Molfetta senza auto? Bella iniziativa, ma al Lungomare c'erano i soliti incivili motorizzati abituati da anni a violare le regole
Lettera aperta al dr. de Sanctis.
Caro Direttore,
con la presente desidero descrivere le piccole, grandi sensazioni che oggi ho provato nel percorrere in bici alcune vie del centro cittadino interdette alla circolazione veicolare. Come tutti sanno, nella mattinata di ieri, domenica 11 maggio, con ordinanza apposita, alcune vie e piazze di Molfetta avrebbero dovuto essere chiuse al traffico veicolare, per consentire ai Cittadini tutti quelli che potevano, almeno una volta l’anno e per poche ore, di pedalare in …sicurezza per le vie interessate al blocco della circolazione.
In effetti le strade erano chiuse al traffico, ma …era il traffico – leggi: i soliti cafoni, incivili, allergici ad ogni forma di rispetto per le regole minime del vivere civile – che non ha inteso farsi …chiudere!
Ho parlato di sensazioni, per me in qualche modo speciali, che ho percepito, per pochissimi istanti, nel pedalare in tutta tranquillità, ad esempio, costeggiando la Villa comunale! Con lo spettacolo,davvero inconsueto, di intere famiglie con bambini piccoli e meno piccoli, con le testoline protette da casco, che addirittura formavano capannelli per salutarsi, inforcando le loro biciclette, dove normalmente le auto la fanno da padrone. “Pochi istanti”, ma davvero pochi! Perché d’improvviso è sbucata una vettura che, ieri, come la fatidica mosca bianca (non è vero), ha turbato questa scenetta.
Mi son detto: è un caso, sarà qualcuno, ritardatario o che avrà dimenticato il divieto imposto dall’ordinanza: pazienza.
Proseguendo poi sul tratto di Lungomare, dalla Villa alla sede dell’INPS, c’è stato il brusco risveglio!
Auto e motociclette che circolavano quasi regolarmente, però: lo facevano con …garbo. Nel senso che, al contrario di quanto avviene normalmente, non assordavano i ciclisti tutti, con il suono dell’avvisatore acustico, a chiedere strada. Si accontentavano di attendere pazientemente che il/i ciclista/i che “bloccavano” la loro corsa, avessero modo di dare loro strada.
Ho parlato di sensazioni speciali; per questo auspico che queste situazioni, non si limitino ad essere lo spot di stagione, ma diventino praticamente routine. Ed è la ragione perla quale mi rivolgo a te, caro Direttore, affinché magari il messaggio che, sono certo, sia condiviso da moltissimi, giunga anche dove si prendono le decisioni. Abbiamo tutto il diritto, credo, noi Cittadini di poter godere della nostra Città, almeno per mezza giornata, senza l’assillo di attraversare la strada quasi correndo, col rischio di sentirsi strombazzato, se va bene oppure travolto dall’automobilista che ha fretta, magari di recarsi al Bar! Abbiamo il diritto, chi può farlo, di poter pedalare in sicurezza per le vie cittadine, stante la cronica carenza di piste ciclabili/pedonabili, che invece – ecco la solita forma di “esterofilia”, che mi assale – abbondano nelle Città viciniori.
Tale diritto, non essendo possibile inculcare – ahimé, l’ho constatato stamani nell’ora e mezza di pedalata per le vie …interdette, deve essere garantito, si garantito, da Forze di Polizia municipale che, duole dirlo, ma latitavano! Solo alle ore 11,30 alla fine della mia avventura, sul Lungomare UNA (sola) auto dei V.U., con tre Agenti forse si accingevano a multare? i tanti automobilisti strafottenti ed allergici alle regole, come siamo quasi tutti, che tranquillamente e, per fortuna, con la modalità sopra descritta, passeggiavano (rigorosamente in auto), per il Lungomare. Nulla è valso il rivendicare, con uno di essi “automobilista della domenica”, di questa in particolare, il minimo diritto di chi ne avesse voglia, di andare in bici, senza gimcane fra il traffico. Non descrivo la risposta alla mia rivendicazione!
Grazie per l’attenzione e cordialità.
© Riproduzione riservata
Autore: Tommaso Gaudio