MOLFETTA – Il WWF di Molfetta prende posizione contro l’ipotesi della installazione di una piattaforma petrolifera al largo della nostra costa, allarme lanciato anche da “Quindici” sia sul quotidiano on line in anteprima già il 20 dicembre scorso http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17777 sia sulla rivista in edicola in questi giorni. http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17965
Sembra che il sindaco Antonio Azzollini e l’amministrazione di centrodestra siano favorevoli alle trivellazioni, autorizzate dal ministro per l’ambiente Stefania Prestigiacomo, che inquinerebbero ancora di più il nostro disastrato mare (iprite, bombe, Alessandro primo, ecc.).
Ecco perché, dopo aver partecipato alla manifestazione di ieri a Monopoli del comitato contro le piattaforme petrolifere il coordinatore regionale del WWF Puglia, Pasquale Salvemini prende posizione: «E' assurdo come l'amministrazione comunale di Molfetta da un lato dice di essere favorevole alle trivellazioni petrolifere e dall'altro comincia a valutare la realizzazione di un impianto eolico off shore da realizzarsi sempre a largo di Molfetta. Forse manca di coerenza oppure si vuole aggredire anche il mare dopo la cementificazione selvaggia del territorio agro-silvo-pastorale ed urbano molfettese».
«L’insediamento delle piattaforme e la successiva produzione di petrolio - aggiunge il Wwf - , potrebbero generare impatti devastanti sull’ecosistema marino e delle coste nonché alle attività economiche della pesca e del turismo. In particolare la preoccupazione deriva dal flusso continuo di inquinanti che sarebbero dispersi in mare, molti dei quali tossici come l’idrogeno solforato, il piombo, il cromo e il mercurio, e potenti cancerogeni il toluene, il benzene e lo xilene.
Già nella solo fase di esplorazione dei fondali, l’utilizzo di spari di air-gun potrebbe determinare diminuzioni del pescato tra il 45% e il 70% in un raggio di quaranta miglia nautiche, circa settanta chilometri. Se si considera che l’aerea sulla quale si intende intervenire è pari a 2000 Kmq è facile immaginare gli effetti devastanti che inciderebbero sia sulla qualità che sulla quantità del pescato.
In ogni caso è oramai accertato che le ricerche petrolifere con la tecnica dell’air-gun, ufficialmente annoverata tra le forme riconosciute di inquinamento, arrecano seri danni alla biodiversità marina, in primo luogo ai mammiferi ma anche a pesci, invertebrati e tartarughe marine, specie quest’ultime protette dalle direttive Europee presenti anche nei mari pugliesi con diversi esemplari di Caretta caretta.
L’incremento del traffico di imbarcazioni che circolerebbero in mare Adriatico a seguito delle realizzazione di tali piattaforme petrolifere determinerebbe un aumento del rischio di incidenti e di sversamento di petrolio e di altri inquinanti con ulteriori gravi conseguenze per la biodiversità marina e delle coste, in opposizione, quindi, agli sforzi per la loro tutela e conservazione, senza considerare, poi, le forti ripercussioni che si avrebbero sul turismo.
E’ difficile immaginare, infatti, come poter far convivere un progetto industriale petrolifero con il turismo sostenibile su cui la nostra regione ha progettato tutto il suo futuro.
Non dimentichiamo, inoltre, che il petrolio è una fonte di energia esauribile, il cui utilizzo immetterebbe gas climalteranti in atmosfera in opposizione quindi alle politiche ed agli obblighi internazionali di contrasto dei cambiamenti climatici e di sviluppo ed incentivo delle fonti di energia rinnovabili a cui, tra l’altro, il territorio pugliese è particolarmente vocato, permettendo lo sfruttamento di risorse naturali a costo zero come il sole e il vento.
Appare quindi fuori da ogni logica investire ancora sul petrolio se vogliamo garantire un futuro al nostro territorio e valorizzare le bellezze e le peculiari risorse ambientali. Per questi motivi il Wwf sarà al fianco del Comitato “No al petrolio - Sì alle energie rinnovabili” nel percorso di protesta e di tutela del nostro diritto al futuro e alla salute e porrà in essere tutte le iniziative volte a contrastare questo folle attacco all’ambiente pugliese.
In tal senso il Wwf Italia sta inoltre valutando la possibilità di intervenire nel ricorso al Tar del Lazio che la Regione Puglia ha opportunamente proposto contro il Decreto del Ministero dell’Ambiente relativo al parere positivo di compatibilità ambientale del progetto presentato dalla Northern Petroleum, lamentando la scarsa trasparenza della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e la carenza di studi e dati scientifici sugli impatti ambientali alla base del provvedimento autorizzatorio stesso».
Anche i Giovani Democratici dico “no” alle piattaforme petrolifere:
«I Giovani Democratici Pugliesi vogliono manifestare il proprio dissenso verso un progetto incosciente e poco lungimirante. L’ipotesi di installare delle piattaforme petrolifere lungo il tratto di costa da Bari a Brindisi è scellerata e imprudente per motivazioni che non sono riconducibili esclusivamente alle mutazioni che una struttura di questo tipo provocherebbe al paesaggio costiero. Una piattaforma per l’estrazione di petrolio al largo delle nostre spiagge sarebbe la negazione dell’idea di sviluppo sostenibile che in questi anni il governo pugliese ha tentato di realizzare nella Regione, sarebbe la materializzazione del peggior incubo per tutti quei cittadini che ormai da tempo hanno capito che il futuro di questa lunga Regione è nell’incremento della produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, è nella valorizzazione di un settore agroalimentare che anche nelle parole del Presidente della Repubblica Napolitano diventa un soggetto fondamentale per l’innovazione all’interno del Paese.
Non possiamo fare l’errore di ritenere il nuovo necessariamente una minaccia, con spirito critico dobbiamo comprendere in quale direzione è bene crescere per non stroncare le prospettive di rafforzamento della nostra Regione. I Giovani Democratici, insieme alle altre forze che in questo periodo si stanno mobilitando per difendere la nostra terra, vogliono essere protagonisti di un dibattito che non deve essere superficiale protesta, ma proposta! Le minacce non devono servire solo a risvegliare un orgoglio troppo spesso sopito, ma devono far pervenire a nuove soluzioni.
Non possiamo ridurre il nostro dissenso all’urlo scomposto di chi dice: “La piattaforma si faccia altrove non qui!”.La nostra non è solo la voce di chi vuole salvaguardare i colori della Puglia incontaminata, è anche il pensiero di chi immagina di produrre energia dal sole e dal vento e di chi vuole costruire allora un modello di sviluppo che sia compatibile e rispetto della salvaguardia dell’ambiente oltreché del benessere di migliaia e migliaia di persone che vivono e apprezzano la nostra meravigliosa terra e più in generale il nostro meraviglioso paese».