Ospedale di Molfetta, il PD: un consiglio comunale per discutere della nullità del nulla
“Non ci sarà nessun declassamento. Sulle dichiarazioni rilasciate dall'avv. Lea Cosentino (commissario della Asl) ai giornali, politici corretti avrebbero dovuto almeno ricercare ulteriori riscontri”
MOLFETTA - “Il presidio ospedaliero di Molfetta è e rimarrà una struttura sanitaria intermedia e non di base, in quanto rispetta tutti i parametri prefissati dal prossimo riordino ospedaliero preparato dell'Assessorato regionale alla Salute, che comunque è ancora in fase di discussione e sarà approvato solo tra aprile e maggio. Le supposizioni con cui l'Uduer cittadino ha chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale di lunedì 14 ottobre, in cui si parlerà esclusivamente di questo fasullo declassamento dell'ospedale di Molfetta da struttura intermedia a struttura di base, si fondano su una interpretazione maldestra apparsa sulla stampa regionale, in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate dall'Avv. Lea Cosentino (commissario della Asl), su cui dei politici corretti avrebbero dovuto almeno ricercare ulteriori riscontri; come hanno fatto i primari dell'ospedale di Molfetta con una lettera e noi con un delegazione del PD, chiedendo chiarimenti alla stessa Cosentino, che ha prontamente smentito le indiscrezioni apparse sui giornali. Per cui nel consiglio comunale di lunedì prossimo andremo a discutere della nullità del nulla”.
Questo è quello che è emerso dalla conferenza stampa indetta congiuntamente, questo pomeriggio, dai gruppi consiliari del PD e del Partito Socialista.
Il consigliere socialista Antonio Ancona, introducendo gli argomenti oggetto della conferenza stampa, ha sollevato dubbi in riferimento alle modalità che hanno portato alla convocazione del consiglio comunale, in quanto quest'ultima dovrebbe essere richiesta da almeno 8 consiglieri; invece, l'istanza è pervenuta con la sottoscrizione solo dei due consiglieri dell'Udeur: Paolo Minervini e Mariano Caputo. A parte questo particolare, Ancona ha ribadito l'inutilità della convocazione del consesso, in quanto l'Avv. Lea Cosentino, con le recenti dichiarazioni rilasciate alla delegazione del PD, ha affermato che non ci sarà alcun declassamento, anzi vi sono i presupposti per riaffermare il presidio ospedaliero molfettese come struttura intermedia, in quanto sono stati fatti dei notevoli passi avanti rispetto al riordino di Raffaele Fitto, che aveva reso l'ospedale di Molfetta una semplice succursale di quello biscegliese.
Per cui – ha concluso Ancona – i problemi sollevati dall'Udeur e ripresi da questa Amministrazione comunale sono pura propaganda elettorale.
“Il sindaco dovrebbe preoccuparsi della sua recalcitrante maggioranza, dei veri problemi della città, invece di quello che non è successo” – così ha esordito nel suo intervento il consigliere comunale e provinciale dott. Mimmo Cives.
“Degli uomini politici seri - ha continuato Cives – dovrebbero informarsi, interpellando gli organi competenti e chiedere chiarimenti, e non semplicemente soffermarsi su un articolo di giornale che ha interpretato male fatti e circostanze; questa è la politica urlata di chi dovrebbe far parte del centrosinistra, ed inoltre la politica delle supposizioni non porta da nessuna parte. Lo stesso consigliere non ha esitato a sottolineare il positivo ed efficace lavoro svolto dal direttore del presidio ospedaliero, Annalisa Altomare, e dalla stessa Giunta regionale, che attraverso il nostro assessore regionale, Guglielmo Minervini, stanno duramente lavorando per il rilancio completo del nostro ospedale; ha documentato la grande opera di rilancio dell'ospedale elencando cifre ed una serie di attività concrete realizzate:
Ripristino condizioni igienico-sanitarie degli interrati, completamente abbandonati al degrado negli anni passati, ripavimentazione di diversi piani ed adeguamento antincendio; cablaggio di tutti i reparti con collegamento in rete con il laboratorio di analisi; progetto screening per le donne, consentendo la prevenzione di tumori uterini; ristrutturazione delle sale operatorie, acquisto di nuovi ferri chirurgici per sostituire quelli vecchi ed usati per più di 50 anni, predisposizione in ogni reparto dei defibrillatori; rilancio dei reparti di dialisi ed urologia, che ormai sono i fiori all'occhiello del nostro ospedale, che invece in passato hanno rischiato di essere trasferiti in uno scantinato dell'ospedale di Bisceglie; servizio di risonanza magnetica ormai in dirittura d'arrivo, più di 10.500 Tac eseguite nel 2007, 20.000 accessi in un anno al pronto soccorso e predisposizione di quanto necessario per riaprire il reparto di ginecologia (finalmente i bambini torneranno a nascere a Molfetta).
Sollecitato dai cronisti, il consigliere Cives ha ricordato anche alcuni aspetti negativi dell'ospedale, su cui bisognerebbe lavorare: la carenza di personale e la ventilata ipotesi di chiusura dei ricoveri in cardiologia, ma non dell'UTIC (Unità terapia intensiva coronaria) che rimarrà attiva.
Il consigliere socialista Nicola Piergiovanni, invece, ha ribadito l'inopportunità del consiglio comunale di lunedì, dove non si andrà a discutere di un piano sanitario concreto, approvato e senza alcuna possibilità di modifica, come quello del 2003 della Giunta di Raffaele Fitto, ma semplicemente andremo ad argomentare su dei semplici fogli di giornale.
Tutto l'equivoco – ha ricordato Mino Salvemini – è nato da un articolo comparso sul “Corriere del Mezzogiorno” in cui effettivamente l'ospedale di Molfetta era compreso tra quelli di base, ma lo stesso giornalista non parlava di certezze e comunque ragionava su un piano di riordino ancora in fase di discussione.
Infine, Nino Sallustio, confermando quando detto precedentemente dai suoi colleghi, ha preannunciato che dalla regione giungeranno presto altri 6 milioni di euro per potenziare sale operatorie e strumenti di diagnostica; inoltre, ha invitato cronisti e cittadini a rivedere gli articoli sul piano di riordino ospedaliero del 2003, dove la Giunta Fitto, nonostante a Molfetta ci fosse una amministrazione comunale di centrodestra appoggiata dall'attuale sindaco, defenestrava il nostro ospedale a favore del nosocomio biscegliese dell'on. Francesco Amoruso.
I consiglieri intervenuti non hanno voluto commentare su possibili strategie politiche messe in campo dall'Udeur, collegate a questa vicenda, anzi hanno voluto rilanciare il confronto politico ribadendo che nel prossimo consiglio non assumeranno posizioni aventine, con l'abbandono dell'aula, ma se la discussione lo consentirà, punteranno al dialogo promuovendo, probabilmente, un ordine del giorno che punti al rilancio ulteriore del nostro ospedale, premiando gli sforzi che gli operatori sanitari, e non questo o quel partito, stanno realizzando.
Da un punto di vista politico appare evidente che le recenti posizioni dell'Udeur di Lillino Di Gioia (che ormai è un'opposizione nell'opposizione) tentino di stoppare la ripresa di un dialogo all'interno del centrosinistra promossa dal costituendo PD, che per ora deve accontentarsi di un timido riavvicinamento all'ala socialista.
Il sindaco, ovviamente, con una maggioranza sempre più traballante (con Udc e An a fare capricci), ha colto al balzo l'assist fornito dall'Uduer, sia per spostare l'attenzione sull'altro versante politico, in un momento non certo di serenità nel centro-destra, sia per accattivarsi l'attenzione dei due consiglieri, che in questi tempi di guerra possono risultare sempre utili.
Resteremo indignati qualora per questi giochetti politici si dovesse, ancora una volta, scherzare con la salute dei cittadini.
Autore: Roberto Spadavecchia