MOLFETTA - Ieri mattina al Presidio Ospedaliero “don Tonino Bello” di Molfetta si è tenuta la cerimonia di consegna del nuovo ecografo, donato dall’Opera Pia Monte di Pietà e Confidenze di Molfetta al Reparto di Medicina Interna. Progettato e realizzato in Italia, il nuovo apparecchio Mylab Class C è un sistema medicale di ultimissima generazione, completamente digitale e di recente immissione sul mercato. Costato all’incirca 77mila euro e potrà essere continuamente implementato attraverso l’aggiornamento di software che di volta in volta verranno acquistati grazie al lungimirante impegno non solo economico dell’Opera e secondo i principi di carità e solidarietà che ne contraddistinguono l’operato.
Ripercorrendo la storia del nosocomio molfettese, l’ing. Sergio de Ceglia, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia, ne ha ricordato la qualificata attività svolta in tutti questi anni e la capacità di essere sempre al passo coi tempi. Un incentivo per continuare a far bene è stata proprio la donazione di questo modernissimo ecografo che, come ha ricordato il dott. Emilio Mari,sarà utile a sveltire le diagnosi e a ridurre i tempi d’attesa.
Alla cerimonia di consegna ha presenziato anche il vescovo, mons. Luigi Martella, fra i primi sostenitori del progetto, che alla fine dell’evento ha benedetto l’ecografo (foto). Infatti, il vescovo della Diocesi ha rimarcato l’importanza del principio di sussidiarietà alla base di questa iniziativa che non si sarebbe potuta realizzare senza la sensibilità che da sempre anima ed è a fondamento dell’Opera Pia. Inoltre, la donazione è stato un tangibile esempio di come spesso l’altruismo e la benevolenza di alcuni enti possano sopperire a delle esigenze, in questo caso sanitarie, laddove lo Stato non riesce a provvedere.
Ed è proprio in un tale clima di incertezza economica, politica e di tagli alla sanità, previsti dal Piano di Rientro Ospedaliero della Regione Puglia, come ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Guglielmo Minervini, che bisogna massimizzare l’impegno poiché in futuro ci saranno sempre meno risorse economiche in ambito pubblico rispetto all’incremento dei bisogni.
Dunque, per far fronte ad una situazione che si prospetta alquanto precaria e poter vincere la battaglia della salute, bisognerebbe promuovere e sostenere servizi di prevenzione al di fuori delle strutture ospedaliere anche attraverso le diverse forme di volontariato ampiamente presenti sul nostro territorio. Insomma, come diceva mons. Mariano Magrassi, «non si tratta di aggiungere anni alla vita, ma di aggiungere vita agli anni», ovvero di qualificare la vita anche e soprattutto attraverso servizi sanitari idonei ad aiutare chi si trova in condizioni di sofferenza.
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