aumento: si riduce l’incidenza della spesa sul bilancio UE, passando dal 39,2% del 2014 al 33,3% del 2020 (in Italia il massimale a regime dovrebbe ridursi al -6,9%). LEGGE SALVA OLIO Nuove norme stringenti sull’etichettatura sono state introdotte dalla cosiddetta Legge Salva Olio (o Legge Mongiello dal nome della senatrice Colomba Mongiello, tra i promotori del disegno di legge), emanata lo scorso 14 gennaio (Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini). Purtroppo, la Commissione europea ha già posto un veto, aprendo l’ennesimo contenzioso, considerate le radicali innovazioni introdotte (termine minimo di conservazione, controllo qualitativo, etichetta leggibile, sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, estensione del reato di contraffazione, rafforzamento dei metodi investigativi, ecc.). Per ora, l’Unione Europea ha sospeso l’applicazione della legge fino al 22 novembre 2013. Nonostante la sua importanza e l’interesse suscitato, l’incontro è stato compresso temporalmente per il quasi concomitante incontro pubblico di PD&SEL: persino il dibattito successivo tra politici e operatori del settore è stato molto rapido. Priorità massima è stata data alla chiusura della campagna delle politiche con la designazione per acclamazione del candidato sindaco. Sarebbe bastato evitare il sovrapporsi dei due appuntamenti, equamente importanti.
Autore: Marcello la Forgia