Oggi la via crucis nel parco della Comunità Casa di Ruvo col vescovo della diocesi di Molfetta mons. Martella
MOLFETTA - Si ripropone il rito della Via Crucis, nell'interpretazione della Comunità CASA, con testi proposti e letti dai nostri protagonisti. Parteciperà S.E. Don Luigi Martella Vescovo di Molfetta.
Nel trentesimo anniversario della fondazione della CASA ritorna il percorso nel parco con la VIA CRUCIS che accoglie le meditazioni proposte dagli ospiti in terapia.
Saranno gli stessi autori a presentare le riflessioni personali sulla sofferenza, le cadute e la resurrezione, come percorsi della loro e nostra vita. Nel Parco della CASA, oggi mercoledì 16 aprile 2014 alle ore 16.30
Per l'occasione il Vescovo ha voluto presentare l'iniziativa con una sua comunicazione.
È difficile, con l’approssimarsi dei giorni della Passione del Signore, non pensare alle molteplici sofferenze e al dolore dell’umanità.
L’evento della Crocifissione è indispensabile per avere una chiave di lettura dell’esperienza di ogni storia. Paradossalmente potremmo dire che la Passione è “patrimonio universale” di ogni generazione.
Il tempo che precede immediatamente la Pasqua, è il tempo del racconto più grande della storia, quello di Gesù che soffre – muore – risorge. Dentro questo racconto è racchiusa anche la nostra vicenda personale e comunitaria. Tale racconto, pertanto, si rinnova e si rende attuale attraverso il dolore e la sofferenza di ciascuno. È la Via Crucis di tutti i giorni. Ogni stazione è la rappresentazione plastica e drammatica di fallimenti, di cadute, di pianti di lacrime, di abbandoni, di illusioni e sconfitte. Un percorso difficile, duro, spietato, ma non tale da sopprimere l’anelito del superamento e la volontà di “risorgere”. Appare evidente, nelle testimonianze qui raccolte, il pentimento per i tradimenti e, nello stesso tempo, la determinazione di recuperare gli affetti più cari: la mamma, il papà, la moglie, i figli. Legami senza i quali non c’è vita vera. In ogni racconto non sfugge la gratitudine verso la C.A.S.A., questo luogo di accoglienza, la parabola del buon Samaritano appare quella dell’”ora dopo”, cioè quella del recupero, dove si curano le ferite, non solo del corpo, ma anche dello spirito. Ci sentiamo gratificati nell’umile consapevolezza di essere in linea con il pensiero di Papa Francesco, cioè quello di immaginare la Chiesa come “un ospedale da campo”, dove si può ritrovare il gusto e la bellezza della vita, oltre il “tunnel della morte”.
+ don Gino
Vescovo
Il percorso potrà essere seguito attraverso la guida che sarà in distribuzione all'inizio dell'itinerario.
Alcune illustrazioni inserite nella guida, mostrano come anche l’esperienza di uno scarabocchio, di un disegno istintivo (Disegno Attivo), possono esprimere il mistero del calvario di Cristo e farci conoscere Pilato come il nostro giudice. (Dott. Pietro Spadafina).