Non poteva guidare la moto di grossa cilindrata e non aveva la patente, il giovane morto nell'incidente a viale Pio XI a Molfetta
MOLFETTA – Due presunti omicidi stradali a distanza di 24 ore stanno mettendo a dura prova gli inquirenti e in particolare i vigili urbani di Molfetta che stanno cercando di mettere insieme i maggiori particolari possibili, sia per definire esattamente le dinamiche, sia per consegnare il materiale al magistrato che dovrà poi accertare le relative responsabilità.
Per quanto riguarda l’incidente di giovedì scorso a viale Pio XI all'altezza del complesso "Le mimose", è emerso che la vittima Vito Tota di 20 anni non avrebbe potuto guidare lo scooter di grossa cilindrata (una Yamaha 500) che lo ha condotto alla morte nello scontro con il Suv: non aveva l’età prevista dalla legge (occorrono 24 anni) e nemmeno la relativa patente.
Altri particolari: la moto non era nemmeno assicurata, mentre sembra che ci fosse una vettura in sosta nello spazio riservato ai disabili, senza la relativa autorizzazione. Questo significa che alla già ridotta visibilità per chi esce dal garage del condomino delle Mimose, si aggiunge la difficoltà provocata dalla presenza di una vettura in sosta, che spinge il conducente a farsi ancora più avanti, col rischio di non riuscire a schivare una moto che arriva a velocità sostenuta, pur in una strada a senso unico, ma non con diritto di precedenza.
Queste situazioni, se verificate, potrebbero ridurre la responsabilità del conducente del Suv.
Il Pm del Tribunale di Trani, Simona Merra e il comandante della polizia municipale cap. Giuseppe Gadaleta, sperano di acquisire ulteriori elementi di indagine dalle telecamere di sorveglianza che si trovano nelle vicinanze.
Intanto si attendono gli esiti dell’autopsia sul corpo del giovane Tota per accertare le cause della morte, per verificare se ci siano o meno lesioni interne, che sembrerebbero assenti, almeno da quello che risulterebbe da una prima perizia.