Muro della vergogna
Scempio abbiamo definito la cementificazione delle prima cala. A qualcuno questo termine potrà apparire eccessivo, forse altri riterranno che la cosiddetta “ristrutturazione” della spiaggia sia una cosa utile, rispettiamo le loro opinioni, ma permetteteci di esprimere le nostre, come sempre, in assoluta libertà.
Innanzitutto il problema più grave ci appare la scelta di un intervento frettoloso, senza un progetto, né un'autorizzazione demaniale, né una delibera o una dirigenziale che attesti gli impegni di spesa. Manca perfino il cartello dei lavori, come la stessa amministrazione comunale ha ammesso in consiglio comunale, sfiorando il ridicolo con la giustificazione di un intervento urgente a tutela dei bagnanti.
Come è possibile violare l'ambiente consentendo una colata di cemento per un muro alto 3 metri proprio sulla battigia, ponendosi allo stesso livello di privati (il riferimento è al lido “Scoglio d'Inghilterra”).
A proposito di ambiente, come si giustifica l'assenso al progetto da parte del Wwf che ha anche piantato le proprie bandiere sul “muro della vergogna”? Se si voleva “ristrutturare” la spiaggia, si doveva prima sbancare tutto, togliere i detriti, risistemare gli alberi (anch'essi piantati senza un progetto, per cui oggi, il responsabile del Wwf locale, giustifica il muro come necessità di salvaguardare gli alberi) e lasciare la spiaggia alla sua naturale evoluzione. Si è voluto, invece, violentare la natura con il rischio che, come spiega l'esperto in queste pagine, l'azione erosiva del mare venga amplificata.
Si è tentato perfino di giustificare l'intervento come rimedio alla vergognosa tendopoli estiva. Ma, non sarebbe stato sufficiente, che i vigili urbani sanzionassero – cosa che non hanno mai fatto – i campeggiatori abusivi, invitandoli a sgombrare. E ora che accadrà se ora gli stessi campeggiatori si sistemeranno all'ombra degli alberi, ringraziando l'amministrazione per l'ombra gratuita concessa e il muro che servirà a ripararli dalla tramontana, prolungando così la loro permanenza? In questo caso i vigili verranno attivati?
E non si venga a parlare di degrado della prima cala. Lì c'era solo sporcizia, che andava pulita (a proposito, chi pulirà la sporcizia successiva ai concerti previsti per l'estate?), perché già da qualche anno, con la collaborazione dei bambini delle scuole elementari, si stava recuperando la zona. Sul nostro giornale quotidiano in Internet (www.quindici-molfetta.it) si è aperto un grande dibattito, a conferma che il problema è sentito. A Bari hanno ristrutturato la spiaggia di “pane e pomodoro”, i nostri amministratori potevano prendere esempio dal centro-destra del capoluogo, realizzando anziché un muro di cemento, servizi per i bagnanti, lasciando stare la spiaggia. Perché non si è pensato che ora sottraendo spazio al parcheggio delle auto, si sono creati ulteriori disagi ai cittadini, soprattutto a coloro che hanno bambini piccoli, costringendoli magari a parcheggiare sulla strada (saranno prontamente sanzionati, per fare cassa al Comune?). Perché, in alternativa, il sindaco non ha pensato a una spiaggia in città risistemando la spiaggia del lungomare?
Insomma, una caduta di stile. Nel primo, unico intervento di questa amministrazione comunale si deve registrare la prevalenza della “legge del cemento” (frutto di un'astinenza da cemento in città?) su quella della razionalità. E la “vergogna” anziché essere nascosta, è stata addirittura ostentata con una manifestazione pubblica. E' il colmo!
Autore: Felice de Sanctis