Molfetta sembra aver dimenticato le regole del vivere civile
MOLFETTA - Nella nostra città è di stretta attualità l'argomento del vivere civile ma sembra che tutti abbiano una gran voglia di parlare di tale argomento, ma che siano in pochi ad avere veramente voglia di cambiare le cose.
La verità è che pian piano tutte le lettere della parola civiltà stanno lentamente scomparendo dal lessico dei molfettesi e presto non rimarrà neanche l'accento. Inutile che qualcuno, magari al potere, si ostini a negare o a cercare alibi per la situazione in cui la nostra Molfetta si sta tuffando o meglio stiamo spingendo noi. Sì la “nostra” Molfetta, quella che, siccome sentiamo nostra grazie al nostro senso d'appartenenza, si degrada regolarmente, quella che se non pesti almeno un paio di feci di cane al giorno c'e magari qualcosa che non va; quella dell'eternit abbandonato qua e là fra gli ulivi; quella dei bidoni, come quelli di via Bitonto, vuoti all'interno ma circondati esternamente da rifiuti di ogni genere; quella che sta cambiando volto con una velocità impressionante.
Si parla di progresso ma se questo che sta accadendo può definirsi tale allora il regresso che cos'è? Ci illudiamo di poter progredire, ma occorre sapere che anche il nostro modo di fare deve seguire la stessa linea. Anche un cieco che passeggi per le vie della città si accorgerebbe che ormai la situazione è esasperata e magari potrebbe inciampare su qualche cassonetto ribaltato da qualche ragazzino che vuol sentirsi “più fico” o magari dovrebbe anche stare attento all'ennesimo motorino a luci spente che transita a grande velocità facendo un gran frastuono a causa della marmitta modificata.
Infatti, oltre alle inossidabili “mode” cittadine del lancio della bottiglia e degli impianti stereo delle auto sparati a tutto volume in piena notte, adesso si aggiunge anche quella di andare in motorino con le luci spente… Chissà perché lo fanno? Se si transita con l'automobile fra le viuzze che si diramano da Piazza Paradiso e Via Paniscotti occorre stare attenti a non litigare con qualcuno e col rischio di essere picchiato: in questa zona, la segnaletica è pressoché assente e, a causa delle strade strette, abitualmente trovi l'auto che proviene nel senso inverso. Così, se non sei un tipo “rispettabile” devi farti tutta la strada in retromarcia.
Capitolo strade e asfalto delle strade. I meccanici ultimamente fanno affari d'oro, visto che, sistematicamente, a qualcuno salta l'ennesima sospensione alla vettura o l'ennesimo asse delle ruote. Ho deciso farò il meccanico… tanto le strade non si riparano mai!
Adesso la spiaggia della “bussola” è stata rimessa a nuovo e quindi la situazione è tornata alla normalità? Macchè! L'intervento di scavo e rimozione con le ruspe, forse realizzato senza le dovute cautele, ha fatto “emergere” anche ratti, come ha denunciato un lettore di “Quindici”.
Ci chiediamo: quanto resisterà la spiaggia all'inciviltà? Quanto ci metterà a riassumere l'aspetto delle altre spiagge libere di Molfetta che ormai tutto sembrano, tranne che spiagge ? C'è chi replica: se volete la spiaggia pulita pagatevela; non costa nulla, soltanto 10 euro e più ad ingresso, mica il Comune può pulire tutta la costa; che senso avrebbe, se poi ci stanno quelli che amano sporcarla di nuovo? Sarebbe un bellissimo passatempo per loro pagato da noi contribuenti!
Infine un appello a tutti i pescatori: amate un po' di più il mare! Non sporcatelo! Il venerdì lo spettacolo che si presenta è deplorevole: il mare, nella zona tra le banchine S. Domenico e Seminario sembra una discarica o meglio una vasca di raccolta di materiale plastico e di cassettine in polistirolo. Perché questo? Per caso qualcuno sputa nel piatto in cui mangia? Di una cosa sono certo. Le cose cambieranno; l'unico dubbio è se cambieranno in bene o inesorabilmente in male.
Autore: Francesco Tempesta