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Oasi Torre Calderina esclusa dal Piano Faunistico  
15 aprile 2007

L'attenzione della città, posto poi che sia proprio così e che i molfettesi non pensino soprattutto ai fatti loro, è concentrata sul mega-intervento da 55 milioni e mezzo di euro per la costruzione del porto commerciale, sull'opera pubblica che dovrebbe portare il pane e pure le rose, stando a sentire coloro che l'hanno fortemente voluta. Nel frattempo in città accade altro, decisioni apparentemente insignificanti, ma che potrebbero lasciare queste sì un segno, e in negativo. Con una delibera di qualche settimana fa, la giunta comunale guidata dal sindaco-senatore Antonio Azzollini ha scelto di chiedere l'esclusione dell'Oasi di protezione “Torre Calderina”, posta fra Molfetta e Bisceglie, dal Piano Faunistico Provinciale e Regionale 2004-2009. La storia in poche parole è questa, la Provincia di Bari ha tra le sue competenze la redazione e l'approvazione dei Piani Faunistici Venatori Provinciali, comprendenti le Oasi di Protezione; per poterlo fare ha invitato il Comune di Molfetta, come tutti gli altri, a indicare le zone del suo territorio meritevoli di entrare in tale Piano e di essere quindi salvaguardate. La giunta Azzollini ha risposto inoltrando piuttosto richiesta di esclusione della parte molfettese ricadente nell'Oasi di “Torre Calderina”, comprese quella della Zona ASI. A giustificare la decisione, lo ha confermato a Quindici l'assessore all'Ambiente, Mauro Magarelli, il fatto che la zona non avrebbe a giudizio dell'attuale amministrazione più alcun valore sotto il profilo faunistico e naturalistico; prova ne sarebbe che il WWF di Bisceglie, nella relazione di riconferma dell'inserimento nel Piano della parte biscegliese aggiunga che «per ampie porzioni ricadenti nel territorio del Comune di Molfetta non è più necessario mantenere il vincolo avi-faunistico, per cui si ritiene necessario rivedere la perimetrazione dell'Oasi di Protezione “Torre Calderina” attraverso la riduzione della sua estensione». Lo strano è che si utilizzi il parere di un'associazione ambientalista di Bisceglie e non si senta il parere di quelle di Molfetta, cui non si fa cenno nel testo della delibera. Ora, che l'area non appaia agli occhi del profano esattamente come Quark e altri documentari ci hanno messo in testa debba essere un'oasi, cioè piante rigogliose, fiori e aironi in quantità, questo è facile capirlo, ma è altrettanto evidente che, soprattutto dopo gli ultimi atti di cementificazione selvaggia nelle zone di espansione, con un nuovo porto da costruire in prossimità, altro cemento e asfalto quindi, il tratto di costa fra Molfetta e Bisceglie, ancora pressoché intatto, sia da proteggere a tutti i costi, con ogni vincolo possibile, anche quello faunistico, cui si è rinunciato, invece, tanto facilmente. L'assessore Magarelli mette le mani avanti e chiarisce che “questa scelta non vuol dire affatto aprire il varco a costruzioni nell'area, il Parco si farà: mi impegno personalmente. Ci tengo tanto che ho commissionato rilievi aerei per monitorare proprio possibili illeciti edilizi”. Ma le situazioni politiche possono variare, mentre i vincoli, quando ci sono, restano lì e garantiscono. Una scelta miope, dal momento che non riesce a vedere la fauna che frequenta questo tratto di costa, a scorgere il valore potenziale di quest'area, da difendere in tutti i modi, non riesce ad andare oltre il leggero strato di degrado che copre una risorsa paesaggistica importante per il nostro territorio. Senza trascurare che la delibera riduce a nulla l'attività svolta da Agenda 21 o da Città Sane per promuovere la valorizzazione dell'Oasi, ignora le varie Relazioni sullo Stato dell'Ambiente redatte attingendo a non trascurabili finanziamenti pubblici, che ne hanno certificato l'importanza. E sfiora l'assurdo, visto che questo atto amministrativo finisce per contraddire precedenti atti della stessa giunta, per citare solo i più recenti: la delibera del dicembre 2006 che, fissando la politica ambientale del Comune, esplicitamente fa riferimento a Torre Calderina (come pure a Cala San Giacomo, compresa anch'essa nell'attuale oasi di protezione), oppure l'Adriatic Action Plan 2020, approvato solo lo scorso giugno, sottoscrivendo il quale l'amministrazione comunale s'era impegnata ad istituire entro tredici anni un vero e proprio parco nell'area di Torre Calderina, proprio muovendo dal riconoscimento del valore di quest'area.
Autore: Lella Salvemini
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