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Nuovo porto e risarcimenti a carico dei cittadini, chi sono gli assessori e i consiglieri comunali eletti, lo scandalo del depuratore nella rivista "Quindici" in edicola a Molfetta
07 agosto 2013

MOLFETTA - È in edicola con una bella copertina estiva del nostro Mauro Germinario (nella foto) e resterà per tutto il mese di agosto, il nuovo numero della rivista “Quindici”, il mensile leader del territorio, l’unico che fa opinione e fa discutere a Molfetta, completando così il panorama informativo offerto ogni giorno con "Quindici on line", il primo e più diffuso quotidiano in internet, con argomenti diversi e più approfonditi del giornale web. L'unico quotidiano locale al servizio dei lettori 365 giorni l'anno (festività comprese) con notizie in anteprima e in esclusiva e commenti liberi dei lettori.

Non mancano le pagine della cultura, della cronaca, dell’attualità, dello sport con vari argomenti e approfondimenti.
La notizia di copertina riguarda il nuovo porto e la richiesta di altri 17 milioni di euro di risarcimento che rischiano di pagare i cittadini di Molfetta, per gli errori compiuti dalla precedente amministrazione di centrodestra presieduta dall'ex sindaco sen. Antonio Azzollini.
L’editoriale del direttore Felice de Sanctis è dedicato al nuovo sindaco Natalicchio: Cara Paola, ti scrivo.
Per la politica vi facciamo conoscere da vicino gli assessori della giunta Natalicchio: eredità del passato, prospettive future e programmi.
LE INTERVISTE:
Bepi Maralfa: da ora a Molfetta si torna a rispettare le regole e viene ripristinata la legalità
Giovanni Abbattista: la triste verità sui lavori del nuovo porto
Rosalba Gadaleta: le priorità? Ordine, legalità, trasparenza
Serena la Ghezza: atti concreti e non solo spot come in passato
Betta Mongelli: Molfetta una città che apprende
Francesco Bellifemine: la scommessa? Un brand Molfetta
Sempre nelle pagine della politica vi facciamo conoscere tutti i volti del nuovo consiglio comunale.
Intervista alla matricola Davide de Candia (Pd): la mia prima volta da consigliere comunale. Abbiamo ereditato una città allo sbando, siamo seduti su un vulcano. 
Per il centrodestra abbiamo chiesto al consigliere Pietro Mastropasqua (SiamoMolfetta) un giudizio sulla sconfitta elettorale: abbiamo perso anche perché non siamo riusciti a comunicare. 
Altro scandalo è quello dell'Impianto di depurazione, disastro ambientale e gestionale ereditato, costato finora 8 milioni di euro. 
Nelle pagine di economia Francesco del Rosso si occupa della Ne.Mo, network della Meccanica molfettese che punta all’internazionalizzazione.
Questi gli altri argomenti:
Molfetta città dei ragazzi: torna Ti fiabo e ti racconto. Il programma dell'estate molfettese.
L’istituzione della “Mutualità Scolastica” nel 1910.
Marco de Santis: W Salvemini, le elezioni politiche del 1913.
Analisi del biopotere.
Il Duomo di Molfetta, una Chiesa tra Oriente e Occidente, un libro di Girolamo Panunzio.
Il Rotary al servizio del territorio: 5mila euro per la Lega del Filo d’oro.
Il giallo: Vegliando oltre il cancello: per un anno sola accanto ai cadaveri delle sorelle.
Successo dell’esercitazione di protezione civile, aggiornato il piano di emergenza.
Io, uno tra i centomila all’udienza di Papa Francesco in Piazza S. Pietro.
Una storia di storie: Tanella e il Duomo.
Magna Grecia mare e Portus Veneris, l'antica imbarcazione restaurata nei cantieri navali di Molfetta.
Nella rubrica delle lettere ospitiamo la replica alla campagna di diffamazione messa in atto da qualche foglio locale e dal centrodestra gettando fango su "Quindici" per vendere qualche copia in più e per giustificare la pesante sconfitta elettorale di Azzollini. La dura risposta del direttore chiude una polemica strumentale, messa in atto da chi non ha argomenti e getta discredito per nascondere i propri fallimenti umani, editoriali, giornalistici e politici.
Per lo sport: Pallavolo: è l’ora degli acquisti per rinforzare la squadra; lo stadio Paolo Poli cade a pezzi e le promesse dimenticate dell’ex sindaco Azzollini; Basket Gammauto, il presidente: sono rimasto solo, rischio il fallimento
 
Quindici, l’unico giornale con due giornalisti professionisti e le migliori firme (dalla cronaca, alla politica, all’economia, alla cultura, alla fotografia), che vi offre l’informazione completa e approfondita e le notizie che gli altri non danno.
Quindici, il giornalismo verità, di qualità.
 
Il numero in edicola, come sempre, è dunque ricco di contenuti e temi interessanti con tanti altri argomenti che non trovate su altri media e che vi terranno compagnia per un mese di piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport.
Affrettatevi ad acquistare la rivista “Quindici” in edicola, non vi deluderà come gli altri. Una rivista che vale molto di più di quello che costa. 
Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.
 
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L'Associazione Domenica è sempre Domenica, sita in Via dei matti n.0, trasmette quanto segue, ovvero la relazione del dottor Mabbrusce a riguardo le cure effettuate nel mese di agosto, operazione definita "du paparul abbrsciat". Preghiamo "Q" di renderla pubblica, per una questione di "etica professionale". - Considerando il tempo trascorso dall'”incidente” possiamo dire che il nostro lavoro è stato soddisfacente, purtroppo doloroso per tanti “abbrusciati”. Dopo aver valutato tutte le aree “bruciacchiate du paparul”, abbiamo stabilito i programmi di intervento. Siamo intervenuti con le plastiche Z, altri pazienti sono stati curati con il lipofilling per migliorare la consistenza e la qualità del “paparul abbrsciat”, altri ancora con la terapia con i fattori di crescita piastrinici PRP. Purtroppo per molti altri “abbrusciati” c'è necessità di un intervento chirurgico. In caso di paparul con impaccio estetico il discorso è più complesso. I pazienti rivorrebbero il loro “paparul” ("anche a costo di andare all'estero") ma non è così facile se non impossibile. I medici devono essere chiari sulle possibilità e miglioramenti per non illudere i pazienti. Sono state curate bruciature di primo grado, ovvero paparul abbrsciat in minore entità che si sono presentati solo con arrossamenti, associato a tumefazioni, dolori e bruciori locali. La maggior parte di questi abbrusciati sono guariti nell'arco del mese trascorso (agosto), anche se con qualche difficoltà causa la temperatura elevata estiva. Facendo bene i conti, una ventina di abbrusciati, purtroppo, dovrebbero ricorrere a un trattamento chirurgico. “U' paparul” è risultato ustionato più profondamente, con esiti cicatriziali gravi. Per questo motivo si rende necessario un trattamento chirurgico tempestivo, con la finalità di rimuovere i tessuti necrotici ed applicare innesti cutanei (dermo-epidermici). Nel complesso il lavoro svolto è stato più che soddisfacente. Ringrazio tutti i miei collaboratori, l'Ass.Cult. Domenica è Sempre Domenica per aver messo a disposizione i propri locali onde poter operare e intervenire con tranquillità. Personalmente sono soddisfatto per l'opera svolta e mi scuso con i pazienti se non sono riuscito a lenire completamente le loro pene. Sono sicuro che nell'arco dei cinque anni tutto si cicatrizzerà e tutto ritornerà normale quotidiano. Grazie e alla prossima. F.to dottor Felice Mabbrusce, specialista in “abbrusciature d'paparul”.
Invece è possibile Giuseppe, può essere! Da quel lontano 1945, nessuno lasciò un documento scritto su tutto quello che accadde quando gli americani andarono via dal nostro territorio, non potendo portarsi via tutti gli ordigni vari rimasti inesplosi. Bisognerebbe cercare e scavare, forse, negli archivi del Comune di Molfetta....chissà! Penso e credo che, documentazione in merito non ce ne siano per motivi consapevoli anche se, forse, anche illeciti. Molti pescherecci, furono requisiti dagli americani, per trasportare e scaricare materiale bellico rimasto e impossibile riportare negli U.S.A., il più al largo possibile, dietro compenso. Più viaggi facevano, più si guadagnava. Cosa può essere successo? Pur di guadagnare i poveri nostri nonni e bisnonni, non si recavano al largo per la discarica, uscivano fuori dal porto e a distanze non regolamentari scaricavano a mare tutto ritornando indietro per altri viaggi, così via di seguito. A chi interessava assicurarsi dove veniva scaricato il materiale bellico? Gli americani avevano ben altri interessi e fretta di ritornare in patria. Poi la fretta della ricostruzione, la felicità e le distrazioni della libertà tanta agognata e conquistata........intanto il tempo e gli anni passavano. Poi l'idea chi dice "geniale", altri dicono "infernale", della costruzione del Porto Nuovo.........qui il problema diventa torbido, come le acque circostanti il nostro vecchio porto e nuovo in embrione. Tutto questo è da considerarsi solo una ipotesi, senza colpe infierire a nessuno.







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