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Nella Zes a Molfetta la Regione lascia le briciole: solo 20 ettari
15 gennaio 2019

Importanti prospettive per la nostra città. Molfetta, infatti, è interessata alla ZES Adriatica. Ma di cosa si tratta? ZES è l’acronimo di Zone Economiche Speciali. Per favorire la crescita economica del Mezzogiorno, lo Stato ha deciso di istituire delle agevolazioni economiche, finanziarie e amministrative rivolte alle imprese, sia che si tratti di soggetti già operanti, sia che si tratti di nuove imprese che decidano di insediarsi in specifici territori. Lo stanziamento previsto è di circa 200 milioni di euro, da utilizzare tra il 2018 e il 2020. Il provvedimento comporta benefici fiscali, come l’applicazione, in relazione agli investimenti effettuati da un’impresa, di un credito di imposta proporzionale al costo dei beni acquistati, entro il 31/12/2020 (nel limite massimo) per ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro. Per ottenere questi benefici, però, le imprese devono mantenere le attività nella ZES per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento interessato dalle agevolazioni (pena la revoca dei benefici concessi e goduti) e non devono essere in liquidazione o in fase di scioglimento. La Legge di riferimento è la n. 123/2017 che ha trasformato in legge il Decreto Legislativo n. 91/2017 (più noto come Decreto del Sud). Gli articoli 4 e 5 di detto provvedimento istituiscono ZES nelle regioni Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia, alle quali si aggiungono Abbruzzo e Molise. Interessate le aree del Sud collegate a zone portuali. Una ZES, per essere definita tale, dunque, deve comprendere un’area portuale, collegamenti alla rete transeuropea di trasporti, con caratteristiche stabilite da un preciso regolamento comunitario, deve essere istituita in una zona geografica chiaramente delimitata e identificata. Qualora un’area territoriale non sia immediatamente contigua a quella principale, per essere inserita, deve presentare un “nesso economico funzionale” con la zona portuale. Per la Puglia sono previste due ZES: Adriatica e Jonica. La proposta progettuale per l’istituzione delle zone economiche speciali è stata approvata dalla Giunta regionale con delibera n. 1441 del 2 agosto scorso. Tralasciamo in questo contesto la ZES Jonica che riguarda l’area tarantina e concentriamoci sulla ZES Adriatica che coinvolge la nostra città. «La ZES Adriatica (connessa ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi e agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi, e Foggia, dell’interporto regionale della Puglia, della piattaforma logistica di Incoronata) – si legge nella nota stampa rilasciata dal consigliere regionale Enzo Colonna, all’indomani dell’approvazione della delibera regionale – comprende una vasta area di circa 2668 ettari che, oltre alle aree portuali e aeroportuali, include: il polo di Foggia (con la zona industriale di Manfredonia e l’agglomerato ASI Foggia-Incoronata), il polo di Barletta (con la zona industriale di Barletta), il polo di Bari (con la zona P.I.P. di Bitonto, l’agglomerato ASI di Bari-Modugno, la zona industriale di Altamura, la zona P.I.P. di Gravina, le zone industriali di Monopoli e Molfetta)…». Per la verità si tratta di un’area interregionale che comprende anche il Molise. Lo scorso 18 dicembre la Regione Molise ha inviato in Puglia il proprio Piano Strategico, elemento necessario per definire nel dettaglio l’iter amministrativo che consentirà l’effettiva istituzione della ZES. Per la Puglia sono interessate, dunque, aree pari a 942 ettari nella provincia di Brindisi, 446 nella provincia di Foggia, 378 in quella di Lecce, 269 per il polo della città di Barletta e 633 nella provincia di Bari (nella quale, appunto, ricade Molfetta). Qui si pone una questione fondamentale. Da quanto si legge nella Determinazione dirigenziale del settore attività produttive n. 986 dello scorso settembre, la Giunta Regionale ha riservato «in prima battuta, 20 ettari al territorio del Comune di Molfetta da inserire nel piano strategico predisposto per l’istituzione della “ZES Adriatica”». “In prima battuta”, indicherebbe la possibilità di un successivo ampliamento? Anche perché 20 ettari, su oltre 500 dell’intera area, per una realtà come Molfetta, che vanta una delle più grandi zone industriali del territorio, con la presenza di 350 aziende, con 37 categorie rappresentate, 12 mila dipendenti, appare assolutamente insufficiente. Intanto il Comune ha incaricato due professionisti, il geometra Gaetano La Mastra e il disegnatore Mario Cascarano, della redazione di una serie di informazioni per rispondere alle richieste avanzate dalla Regione Puglia. Va sottolineato, infatti, che il Servizio Attività Economiche regionale, lo scorso 30 agosto, ha richiesto al Comune una serie di informazioni (redazione di cartografia in shapefile con relativo database e rappresentazione in ambiente Q-gis di tutte le aree pertinenti la zona ASI, La zona Pip, il comparto 21, il comparto 25 e zona portuale) relative all’area assegnata a Molfetta «al fine di evidenziarne i lotti, l’inquadramento urbanistico, le percentuali edificate, l’elenco delle ditte insediate, gli identificativi catastali, l’esistenza di vincoli ed infrastrutture esistenti». Quindici continuerà a seguire l’evolversi dell’intervento che non potrà che incidere positivamente sul tessuto economico del territorio. ©Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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