Molfettesi nel mondo, aperto il 34° Convegno dedicato al vescovo don Gino Martella
Per la prima volta l'amministrazione comunale ha istituito un assessorato ai rapporti con i molfettesi all'estero
MOLFETTA - “Ignorare le radici è la causa di tanti mali”, così finisce l’intervento di Mons. Luigi Martella lo scorso anno in occasione dell’apertura del convegno Molfettesi nel mondo. Una frase molto significativa che a distanza di un anno risuona come monito, anche in sua assenza.
La riscoperta delle radici, delle tradizioni, anzi in questo caso, il portare avanti in tutto il mondo le tradizioni molfettesi sta alla base, ogni anno, dell’opera dell’Associazione Molfettesi nel mondo “Rodolfo Caputi” e del suo instancabile presidente Marco Vito de Virgilio il quale negli ultimi anni si augura e lotta sempre per la stessa cosa, ovvero un ricambio generazionale all’interno dell’associazione che ridia nuova linfa e che scacci il pericolo della chiusura della stessa a fine 2015 (nella foto: Luigi Bisceglie, Angela Amato, Marco de Virgilio, don Massimiliano Fasciano).
Siamo giunti al 34º convegno Molfettesi nel mondo, aperto con una cerimonia inaugurale presso la Fabbrica S. Domenico che quest’anno ha avuto un tema ed un sapore diversi dagli altri anni; lo dimostra l’evidente commozione di Don Massimiliano Fasciano, presente per sostituire Mons. Domenico Amato, quando comincia a parlare della figura del vescovo Don Gino, recentemente scomparso. Il suo racconto cuore a cuore con i presenti è incentrato sui viaggi pastorali e sulle emozioni provate in terre lontane dal Vescovo. Dal primo viaggio in Argentina nel 2002 quando incontrò il cardinal Bergoglio, oggi Papa Francesco, al paradosso degli Usa in cui tutto è grande e sembra bello ma in cui i nostri molfettesi emigrati molti anni fa faticarono per costruirsi un’identità senza dimenticare le loro origini, dal rammarico per il mancato viaggio in Venezuela alle bellezze del viaggio in Australia, ricordi che Don Massimiliano riprende dalle dirette parole di Don Gino attraverso i suoi racconti su «Luce e vita».
Presente al convegno anche l’assessore al bilancio ma anche fresca delegata ai rapporti con i molfettesi all’estero Angela Amato, la quale prima di tutto assicura che l’associazione non chiuderà perché avrà sempre il sostegno dell’amministrazione, così come ha già fatto quest’anno, tant’è vero che per la prima volta è stato dedicato un assessorato appunto al rapporto con i concittadini sparsi nel mondo e non all’immigrazione. Amato spiega poi quanto lei personalmente sia legata a quest’associazione e più in generale alla nostra festa patronale e di quanto questa sia sentita nel mondo così come dimostrato il viaggio di una parte delle luminarie dello scorso anno verso Hoboken, piccola cittadina del New Jersey in cui si formò nel secolo scorso la prima grande comunità molfettese.
Immancabili infine altri componenti dell’Associazione Luigi Bisceglie e Antonio Caputo, il quale sottolinea quanto l’azione dell’associazione stessa sia fondamentale per il rapporto con la seconda e terza generazione di molfettesi nel mondo che nati in Usa, Australia e sud America di anno in anno arrivano per la prima volta in Italia ed a Molfetta guidati dai veterani che spiega loro quanto sia cambiata la nostra città con il tempo.
La cerimonia inaugurale si conclude con il concerto lirico classico napoletano interpretato dal tenore Girolamo Binetti e dalla soprano Stella Rosselli.
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