Omicidio Bufi, nuova perizia per l’auto e Bindi piantonato in ospedale
MOLFETTA – 6.11.2001
Nuovi sviluppi nel caso Bufi, l’omicidio della ragazza di 23 anni avvenuto il 3 febbraio ’92. Ieri mattina, dinanzi al gup del tribunale di Trani, Roberto Olivieri del Castillo si è svolto l’incidente probatorio per accertare se nella “Renault 21 Nevada”, di Domenico Marino Bindi, 54 anni, accusato di aver assassinato Annamaria ci fossero tracce di sangue della vittima. L’accertamento è avvenuto utilizzando il “Luminol”, un agente chimico in grado di rilevare tracce ematiche anche dopo anni e dopo eventuali lavaggi e in presenza dell’usura degli oggetti.
Ieri c’è stato il colpo di scena: mentre tutti attendevano la perizia del nucleo speciale dei carabinieri del Racis di Roma, gli esperti hanno chiesto di poter trasferire l’autovettura a Roma per eseguire indagini più approfondite. Questa circostanza fa supporre che i periti possano aver individuato qualcosa e vogliono accertarne meglio la natura. Se, infatti, non fosse stato trovato nulla, i periti lo avrebbero dichiarato subito. Del resto se venisse provata la presenza di tracce di sangue, l’accusa di omicidio troverebbe forti riscontri oggettivi che confermerebbero le responsabilità dell’ex professore di educazione fisica Bindi. Quest’ultimo, intanto, ha ottenuto di lasciare il carcere per essere ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Bisceglie, perché affetto da crisi depressive che l’avrebbero portato, in passato, anche a tentare il suicidio. Ma, forse, la permanenza in ospedale (dove è piantonato 24 ore su 24) non sarà lunga e il Bindi dovrà tornare in carcere.