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Multiservizi, le manovre del Comune e i silenzi della politica
15 gennaio 2006

Sarà demandata ad un bilancio straordinario, da redigere in contraddittorio tra un consulente del Comune e uno di “Italia Lavoro”, la valutazione della Multiservizi S.p.A., da cui si ricaverà il prezzo che il Comune dovrà sborsare per il 49% delle azioni detenute da “Italia Lavoro”. È l'ultimo capitolo della vicenda relativa alla scelta del Comune di divenire unico proprietario dell'azienda, che si occupa della gestione di verde pubblico, manutenzione strade, segnaletica stradale, illuminazione, pulizia di edifici e verifica controlli sugli impianti termici. La Multiservizi Spa fu costituita nel '97 tra il Comune di Molfetta (51%) e Gepi, oggi “Italia Lavoro” (49%), una società del ministero dell'Economia, che nell'ambito della promozione di nuove attività, può partecipare direttamente in partnership con gli enti locali, alla creazione di società per la gestione di alcuni servizi comunali. Nei patti sociali fu stabilito l'obbligo per il socio di minoranza di cedere la propria quota dopo 5 anni dall'atto costitutivo, con l'impegno del Comune di indire un bando di gara per l'individuazione di partner privati affidabili e di provata esperienza nella gestione dei servizi. Nel 2004 fu la stessa “Italia lavoro” a indire una gara pubblica, cui pare abbiano risposto in tre. La gara però non fu espletata, per la richiesta del Comune di poter verificare l'opportunità dell'acquisto diretto. Il 28 agosto scorso, il sindaco portò in Consiglio comunale la proposta dell'acquisto in nome di un non meglio precisato “riposizionamento strategico dell'azienda” e cercò di ottenere dall'aula un mandato alla trattativa, ma fu stoppato, non tanto dalle rimostranze delle opposizioni, quanto da un duro intervento di Damiano De Palma, allora in Alleanza Nazionale, che definì l'operazione dannosa per il Comune sia sotto il profilo politico che economico. Messo all'angolo, il sindaco accettò un documento, concordato con l'opposizione, votato poi all'unanimità, che prevedeva un blando mandato “di avviare ogni utile istruttoria per consentire al Consiglio comunale di poter appieno deliberare sulla eventuale acquisizione diretta”. Il messaggio era chiaro: porta in aula una proposta concreta e poi ne riparliamo. Successivamente il sindaco si è mosso secondo la seguente strategia: concordare il prezzo con la controparte, distribuzione degli utili prodotti negli anni dall'azienda, con cui acquistare il pacchetto azionario, approvazione da parte del Consiglio comunale, definizione formale dell'acquisto. Il prezzo proposto dal Comune e che “Italia Lavoro” ha manifestato di gradi, è di Euro 270mila, pari al 49% del capitale sociale (euro 551.211), desunto dal bilancio certificato al 31.12.04. Per la copertura finanziaria si sarebbero distribuiti gli utili pregressi accantonati nel Fondo di Riserva Straordinario, che ammontano a euro 564.780, che significa per il Comune un incasso di euro 294.814 (51%). Quindi un acquisto senza indebitamento. Sembrava tutto pronto, al punto che la Giunta deliberava (n° 236 del 19.12.05) la proposta per il Consiglio comunale. Ma il successivo passaggio, l'assemblea dei soci della Multiservizi, che doveva deliberare la distribuzione degli utili pregressi, non si concretizzava, perché consulenti della stessa Multiservizi avevano redatto una relazione con rilevanti rettifiche sul valore patrimoniale dell'azienda. In pratica il prezzo veniva messo in discussione e non si sa se in aumento o diminuzione. Da qui la scelta, come abbiamo detto prima, di una valutazione in contraddittorio tra le parti, formalizzata in una nuova delibera (n° 262 del 28.12.05). La Giunta è stata costretta ad un nuova delibera in cui si legge che per la valutazione dell'azienda si sarebbe fatto un bilancio aggiornato e certificato in contraddittorio tra un consulente del Comune e uno di “Italia Lavoro”. La successione di questi fatti sembra una normale diatriba tra le parti per spuntare il prezzo migliore, caratterizzata dalla frenesia del Comune di chiudere al più presto l'operazione. Per come si sta svolgendo la faccenda o qualcuno ha fatto male i conti o li ha fatti senza l'oste. Una cosa è certa, ci troviamo di fronte ad un'operazione fuori mercato, alla faccia del liberismo decantato dal centrodestra da Roma in giù, su cui non si è sviluppato in città e tra i partiti nessun dibattito sull'esperienza della società mista Multiservizi, sui pro e i contro dell'acquisto. Francesco del Rosso francesco.delrosso@quindici-molfetta.it
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