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Nuovi assessori, il sindaco prende ancora tempo
22 maggio 2001

MOLFETTA – 22.5.2001 Il nuovo sindaco Tommaso Minervini prende ancora tempo per la nomina degli assessori. Anche se ha dichiarato pubblicamente di aver già deciso, il ritardo nell’annuncio ufficiale della squadra fa pensare a qualche problema all’interno della coalizione e fa fiorire il toto assessori. I nomi sono già in giro e questo riserbo del sindaco sembra un segreto di Pulcinella. Del resto la dichiarazione rilasciata in occasione del suo insediamento, avvenuto ieri sera, di voler modificare lo Statuto comunale per portare da 6 a 10 il numero degli assessori, fa capire come Minervini abbia bisogno di accontentare tutti e con l’allargamento della giunta riuscirebbe a soddisfare tutte le aspettative (ma chi paga? Il cittadino, naturalmente: cosa volete che siano 4 assessori in più in busta paga al Comune. Come esordio di chi si è richiamato al rigore nel corso di tutta la campagna elettorale, non è male). Come avevamo anticipato ieri il numero degli assessori per partito sarebbe rimasto intatto, con una piccola variazione: l’inserimento di Visaggio, che si dimetterebbe per far posto al primo dei non eletti del “Confronto”, Riccardo Di Giovanni. Dalle voci che circolano questa dovrebbe essere la squadra con i relativi incarichi: Mauro Brattoli con delega alla socialità e società e Antonio Ancona con delega la Bilancio (Forza Italia); Saverio Tammacco (sviluppo e attività produttive) e Mauro Magarelli (risorse umane), entrambi di Alleanza Nazionale; Franco Visaggio del “Confronto” che avrebbe i Lavori pubblici e Pietro Uva, esterno, segretario dei Repubblicani, al quale andrebbe l’Urbanistica. Resterebbe fuori il rappresentante del Cdu, forse in virtù dei contrasti ancora in corso fra la Minuto e Facilone, di cui abbiamo riferito ieri. Alla presidenza del consiglio dovrebbe andare Pino Amato, rimasto fuori dal gioco assessorile e questo gli permetterebbe di non dimettersi (a scanso di rischi), ma non è escluso che possa essere lo stesso Cdu a rivendicare quella poltrona. Insomma, difficile far quadrare il cerchio, anche perché le presidenze degli enti sarebbe già state assegnate. Di qui la trovata “geniale” di aumentare il numero degli assessorati e quadrare i conti.
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