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Operazione della Guardia di Finanza: scoperti 1.069 lavoratori in nero Per un'evasione contributiva di oltre 850 mila euro
26 ottobre 2006

BARI - Militari del Nucleo Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Bari, nel quadro di un' attività di servizio per il contrasto del sommerso da lavoro, hanno individuato, dopo mesi di indagini tributarie ed appostamenti, 6 “call centers”, ubicati in varie città d'Italia (Bari, Frosinone, Napoli, Pescara) e gestiti da due imprese baresi, presso i quali, nell'arco di due anni (2004 e 2005), sono stati impiegati ben 1.069 lavoratori “in nero”. Nel dettaglio, i lavoratori, per la maggior parte giovani donne in cerca del primo lavoro, dopo un colloquio iniziale con i titolare delle aziende, venivano impiegati per un periodo di prova non superiore a tre mesi, con la prospettiva di essere poi assunte regolarmente. Invece, puntualmente, allo scadere dei tre mesi, se non prima, venivano allontanati definitivamente dal posto di lavoro, senza addurre alcuna giustificazione, oppure, come è stato accertato in alcuni casi, gli stessi venivano reimpiegati a distanza di tempo. Così facendo, il titolare dell'impresa pensava di poter eludere l'attuale normativa sul lavoro, dichiarando semplicemente agli organi ispettivi che trattavasi di lavoratori autonomi di tipo “occasionale”, tipologia di contratto per la quale, invece, la legge in vigore prevede ben altri presupposti. Secondo i calcoli eseguiti dai Finanzieri, l'impresa barese ha omesso di versare all'Erario, per un periodo complessivo di due anni, ritenute per quasi 200mila euro a fronte di emolumenti corrisposti in nero per un totale accertato di circa 1 milione di euro. Ammontano, invece, a circa 800mila euro, i contributi previdenziali non versati in favore dei lavoratori. L'intervento dei Finanzieri in un settore così delicato non può che beneficiare alla condizione sia dei lavoratori sia di tutti quegli imprenditori che operano sul mercato rispettando le regole. In particolare, ai primi perché a fronte del lavoro svolto non sempre percepiscono il compenso stabilito dalla legge e, soprattutto, non essendo in regola, rischiano di rimanere senza alcuna tutela assicurativa qualora dovessero incorrere in incidenti lesivi della propria salute; ai secondi, invece, perché costringere gli imprenditori ad utilizzare mano d'opera regolarmente assunta significa eguagliare le variabili economiche che incidono sul prezzo finale del prodotto, rendendo così più leale e veritiera la concorrenza di mercato.
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