MOLFETTA - Ritorno al passato. Il film del 1998 con la regia di Jean-Marie Poiré è una commedia fantastica. Al di là del fattore cinematografico, la candidatura a sindaco dell’avvocato molfettese Ninnì Camporeale (nella foto, il secondo da sinistra con Accanto Pasquale Mancini) rappresenta un ritorno al passato, perché probabilmente ancorato alla gestione e ai diktat dell’ex sindaco Antonio Azzollini.
In pieno stile cine-panettone, la presentazione al pubblico della candidatura a sindaco dell’ex presidente del Consiglio comunale era ormai ineluttabile, perché nelle ultime settimane erano lentamente venuti meno i dubbi sulla sua eredità politica “al trono” (di cartone) del Comune di Molfetta. A sostenere il candidato azzolliniano erano presenti politici di “vecchia data”, che dovrebbero assicurare esperienza e volti nuovi che avranno il compito di rilanciare il Pdl a Molfetta. Più volte questo centrodestra si è dichiarato vincente già in partenza, forse per esorcizzare uno spettro dietro l’angolo: l’incertezza di perdere è sempre in agguato, nonostante i proclami di facile vittoria.
«Stiamo presentando in anticipo il candidato sindaco del centro destra moderato rispetto al rollino di marcia politico tradizionale - le prime fibrillanti dichiarazioni del segretario Pdl Molfetta, Pasquale Mancini (nella foto, il terso da sinistra) -, ma non per questo la scelta del candidato è stata semplice». È vero che dallo scorso ottobre, dopo le dimissioni di Azzollini, non era certo stata un mistero la candidatura di Camporeale, nonostante alcune diatribe interne a quello che Quindici ha ribattezzato “cerchio magico della nutella”: secondo indiscrezioni, “Ninnì”, candidato in pectore da sempre al “trono di cartone” (quello vero, nell’impero della nutella, sarà sempre di Antonio), non avrebbe voluto ricoprire di buon grado il ruolo di mero “amanuense”, esecutore di ordini del capo e firma-carte, dopo una possibile, ma non affatto certa, elezione. Infatti, la sua ufficialità potrebbe essere stata una polpetta mal digerita da alcuni esponenti di spicco del centrodestra locale.
«È una candidatura che accetto con onore e con piacere, ma consapevole delle difficoltà - ha esordito Camporeale -. Noi all’antipolitica opponiamo la buona politica tenendo conto di tutte le istanze e le problematiche che ci attanagliano». Come aveva già fatto Azzollini, anche in questo caso il fiore all’occhiello della campagna elettorale pare sia ancora la costruzione del nuovo porto commerciale, seguendo le orme del suo predecessore: «il porto lo facciamo e sicuramente servirà per far crescere e sviluppare energie lavorative e l’obiettivo è rendere fruibile questa grande opera e a contestualizzarla nelle rotte che contano in brevissimo tempo».
Inoltre, non è mancato un riferimento alla consiliatura appena conclusa e all’amministrazione Azzollini uscente, che alle sue ultime battute ha evidenziato tutta la sua fragilità con dimissioni e ingressi a sorpresa: «la nostra è un’amministrazione che si è sciolta non per vicende giudiziarie, ma semplicemente per un cavillo giuridico riguardante il senatore Azzollini».
«Molfetta ha uno dei bilanci economici migliori della penisola. La conservazione di un ponderato bilancio comunale avrà sicuramente priorità assoluta. Tendo a precisare che la Giunta Azzollini ha fatto si che Molfetta possa attualmente definirsi una delle città più virtuose d’Italia - ha aggiunto Camporeale -. Il mantenimento di tale condizione potrà continuare ad essere realtà in questo tempo di tagli attuati dal governo centrale solo attraverso l’elevazione dei servizi». Tuttavia, è opportuno sottolineare che il bilancio comunale del 2012 è stato rattoppato dai 9 milioni di euro, per fortuna loro (e dei cittadini) rientrati in extremis dal Ministero dell’Interno che, con il decreto del 19 ottobre 2012, ha rideterminato le riduzioni di risorse per i Comuni, assegnando al Comune di Molfetta un Fondo Sperimentale di Riequilibrio (come Quindici spiega nel numero di dicembre in edicola).
I giovani, l’altro tema affrontato da Camporeale: «ai giovani verrà concessa maggiore attenzione con l’eventuale istituzione di un assessorato alle Politiche Giovanili». Sintomatico il termine «concessione» che potrebbe essere interpretato come «concessione imperiale», termometro del vero concetto di democrazia che ha caratterizzato il centrodestra locale negli ultimi anni.
Il programma politico e il candidato del centrodestra moderato sarà appoggiato, oltre che dal Pdl, anche da Futuro e Libertà, da Italia Futura (la lista di Montezemolo che, però, pare abbia già palesato molte perplessità su questa tipologia di schieramento “telecomandato dal senatore” e si trova in imbarazzo in compagnia di Azzollini, per cui cercherà di dimostrare che appoggia Camporeale, ma è distante da Azzollini, con le solite alchimie della politica), da La Destra di Storace (qualche centinaio di voti), e da diverse liste civiche (ancora ignote, forse da aggregare in qualche bar), tra cui la Lista Schittulli, che a livello provinciale era data in emigrazione verso il centrosinistra.
«Non possiamo ancora parlare di una coalizione già definitiva e chiusa dato che sarà aperta a futuri e immediati nuovi apporti - ha proseguito Ninì Camporeale -. La nostra è una coalizione di centrodestra allargata». Un invito definito che, però, richiama le turbolenze dello scacchiere politico tra i partiti di centro. E tutti quelli che stanno scappando da Azzollini?
Infatti, di fronte all’assenza di un candidato condiviso e al rigetto mostrato da alcuni politici del centro e centrosinistra locale verso il candidato politico piddino, non è escluso che altri partiti rimpolpino il centrodestra moderato, perché stanchi del vuoto spinto nel centrosinistra locale, delle strumentalizzazioni personali e politiche e di inutili veti incrociati (a quanto pare, le primarie sarebbero stato anche accantonate).
Finale il riferimento alle prossime imminenti amministrative (con molta probabilità nell’election day del 24 febbraio), in cui concorreranno, almeno per ora, Giovanni Abbattista per il Pd, Sergio Magarelli per i l'IDV e Bepi Maralfa con il movimento indipendente Linea diritta per un progetto civico-politico di vero ed autentico radicale rinnovamento. Anzi, è probabile che la riedizione centrodestrina del 2008 sia stata determinata proprio dall’autorevole candidatura del Maralfa, le cui quotazioni sono fortemente in ascesa all’interno della cittadinanza attiva e anche del mondo cattolico, al di là del classicistico tripolarismo muscolare destra-centro-sinistra.
«Con Maralfa non voglio scontrarmi, ma misurarmi con le idee e con i programmi - ha dichiarato Camporeale, forse perché Maralfa, il nuovo che avanza per davvero, rappresenta l’unico ostacolo concreto alla vittoria del centrodestra -. Gli faccio un grosso in bocca al lupo e mi auguro di vedere una battaglia improntata sulla lealtà». L’ineluttabile conclusione della conferenza, a Pasquale Mancini: «Molfetta è una grande città ed ha bisogno di esperienza, candidare il nuovo fine a se stesso potrebbe essere un "non senso" dai grillini a Maralfa».
In sostanza, Mancini avrebbe lasciato intuire quanto la candidatura di Camporeale sia ben lungi da rappresentare una vera innovazione. Un’inaspettata convergenza di opinioni con i cittadini liberi e indipendenti di Molfetta. Il cinepanettone sembra essere iniziato. Una specie di Ritorno al passato, o il remake di un film horror già visto.
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