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Ospedale di Molfetta, Annalisa Altomare alla Consulta femminile: è già un miracolo mantenere i servizi Criticità (lunghe liste d'attesa, tagli al personale e non solo), ma anche innovazioni. Spiegati anche il «Percorso Donna» e la «Carta dei Servizi»
14 novembre 2011

MOLFETTA - L’ospedale di Molfetta e la salute delle donne: a che punto siamo? È stato questo il tema affrontato dai membri della Consulta Femminile del Comune di Molfetta nell’incontro di novembre alla Sala Stampa di Palazzo Giovene. Relatrice dell’incontro la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore sanitario Presidio ospedaliero «Don Tonino Bello» di Molfetta. Attraverso una diagnosi sulle condizioni di salute della struttura, la dott.ssa Altomare ha tracciato un quadro chiaro sulle difficoltà cui si andrà incontro per la diminuzione del personale prevista per il prossimo anno, sottolineando anche le innovazioni presenti.
Criticità dell’ospedale di Molfetta, tagli al personale, lunghe lista d’attesa, che diventano ancora più estenuanti quando si ha una certa urgenza di ricevere una prestazione sanitari: ma «ammettere che ci sono delle difficoltà non è un atto di debolezza». Partendo dal presupposto che «oggi è già un miracolo mantenere i servizi che ci sono», la soluzione da adottare potrebbe essere sensibilizzare gli utenti per far capire loro che ci devono essere degli elementi di appropriatezza per prenotare una visita medica.
In questo modo, si dimezzerebbero - secondo la dott.ssa Altomare – le infinite prenotazioni, che sarebbero riservate a chi davvero ne ha bisogno. La questione si pone su un piano diverso nel momento in cui ci sono dei pazienti sintomatici. Entro 10 giorni dalla richiesta, sarà predisposta una prestazione medica.
Fiore all’occhiello del nostro ospedale è senz’altro il «Percorso Donna» che rappresenta «un’opportunità dedicata alle donne, in cui una forza multi specialistica consente di effettuare in tempi brevi ed in un’unica giornata un “Percorso” unitario medico-chirurgico di prevenzione, anticipazione diagnostica, cura, riabilitazione e follow up rivolto alle patologie della mammella, dei tumori della sfera genitale femminile e delle neoplasie che più frequentemente colpiscono le donne». Ma come tutte le eccellenze, anche questa opportunità rischia di veder sfumare la propria progettualità in tempi brevi.
Infatti, qualcosa è cambiato: sono state bloccate le prenotazioni per il prossimo anno. Nel 2012 ci sarà una riduzione del servizio pari al 35%. Tradotto in numeri, l’accesso al percorso, anziché essere riservato a quattro donne per tre volte alla settimana, sarà garantito sempre per quattro donne però per una sola disponibilità a settimana. Per non far morire questo servizio, in seguito ai tagli operati nell’ambito sanitario dal governo nazionale, si è giunti ad un accordo con il distretto sociosanitario di Ruvo e Terlizzi, ha spiegato la dott.ssa Altomare. Sarà un medico esterno al nostro presidio ospedaliero a garantire questo importante servizio poiché «sul profilo assistenziale non si può andare indietro».
Seguendo questo importante monito sono stati realizzati dei progetti anche nell’ambito delle scuole elementari e medie-superiori, per favorire le occasioni d’incontro, delineare e risolvere problematiche di diversa tipologia e superare obsoleti pregiudizi nei confronti dei servizi sanitari del presidio ospedaliero di Molfetta.
Un’altra importante iniziativa è stata la realizzazione della «Carta dei Servizi», che favorisce l’orientamento e una maggiore conoscenza dei servizi sanitari ai cittadini che spesso sono disinformati. La carente informazione può dipendere dalla mancata pubblicizzazione delle iniziative realizzare dal nostro distretto sanitario? «solo per la stampa degli opuscoli si sono spesi circa 5mila euro - ha chiarito la dott.ssa Altomare - e dato che la sanità non prende soldi dalla gente non può permettersi di spendere dei denari  per la pubblicità».
La salute è il bene primario per ogni essere umano. Informare per comunicare non significa risparmiare delle risorse, ma impiegarle meglio. È questo l’obiettivo che il presidio ospedaliero di Molfetta vorrebbe raggiungere. 
 
© Riproduzione riservata
Autore: Angelica Vecchio
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