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Oggi consiglio comunale a Molfetta per azzerare la giunta e nominare l'assessore donna
27 aprile 2009

MOLFETTA - C'è grande attesa per il consiglio comunale di oggi alle 17.30 a Molfetta per le dichiarazioni del sindaco sen. Antonio Azzollini (foto) che dovrà accettare, suo malgrado, la decisione del Tar e del Consiglio di Stato che hanno respinto i suoi ricorsi contro la nomina di una donna all'interno della giunta comunale e hanno azzerato l'intera giunta comunale, invalidando anche gli atti compiuti da questi ultimi (chi paga?). Una battaglia persa in partenza che è costata solo tanti soldi ai cittadini molfettesi (tra onorari di avvocati e spese di giudizio) e che si sarebbe potuta evitare. Il nome che circola per questo incarico assessorile è quello di Annamaria Brattoli, già in giunta con il centrodestra, quando militava in An. Carmela Minuto, perciò, ha poche chance (il senatore non dimentica), malgrado sia tornata nel centrodestra con il Movimento “La Puglia prima di tutto” che fa capo al ministro Raffaele Fitto, dopo essere stata nell'Udc di Casini che gli ha preferito come commissario Pino Amato, non fidandosi del fatto che il fratello Pasquale era già passato con le truppe di Salvatore Greco nel Pdl. La nomina del nuovo assessore non sarà indolore: ha spaccato la maggioranza di centrodestra perché nessuno era disposto a fare un passo indietro, col rischio di restare fuori anche dal consiglio comunale. Né si poteva nominare un undicesimo assessore, in quanto il numero di 10 era già il massimo consentito (e anche troppo). Azzollini ha chiesto il sacrificio a Saverio Tammacco, che dopo essere passato da un po' di partiti, dai socialisti ad An, dal centrosinistra al centrodestra, era approdato nel Pdl proprio per avere un assessorato e un posto di potere. La sua candidatura alla Provincia gli avrebbe garantito un'altra poltrona e il cerchio si sarebbe chiuso. Ma Tammacco non essendo sicuro dell'elezione, ha preferito non rischiare puntando i piedi e irritando il senatore Azzollini. A questo punto il sindaco ha cercato di convincere un altro assessore, Mimmo Corrieri, magari promettendo anche a lui la candidatura e l'elezione alla Provincia, ma ha incontrato un duro ostacolo in Pasquale Mancini che da tempo scalpitava per avere quella poltrona provinciale, anche come premio per la sua fedeltà ad Azzollini e per essere il suo ariete contro gli avversari (un po' lo Schifani di Azzollini: devoto e in prima linea nell'aggressione degli avversari e della stampa non amica). Così, non potendo nominare l'undicesimo assessore, s'è dovuto inventare un altro incarico da affidare al rinunciatario, riuscendo anche a soddisfare un antico desiderio dello stesso Corrieri, quello di fare il city manager. In tal modo ha garantito a Corrieri un incarico di prestigio, duraturo nel tempo e ben retribuito ed è riuscito ancora una volta a quadrare il cerchio senza scontentare nessuno. E vissero felici e contenti… fino alla prossima litigata. Oggi ascolteremo le motivazioni che addurrà il sindaco per spiegare questa scelta che ha dovuto accettare suo malgrado. Sarà interessante sentire anche cosa dirà l'opposizione di centrosinistra che ha vinto una battaglia importante sul piano amministrativo, ma soprattutto politico.
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