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Multiservizi, spaccatura nella maggioranza:FI e AN ai ferri corti
15 settembre 2005

A qualche giorno di distanza dall'uscita dall'aula, al momento dell'approvazione del bilancio consuntivo, di tre consiglieri comunali di Alleanza Nazionale (De Palma, De Nicolò e Di Molfetta) che ha rischiato di determinare la caduta dell'amministrazione ed il conseguente commissariamento del Comune, un'altra evidente spaccatura tra Forza Italia ed An è andata in scena durante il Consiglio Comunale dello scorso 29 agosto. Una frattura netta e clamorosa quella che oppone i due principali partiti della coalizione di centrodestra che si è manifestata chiaramente nel corso della discussione in merito alla proposta (avanzata dal sindaco Minervini e sostenuta da Forza Italia) di acquisizione, da parte del Comune di Molfetta, della partecipazione azionaria detenuta da “Italia Lavoro” nella Multiservizi, ma sulla quale Alleanza Nazionale ha manifestato tutta la sua contrarietà. Per meglio comprendere la questione ricordiamo che la “Molfetta Multiservizi S.p.A.”, costituita nel 1997 per la gestione dei servizi pubblici locali, è una società detenuta al 51 % dal Comune di Molfetta ed al 49 % da “Italia Lavoro”, società del Ministero dell'Economia che opera, su tutto il territorio nazionale, al fine di promuovere e realizzare attività ed interventi diretti alla creazione di occupazione, specie nelle aree territoriali depresse, anche attraverso la nascita di aziende in partnership con gli Enti locali, come nel caso della nostra Multiservizi. All'interno dei patti parasociali, stipulati all'epoca della costituzione della società tra il Comune e l'allora GEPI (poi divenuta “Italia Lavoro”), era inserito l'obbligo (per altro stabilito anche dalla legge) per il socio di minoranza di cedere, nel termine di cinque anni dall'atto costitutivo e terminata così la fase di start up dell'azienda, l'intera partecipazione azionaria del 49% ad un partner affidabile e di comprovata esperienza, selezionato attraverso un bando di gara ad evidenza pubblica. Circa due anni fa, ed esattamente nel novembre del 2003, giungeva al Comune di Molfetta una nota di “Italia Lavoro” con cui detta società manifestava la sua intenzione di cedere la partecipazione azionaria detenuta nella Multiservizi, trasmettendo al Comune la bozza di avviso di gara (che lo stesso Comune ha recepito solo un anno e mezzo dopo, con una delibera del maggio 2005) ed avviando così l'iter per la procedura ad evidenza pubblica. A questo punto la vicenda sbarca in Consiglio Comunale con la proposta, avanzata dal sindaco Minervini in una relazione letta in aula, di acquisire direttamente (e cioè senza alcuna gara ma solo attraverso una trattativa privata tra le parti) da “Italia Lavoro” il pacchetto azionario di minoranza, in modo da ottenere così il controllo totale sulla società da parte del Comune, motivando questa scelta sia nella prospettiva di una riprogrammazione di tutte le attività di quest'ultimo e di un suo riposizionamento strategico, ma anche per garantire l'attuale livello occupazionale che l'eventuale entrata nella compagine societaria di un imprenditore privato potrebbe in qualche misura pregiudicare. In sostanza l'Amministrazione chiedeva al Consiglio una “delega in bianco” per andare a trattare con “Italia Lavoro” la cessione del 49 % della Multiservizi, utilizzando a questo scopo i dividendi della società spettanti al Comune e risultanti dall'ultimo bilancio approvato. Ma qui è scoppiata la baruffa, con Forza Italia a difendere la proposta del sindaco (per bocca del consigliere Giusi De Bari, nel silenzio imbarazzato ed assordante di tutti gli altri) e l'opposizione compatta a contestarla con gli interventi di Angione, De Robertis (“Laboratorio”), Cataldo (“Rifondazione Comunista”), Sasso e Sallustio (Margherita) che avanzavano forti dubbi su tutta l'operazione, considerando una forzatura inammissibile dover procedere ad una scelta strategica così importante, sia per la Multiservizi che per le casse comunali, senza avere a disposizione tutta la documentazione a riguardo e senza essere stati messi nelle condizioni minime indispensabili per valutarne appieno l'opportunità. Ma il “colpo di scena” è arrivato quando ha preso la parola Damiano De Palma, consigliere comunale di An che è andato giù subito duro, sostenendo che la convenienza economica per il Comune di tutta l'operazione non è per niente dimostrata ed anzi questa acquisizione potrebbe portare gravi danni erariali per l'Ente, avanzando anche seri dubbi sulla veridicità del bilancio della Multiservizi che, per quanto “certificato” (come quello della Parmalat prima dello scandalo…), conterrebbe più di una incognita. Molto meglio, per Alleanza Nazionale, collocare quelle azioni sul mercato in modo tale da ottenere due benefici: da un lato capire realmente, attraverso una gara pubblica trasparente, quale sia il valore reale della società e della partecipazione azionaria detenuta dal Comune, mentre, dall'altro, l'aperture della Multiservizi ai privati consentirebbe di introdurre, nell'azienda, quei criteri di efficienza, efficacia ed economicità che dovrebbero ispirare l'agire pubblico ma che non sempre vengono rispettati. La “bomba” era scoppiata. La maggioranza su un punto così delicato rischiava di andare sotto e così il sindaco Minervini, su invito esplicito del consigliere Pietro Centrone, cercava una mediazione ritirando la proposta di ordine del giorno che conteneva la “delega in bianco” per andare a trattare con “Italia Lavoro”, e presentando un altro testo, concordato con tutte le opposizioni, molto diverso e decisamente meno vincolante (approvato all'unanimità) che prevede il mandato alla giunta, al sindaco ed al dirigente responsabile di “avviare ogni utile istruttoria per consentire al Consiglio Comunale di poter appieno deliberare sulla eventuale acquisizione diretta proposta”. In sostanza per il momento non se ne fa nulla, e si rimanda tutto ad una futura seduta di Consiglio in cui, dopo una accurata istruttoria, si dovrà decidere se procedere o meno a questa delicata operazione. Fino ad allora si cercherà di ricompattare una maggioranza ormai allo sbando. Intanto restano i veleni tra gli esponenti del centrodestra, assieme alle voci che vorrebbero la posizione assunta da Alleanza Nazionale motivata dal fatto che ci sarebbe un suo autorevole rappresentante che sembrerebbe aver messo gli occhi su quel 49% della Multiservizi e che avrebbe già manifestato la sua intenzione di partecipare alla gara per aggiudicarselo, incontrando però il netto veto di Forza Italia. Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it
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