Oggi consiglio comunale a Molfetta per l'istituzione del vigile-sceriffo
Per fronteggiare la criminalità, previsto all'ordine del giorno il nuovo regolamento del corpo con la dotazione di armi per la polizia municipale. L'opposizione di centrosinistra, contraria, promette battaglia
MOLFETTA - Seduta calda del consiglio comunale di Molfetta prevista per oggi alle 16.30 a Palazzo Giovene. In discussione un unico punto all’ordine del giorno: regolamento per la polizia municipale, che prevede l’uso delle armi per i vigili urbani.Un provvedimento pericoloso e inutile, soprattutto demagogico, col quale, attraverso la “tentazione dello sceriffo” (vedi articolo pubblicato sulla rivista mensile “Quindici” in edicola), si vuole affrontare il problema della sicurezza a Molfetta.Di fronte ad un organico ridotto, cosa pensa di fare il sindaco Antonio Azzollini? Armare i vigili, facendoli diventare sceriffi: così si pensa di risolvere il problema della sicurezza. Una logica da far west che non può essere accettata da una società civile.
La stessa logica che ha portato all’istituzione delle ronde nelle città, un provvedimento miseramente fallito.Non si può continuare a prendere in giro l’opinione pubblica in questo modo. Non è con le armi che si reagisce alla morte dell’anziana donna in seguito allo scippo, dando l’impressione di voler instaurare la “tolleranza zero”: è solo populismo da quattro soldi. Anche perchè questo è il modo di eludere la vera lotta alla criminalità locale, contro la quale si fa poco o nulla.Trasformando in sceriffi i vigili urbani di Molfetta, che temono anche di sanzionare qualcuno per timore di una sua reazione, rischia di esporli ad un pericolo reale.Le pistole in dotazione dovrebbero essere le semi automatiche, calibro 9,21 e 7,65.
Al corpo dei vigili verranno anche fornite 7 sciabole. Un’arma bianca per la quale si richiederà uno specifico addestramento, come per l’uso dei revolver?Probabilmente il vero motivo di questo cambio di regolamento potrebbe essere quello di fare qualche promozione, anche se non si comprende per quali meriti.Comunque, la città della pace, di don Tonino, dovrebbe bandire perfino dal proprio vocabolario la parola “arma”.