MOLFETTA - La caratteristica più evidente dell’amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco “abusivo” sen. Antonio Azzollini (la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incompatibilità fra questa carica e quella di parlamentare) è quella di lavorare poco per la città e di continuare a raccontare balle: le bugie di Silvio Berlusconi hanno fatto scuola. L’ex premier, per fortuna ormai in pensione, ma ancora alle prese con i suoi guai giudiziari, ha fatto credere agli italiani che il nostro Paese fosse un’isola felice, nella quale tutti erano contenti, non c’era crisi, tutti i giovani lavoravano e guadagnavano un sacco di soldi tanto da riempire ristoranti e aerei. I pensionati felici andavano in crociera, non c’era corruzione, non c’era debito pubblico, la pubblica amministrazione funzionava alla grande e tutti erano felici e contenti di guardare la sera in tv il “Grande fratello” e le ballerine mezze nude a completamento di una giornata di felicità sul lavoro, col quale avevano guadagnato molti soldi.
Azzollini vero clone del Berlusca nazionale, lo imita in tutto e gli va anche bene, gli è andata male solo la sua avventura televisiva locale, ma in quel campo era troppo analfabeta e poi, come tutti sanno, Azzollini i soldi preferisce guadagnarli facendo il senatore (pensione compresa) piuttosto che spenderli. Invece i soldi di tutti noi, quelli del Comune, li spende eccome e li spende anche male. Un esempio per tutti: il porto. Ma lui per il porto non dorme la notte, sogna la grande opera che porterà il suo nome nei secoli (non si sa se nel bene o nel male) e intanto spende, ha fatto pagare a tutti noi finora 7,8 milioni di euro di risarcimento danni per i ritardi, che si molti placheranno nel tempo e ci costeranno ancora tanto. Poi magari quando lui non ci sarà più, piangeremo come la Grecia.
Quindici aveva definito Azzollini “Mandrake”, per i giochi di prestigio che faceva con la politica, poi, grazie ad una bella vignetta di Alberto Ficele, lo aveva raffigurato come marinaio abituato a dire bugie e infine come Pulcinella.
Ma lui non si scompone, continua per la sua strada che non è lastricata di buche come quella della sua città, quelle le lascia ai molfettesi ogni giorno, perché lui le percorre solo la domenica, mentre il resto della settimana lo passa a Roma e quindi non avverte i disagi dei cittadini.
E quando gli rimproverano la situazione disastrosa delle strade, Azzollini dà l’incarico a qualche suo assessore disponibile e senza delega, di raccontare bugie per conto terzi e promettere ai cittadini che nel giro di qualche giorno, tutto sarà sistemato. E l’assessore di turno, pur di conservare la poltrona, si presta al gioco.
E’ accaduto anche con l’assessore ai lavori pubblici, Mariano Caputo, che, non rendendosi conto che nel raccontare bugie, si rischia di sfiorare il ridicolo, ha affermato che il piano strade sarebbe partito fra gennaio e febbraio, quando le temperature lo avrebbero permesso. Il nostro Tommaso Gaudio in un bell’articolo pubblicato sulla rivista “Quindici” in edicola a gennaio si è chiesto: ma cosa c’entrano le temperature con la bitumazione delle strade? E’ un modo per prendere altro tempo.
«Dapprima sono state individuate, dopo un attento esame in situ – ha scritto Gaudio - le strade di grande traffico, fra cui appunto, figurano le vie S. Francesco d'Assisi, via Madonna dei Martiri, via Baccarini, C.so Fornari, via Terlizzi (e, presumiamo noi, anche via Ten. Ragno e via S. Pansini, oltre che via M. D'Azeglio). I lavori completi – così promettevano - consisteranno nella rimozione (scarificazione) del vecchio strato e formazione di un nuovo strato, tale da rendere la carreggiata perfettamente liscia.
Molto più complesso sarà l'intervento su via M. Dei Martiri (strada ad altissima densità di traffico, battuta da camion che, attualmente, e fin quando non entrerà in funzione il nuovo porto, la percorrono in entrambi i sensi). In particolare, l'intervento su questa arteria sarà molto più articolato: si eliminerà anche il basolato sottostante in pietra lavica, quindi tempi lunghissimi di esecuzione dei lavori. A questo particolare proposito, non abbiamo notizie su come e dove verrà deviato il traffico pesante da e per il porto (quello attuale).
Dunque, per tornare al motivo di queste nostre perplessità sulla “sequenza” dei lavori (prima le strisce pedonali e poi l'asfalto), la motivazione ufficiosa di questo bizzarro procedere consiste nel fatto che così si è voluto porre un certo rimedio all'incresciosa, costosa sequela di ricorsi giudiziari a carico del Comune di Molfetta, per danni a cose e persone, causati dalle buche (alcune sono voragini che, più stanno e più grandi diventano).
Stranissima scelta di programmazione, visto che per anni ed anni, un po' tutti i cittadini, hanno lamentato l'esistenza delle buche e le conseguenze che subivano, senza che l'amministrazione si fosse mai posta il problema, non tanto e non solo della pubblica incolumità, quanto del “salasso” in spese legali a cui le casse comunali erano sottoposte, a causa del fatto che nessuno si preoccupava di nulla.
Adesso la beffa: belle, efficienti, visibilissime strisce pedonali, “ricoperte” parzialmente di “macchie” di bitume, in attesa che siano completamente ricoperte di bitume e poi ri-rifatte».
Meno male che siamo a carnevale e ogni scherzo vale, ma febbraio sta finendo e di bitumazione delle strade non se ne parla. La situazione invece di essere migliorata, è peggiorata: prima si coprivano almeno le buche, oggi non si fa nemmeno questa opera di tamponamento. Chissà cosa si staranno inventando alla Multiservizi per questo piano strade, ora che la società è stata privatizzata, con molti dubbi e perlessità. Ma esiste ancora la Multiservizi ci hanno chiesto alcuni cittadini? Ma l’assessore Caputo per quanto tempo, per incarico del sindaco, continuerà a prenderci in giro? Chissà cosa ne dice l’interessato?
Quindici, quello che gli altri non dicono, vi spiega l’arcano: il sindaco aveva fatto l’annuncio delle bitumazione delle strade perché, caduto il governo Berlusconi, si paventavano nuove elezioni e, come la politica del passato insegna, per raccogliere voti e far vedere ai cittadini l’impegno nelle opere pubbliche, si bitumavano le strade. Poi i tempi elettorali si sono allungati e allora il senatore “abusivo” Azzollini (abituato all’abusivismo, tant’è che lo tollera anche dai fruttivendoli sanandolo poi con apposite delibere: il suo abusivismo è stato sanato dal Senato, grazie al voto favorevole della Lega di Bossi che doveva pagargli qualche cambiale), ha deciso di rimettere nel cassetto il piano strade da recuperare prima delle elezioni.
Questa è la verità, queste le notizie sulle quali “Quindici” fedele al suo slogan “quello che gli altri non dicono” vi informa, e vi racconta ogni mese (non perdetevi il numero della rivista in edicola in questi giorni in cui trovate articoli e inchieste sul rischio di chiusura dell’ospedale, le esclusive sull’Asm e tutte le strane vicende della municipalizzata, la storia delle cooperative edilizie con le denunce alla Procura della Repubblica, la crisi della pesca e le false promesse del sindaco, il seguito dell’operazione “Mani sulla città” sui presunti abusivismi edilizi e il rischio lame e perfino i retroscena delle dimissioni del presidente dell’Asm Mezzina con quello che si è detto nel consiglio di amministrazione della municipalizzata, oltre alle manovre politiche in vista delle amministrative) tutto quello che avviene in città e dentro il Palazzo, notizie, fatti e commenti che gli altri non dicono, ma che vi permettono di capire cosa succede a Molfetta e soprattutto quale potrà essere il nostro futuro.
Il sindaco non risponde a tutti gli interrogativi che “Quindici” pone, semplicemente perché non sa cosa dire, avendo esaurito tutto il carnet di bugie. Preferisce affiggere manifesti (vedi foto) con formiche e cicale, accusando gli altri di fare solo rumore: le critiche gli danno fastidio, come infastidivano anche il suo padrone Berlusconi, perché la democrazia non piace ai despoti, che amano “lavorare in squadra” (ma quale squadra? Avete visto il livello?), senza essere disturbati perché dicono che sono impegnati a “raccogliere risorse e sanno costruire il futuro della loro comunità”: non si capisce, però, quel “loro” a chi si riferisca…
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