Nuovo anno scolastico tra disagi delle strutture e furti ripetuti: il caso dell'Alberghiero
I banchi di scuola tornano finalmente a ripopolarsi e prender vita. Banchi vecchi o nuovi, fa poca differenza. L’importante è che ci si ritrovi tutti insieme per continuare il percorso intrapreso. Certo è anche vero che oggi la scuola si è impoverita dei suoi mezzi, delle sue finanze, della possibilità di diffondere il sapere nelle modalità e tempistiche richieste dalla società. Quel culto del “bello” che si sviluppa tra le mura scolastiche non dipende, infatti, unicamente da ciò che si studia ed argomenta in classe. Proviene anche dall’ambiente socio-culturale in cui ciò viene seminato e maturato, inteso in senso fisico e mentale. Estremizzando, un alunno coltiverebbe un senso del bello differente se studiasse nella Reggia di Caserta piuttosto che in aule spoglie e bianche. Come potrebbe sviluppare un amore più forte per il sapere se si trovasse a far lezione con Aristotele. Ogni dettaglio rientra nell’educazione dello studente che necessita dei mezzi giusti per formarsi innanzitutto come persona e cittadino responsabile. Contestualizzando il problema nella nostra città, non poche sono state le occasioni in cui tale principio è venuto meno. Infatti, spesso gli alunni vivono male a scuola per disagi legati alle infrastrutture. Se a questo si aggiunge inciviltà, insolenza verso la pubblica amministrazione, a livello locale e nazionale, mancato rispetto verso il cittadino, perfino le fondamenta crollano. L’ultimo di questi episodi è avvenuto presso l’Istituto Alberghiero di Molfetta. Il 14 agosto, il primo di una serie di furti ha sottratto alla scuola rame, fili elettrici, suppellettili varie e un intero laboratorio di simulazione di impresa alberghiera. Ciò ha comportato oltre all’ingente perdita di materiale, la distruzione dell’impianto elettrico. Il primo intervento d’emergenza per il ripristino dell’alimentazione elettrica è avvenuto il 13 e 14 settembre. Quasi due settimane dopo, altri manutentori hanno ripristinato la fornitura idrica alle pompe (danneggiata dal furto dei fili elettrici delle caldaie). Gli alunni sono potuti ritornare all’interno della struttura succursale solo agli inizi di ottobre. Intanto hanno frequentato le lezioni presso la sede Centrale di Via Fornari (Apicella) con il doppio turno dalle 8 alle 11 e dalle 11 alle 14. Ciò ha provocato problemi di sicurezza per l’altissima concentrazione di studenti all’interno dell’edificio durante le ore centrali e disagi con i mezzi di trasporto. Infatti, la scuola, frequentata da circa 1.300 pendolari, ben il 75 % degli studenti, non poteva garantire un efficiente trasporto pubblico. Nonostante le varie sollecitazioni del preside prof. Antonello Natalicchio all’STP, la società non ha fornito un servizio che rispettasse gli orari del doppio turno: avrebbe dovuto trasportare lo stesso numero di passeggeri a prezzi raddoppiati. Accadeva, quindi, che spesso gli studenti arrivavano a scuola tre ore prima e andassero via tre ore dopo la fine delle lezioni. Ai problemi inerenti il furto, si aggiungono quelli presenti nella struttura di Via Fornari. Manca un buon riscaldamento perché l’impianto elettrico risale agli inizi del ‘900 e vi sono problemi di fornitura idrica, in parte risolti recentemente. Il preside Natalicchio si chiede come sia possibile che una scuola attorno a cui girano circa 12.000.000 euro tra stipendi, bollette, trasporti e soldi investiti dalle famiglie, sia poi bloccata da una manutenzione che non faccia funzionare un regime economico così alto. Non pochi sono i casi di problemi scolastici nella nostra città. Non mancano però, elementi positivi che segnano una rottura con il passato. Il Tecnico commerciale ha creato corsi sperimentali per l’uso dell’I-Pad per l’orario pieno dalle 8 alle 15 con settimana corta. Presso il Liceo Scientifico si sta costruendo una nuova palestra in modo tale che la scuola non sia più obbligata a condividerla con l’industriale. Il tecnologico- industriale sta costruendo un nuovo edificio sul suolo concesso dalla provincia per poter riunire tutti gli alunni in un’unica struttura. La scuola, quindi, non si arrende. C’è ancora la voglia di mettersi in gioco per scoprire cosa c’è oltre il nostro sguardo e cosa invece è contenuto in esso. C’è la passione dello stare insieme per condividere ciò che il mondo vuole comunicare. C’è chi è un po’ più svogliato e va a scuola credendo di perder tempo, ma senza di lui, chi strapperebbe quella sana risata? Ci sono presidi, professori, collaboratori e studenti che sono voce, pensiero e anima. E per quell’anima che ancora ci crede, anche se delusa o arrabbiata, la scuola non smette di camminare.
Autore: Maria Nicola Stragapede