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Nettuno Molfetta, un'amara retrocessione in C2 CALCETTO
15 maggio 2004

Si conclude nel peggiore dei modi il campionato del “Nettuno Molfetta” calcio a cinque, che retrocede in serie C2 dopo un campionato sicuramente al di sotto delle aspettative. Un girone di ritorno fallimentare ha costretto i biancorossi agli spareggi salvezza contro il Putignano, che hanno fatto registrare una risicata vittoria dei molfettesi in casa (4-3), e una incredibile debacle esterna (7-0), con la meritata retrocessione. È ancora più significativo sottolineare che l'organico del Nettuno non era assolutamente da ultimi posti, ed infatti durante il girone d'andata la società del presidente Papagni ha veleggiato anche al quarto posto. Poi infortuni, squalifiche e problemi di spogliatoio, con il cambio di allenatore prima dei play-out, hanno fatto il resto. In una stagione in cui è davvero difficile salvare qualcuno, dobbiamo dare atto al presidente Tonio Papagni di averci messo tutto l'impegno possibile, andando anche oltre. Per due partite è stato anche mister, e per gli spareggi salvezza è tornato a difendere i pali della sua porta, dopo un'assenza di sei anni. È stato il migliore in campo in entrambi gli incontri con il Putignano, terminando espulso sullo 0-1 la partita di ritorno, ed uscendo dal campo tra gli applausi dei sostenitori locali. La squadra molfettese, però, ha fallito completamente il match di ritorno, riuscendo a stento ad effettuare qualche tiro in porta. Abbiamo sentito proprio il presidente del Nettuno, con cui abbiamo analizzato la stagione appena terminata, e a cui abbiamo chiesto come intende portare avanti il suo progetto. Presidente, un bilancio della stagione 2003/2004. “Sicuramente negativo, sono molto deluso dal rendimento della mia squadra, nonostante tutti gli sforzi, miei e degli altri dirigenti. È mancata anche la grinta. La cattiveria agonistica, che ho voluto testimoniare tornando in campo”. A proposito del suo rientro, può dirci com'è andata? “Mi sono allenato per pochi mesi, perché inizialmente non avevo l'intenzione di scendere in campo, poi la situazione mi ha costretto a farlo”. Con ottimi risultati. “Direi di sì, e di questo sono parecchio contento, anche se erano sei anni che non giocavo, ed all'inizio ho accusato qualche dolorino di troppo. Ma sono riuscito a far ricredere qualcuno un po' scettico sulla mia scelta, e a dimostrare a qualche mio giocatore come si sta in campo. Peccato di non essere riuscito a conquistare la salvezza. Ma ricordo le facce degli attaccanti del Putignano, increduli di non riuscire a segnare”. Dopo questa retrocessione cosa pensa di fare? Ci sono possibilità di ripescaggio? “E' una strada difficile, e comunque è presto. Ad ogni modo, certamente svincolerò tutti i giocatori attualmente in organico, che mi hanno deluso. Forse il solo Di Leo rimarrà. Il mio sogno è quello di coinvolgere alcuni miei amici, i miei ex compagni di squadra nel Bisceglie di qualche anno fa, in serie B. Con quella squadra non avremmo difficoltà a risalire prestissimo”. E se questa possibilità sfumasse? “Il piano alternativo è quello di una squadra di giovanissimi, con un progetto a scadenza più lunga, visto che in C2 non c'è retrocessione. Io non mollo”. Michele Bruno michele.bruno@quindici-molfetta.it
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