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Ondata di maltempo in Puglia, l'agricoltura reagisce
13 settembre 2003

BARI – 13.9.2003 Le violente ondate di maltempo che hanno colpito l'Italia, sono approdate anche in Puglia, non creando, come speravamo, sollievi dalla calura, bensì una lunga serie di disagi e ostacoli al settore agricolo e commerciale. “Uffa che caldo!” Chissà quante volte tra giugno e agosto avremo pronunciato questo lamento a causa dell'afa africana e la secca dei corsi d'acqua. Una sofferenza archiviata sin dai primi giorni del mese di settembre, che ha riportato sul lunario violente inondazioni, acquazzoni e raffiche di vento. Abbiamo “danzato” per una goccia di pioggia fino a qualche giorno fa: il solleone sembrava destinato a non dar tregua ad un clima più “vivibile”. Ma, come ogni anno accade, e a prescindere dai nostri appelli, è stata madre natura a decidere il corso climatico e la sua intensità. Gocce all'inizio piacevoli, ma tramutatesi nel giro di pochi giorni in un disagio tale da far rimpiangere i bollenti periodi da ventaglio e condizionatore. Il settore più colpito è stato ancora una volta quello agricolo: già danneggiato durante i mesi estivi, a causa della prolungata assenza di precipitazioni e aridità dei terreni. La mappa dei danni traccia intere coltivazioni distrutte di pomodori, allagamenti di vigneti, danni a colture di frutta e verdura, oliveti, fiori e strutture serricole. Insomma l'architrave dell'economia pugliese, le nostre principali risorse. Come tutti ben sanno, il dato più importante del nostro sistema produttivo, è proprio l'elevato apporto dell'agricoltura alla formazione del reddito nazionale. Un territorio, quello della Puglia, che ha iniziato la sua fase di modernizzazione agricola negli anni cinquanta, per divenire oggi un paesaggio ad alta specializzazione colturale. Anche la situazione economica della nostra popolazione é frutto di una serie di eventi che nel corso dei secoli hanno plasmato e creato le condizioni attuali. Ricordiamo che la Puglia è arrivata tra le prime produttrici di frumento, uva di ottima qualità, olive e olio, e molti prodotti del settore orticolo tra cui spiccano i pomodori. Insomma, un'emergenza maltempo che ha ripristinato lo stato di agitazione tra i nostri agricoltori. Gente laboriosa, guardiana della nostra terra e dei doni che essa ci offre; che coltiva da un lato la passione per la tradizione e dall'altro l'immagine della valorizzazione diretta della sua produzione agricola. Ma l'agricoltura, nonostante fondamento della civiltà umana sulla Terra, ci invita anche a prendere coscienza dei rischi che le condizioni climatiche rappresentano per la vita della natura e dell'uomo stesso. Un rapporto originale, quello dell'agricoltore con la terra, che dipende dal luogo, dallo stato del terreno, dall'acqua, dalla vita vegetale. Chi è nato e cresciuto in questi luoghi può ben capire come il destino e la fortuna di questi laboriosi coltivatori diretti sia strettamente legata ai capricci climatici. Ed è dunque su se stesso, sul proprio modo di pensare e di percepire, che deve continuare a lavorare. Non c'è una ricetta ma un metodo, che richiede l'intima partecipazione dell'agricoltore soprattutto in questi momenti difficili. Per fortuna, i nostri non hanno bisogno di ulteriori insegnamenti. Loro hanno appreso tutto dall'esperienza e nonostante i cataclismi più terribili, sono sempre riusciti a mantenere un'eccellente primato nazionale da invidia. Sarà così anche questa volta. Anzi, già da domani, quando al settembre grappolaio succederà l'ottobre generoso perché di tutti il più fruttuoso! Lucrezia Pagano
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