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Molfetta, sabato primo congresso del partito Sinistra Ecologia e Libertà
08 settembre 2011

MOLFETTA - Sabato 10 settembre alle ore 18, a Palazzo Giovene, si terrà il Primo Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, circolo di Molfetta. Un atto fondativo, come cita un comunicato, per un partito che da anni si è distinto nella ricerca di un confronto costante col tessuto sociale e produttivo della nostra città, oltre che con le realtà politiche, sociali, associative, culturali ivi presenti. Sulla base di quanto affermato all'interno del Manifesto Costituente Nazionale di SEL, approvato al Congresso Nazionale tenutosi a Firenze il 24 ottobre dello scorso anno: […] "la sinistra ha bisogno di un popolo, il popolo ha bisogno di una sinistra nuova, dell'eguaglianza, non dogmatica, libera, plurale e unitaria. Noi vogliamo aprire il cantiere, non vogliamo chiuderlo. Vogliamo riaprire la partita, prima ancora che aprire un partito. Vogliamo farlo in un percorso nuovo, in cui i luoghi che costruiremo non hanno la presunzione di essere autosufficienti e definitivi." […] "Intendiamo dare voce e rappresentanza a chi oggi non si riconosce nell'attuale panorama politico e che vuole ritrovare un'unità di popolo che dia respiro ad un progetto credibile e alternativo di governo del paese." […] "SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA' vuole essere il lievito e il sale della costruzione della soggettività di una nuova grande sinistra. La sinistra della libertà e dell'uguaglianza, del lavoro e dell'ambiente." 
Col medesimo spirito intendiamo diffondere tale progetto politico anche a Molfetta, cercando di ricucire storie, culture, percorsi, impegno civico che possano rafforzarsi all'interno di un percorso unitario in grado di coinvolgere un numero crescente di cittadini, i quali vivono le vicende politiche di questi ultimi anni con sempre maggior disincanto e rassegnazione.
Crediamo sia il momento di risvegliare le coscienze e lavorare insieme per dare risposte efficaci alle crescenti richieste di cambiamento, "perché possa rinascere nel cuore dell'Europa, dell'Italia" e a Molfetta "una nuova grande speranza, una nuova grande sinistra."

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......i valori, cioè “le cose che valevano”, si sono all'improvviso rotti, sminuzzati. L'uomo di campagna ha avuto l'impressione dello sbandamento, passando (anche fisicamente, con il mutamento di ambiente) su terra d'altri. E gli è parso che non più la terra si trattasse, come avesse smarrito il centro di gravità, mentre uomini e cose gli turbinavano intorno in modo vorticoso, addirittura all'impazzata, talvolta, in certe situazioni repentine di sradicamento e di nuovissime, mai anche concepite condizioni di vita. Prima per lui tutto aveva un ritmo calmo, regolato nei tempi, nei modelli, nelle gerarchie. Era un ritmo duro, proprio perché lento. Ma quel ritmo aveva una sua richiesta di creatività, che consisteva nel camminare su un terreno di asperità massima, nel crescere uomini tra stenti e difficoltà di ogni tipo (uomini magari unicamente vegetativi, senza coscienza di cosa debba veramente essere un uomo); sempre però su un terreno solido, con dentro la certezza di dare un senso alla vita, ripetendo gesti e modi di una vicenda perenne, ricevuta e da lasciare in eredità. Ora, invece, sbilanciamenti interiori a getto continuo, ricerca inconscia di un'altra tavola di valori, mancanza di punti di applicazione, sfasamento tra un senso di “imprenditorialità” che nella vita contadina anche quando ripete gesti abitudinari, e schemi di comportamento spersonalizzati. Difficile dare un senso alla vita, che non sia il denaro, nelle forme di relazione sociale che la società dei consumi propone. Sotto l'aspetto luccicante di quest'ultima non c'è più creatività, c'è pressoché soltanto più automatismo. Qual è stato, soprattutto il dramma? Che gli interessati non se ne sono accorti. I politici, gli intellettuali non li hanno aiutati. Gli addetti all'opinione pubblica, anche volendolo, non potevano comunicare con loro, non conoscendone neppure il linguaggio. La scuola era una cosa lontana, di tanti anni fa. Le loro possibilità di conoscere e di valutare erano ridotte al minimo. Non restava che andare a rimorchio, essere trascinati dal flusso, ritenersi fortunati, cantar vittoria per essere giunti al possesso dell'automobile e dell'alloggio con gli elettrodomestici. Massa di manovra per divisioni nel movimento operaio, per sindacati gialli, per forme di vera e propria corruzione sociale per i disonesti, di integrazione e di passività per gli altri. - ( I figli d'Italia si chiamn balilla – Gianni Bertone, ed. Guaraldi). Così si continua, nonostante le nuove conoscenze tecnologiche ci illudono che tutto sta cambiando: il gattopardismo sempre valido e in agguato, “cambiare tutto per non cambiare niente”, tutto è come prima, anche se in apparenza sembra il contrario.........







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