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Molfetta, Sel: in consiglio comunale il manifesto dei Sindaci al contrasto del gioco d'azzardo
11 gennaio 2014

MOLFETTA - La perdita di speranza determinata da una crisi economica che si protrae da anni, unitamente alla mancanza di coraggio del Governo nazionale nell’ultima legge di stabilità che non prevede misure importanti per far ripartire l’economia in modo da ridurre i preoccupanti dati sulla disoccupazione, induce molti a tentare il “colpo di fortuna” nel gioco, con l’elevato rischio di entrare nel tunnel della dipendenza. Un fenomeno sempre più in crescita con ricadute sociali negative per tutta la collettività.

Il gioco d’azzardo è diventata la  terza industria italiana, con il 3% del Pil nazionale, 5.000 aziende, 120.000 addetti, 400.000 slot machine, 6.181 punti gioco autorizzati. Costituisce oltre il 15% del mercato europeo e oltre il 4,4% del mercato mondiale, il 23% del mercato mondiale del gioco online. Si stima che i giocatori abituali in Italia siamo 15 milioni, 2 milioni quelli a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già malati. Stando ai dati forniti dall’amministrazione autonoma Monopoli di Stato si evince la grande espansione del gioco d’azzardo anche nella nostra regione, che produce 438 milioni di euro di fatturato.

Gli studi statistici del fenomeno evidenziano come i soggetti più colpiti appartengano alle fasce più deboli e fragili della nostra società, chi ha una minore scolarizzazione, con  un lavoro più precario, quanti sono in difficoltà nel trovare una propria identità. Un morbo oscuro della nostra società che compromette lo stato di salute fisica e psichica del giocatore, che distrugge persone, famiglie e intere comunità, che sottrae ore al lavoro, alla vita famigliare, che produce sofferenza psicologica e altera i rapporti morali e sociali.

Il business legato al gioco determina un sistema patologico gestito dalle organizzazioni criminali e nella maggior parte dei casi la presenza di punti gioco attira anche la criminalità spicciola con furti, scippi e minacce, portando insicurezza e degrado  nelle città.

«Sulla base di tali elementi il Consigliere Comunale di Molfetta di Sinistra Ecologia Libertà, Giovanni Facchini (foto), propone di inserire come punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale l’impegno da parte dell’Amministrazione a sottoscrivere il “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo.” L’iniziativa –dice un comunicato del gruppo consiliare di Sel - punta a formulare una nuova legislazione in materia, affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività di gioco d’azzardo. E’ necessario rendere maggiormente responsabili le Amministrazioni locali per metterle nelle condizioni di impedire l’accesso ai giochi ai minori, la possibilità di intervenire sulla tassazione come leva per disincentivare il fenomeno e la facoltà di esercitare controlli sui flussi di denaro dei concessionari. Inoltre occorrono leggi regionali, finalizzate a definire le norme per la prevenzione, il contrasto e il trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate.

Durante le sedute parlamentari di fine anno, abbiamo assistito sconcertati all’inserimento in Senato di norme che prevedono la riduzione di trasferimenti per quelle Regioni ed Enti Locali autori di provvedimenti in contrasto con la proliferazione delle “macchinette”. Ennesimo atto ignobile di una maggioranza dalle piccole-larghe intese di cui il Segretario di Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano, ha già dichiarato di voler porre rimedio nel passaggio alla Camera.

In attesa che in Parlamento si dia corso alle dichiarazioni pubbliche, Sinistra Ecologia Libertà chiede al Sindaco Paola Natalicchio l’impegno a sottoscrivere il manifesto contro il gioco d’azzardo da sottoporre all’attenzione dei Presidenti di Camera e Senato, in tal modo il Comune di Molfetta, insieme a Milano e tantissimi altri Comuni italiani rivendicano un reale potere di controllo sulla diffusione e utilizzo dei numerosi strumenti di gioco sul proprio territorio, non solo per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, ma in virtù della responsabilità sanitaria che compete ai Sindaci consentendo loro di costruire “un sistema di prevenzione sociale” riconosciuto dalla Corte Costituzionale».

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