MOLFETTA - Aggredito e rapinato della pensione un anziano nel portone della propria abitazione. È quello che è avvenuto in via S. Francesco Saverio a Molfetta il 6 aprile scorso (la notizia si è saputa solo ora) verso le ore 10.30, ma i Carabinieri non sono nemmeno intervenuti dopo la richiesta di alcuni residenti.
L’anziano, recatosi presso la posta per ritirare la sua pensione, stava rincasando presso la propria abitazione, in un quartiere abbandonato a se stesso come quello del quadrilatero stradale che va da via Paniscotti, via Annunziata, via Sergio Pansini a Corso Margherita (Rione Cavalletti). Ne sono testimoni i numerosi furti avvenuti per le strade e nelle abitazioni di queste strette vie che permettono un rapido dileguamento dei criminali, probabilmente residenti nello stesso quartiere conoscendo i target più succulenti e come passare inosservati.
Il pensionato, forse pedinato, è stato colto alla sprovvista proprio nel luogo dove ci si sente più al sicuro, nel portone della propria abitazione. L’anziano non ha potuto far altro che vedersi sottrarre dalle proprie tasche la pensione. Due erano i loschi figuri, vestiti con indumenti scuri che, arraffata la refurtiva, si sono dileguati senza casco su una moto di grossa cilindrata.
Anche il destino ci ha messo lo zampino: la stradina, di solito animata da qualche abitante, era desolata quando è avvenuto il misfatto, lasciando campo libero ai rapinatori. Sarà stato un caso fortuito, sarà che da tempo i furfanti erano alle calcagna della vittima ed hanno colto il momento migliore, fatto sta che nessuno potrà restituire il denaro al malcapitato. È questo quanto pensato dall’anziano, che non ha nemmeno sporto denuncia. Solo qualche residente ha chiamato al momento i Carabinieri mettendoli a conoscenza dell’accaduto, ma nessuno sopralluogo è stato eseguito sul sito del misfatto.
Quindici continua a lanciare il suo allarme sicurezza nella città di Molfetta, dove, invece, l’amministrazione non ha dubbi della sua sicurezza, mentre il cittadino ha letteralmente paura per lo stato pietoso in cui versa la città. Auto incendiate, borseggi, rapine e furti nelle abitazioni. Ma questo è solo quello denunciato alle autorità, perché a quanto pare è più ampio il mondo sommerso delle illegalità: il libero cittadino non denuncia per paura di una ritorsione, poiché non tutelato dalle Forze dell’Ordine dalla presenza occasionale. La vittima sa di non poter avere giustizia per una tarda azione delle autorità: così la sfiducia nelle istituzioni la fa da padrona, tanto una volta che il danno è fatto se lo piange lo sventurato.
Non è questo un atteggiamento corretto e l’hanno capito i residenti che hanno denunciato l’accaduto. Aspettate invano le Forze dell’Ordine, i dubbi seriamente arrivano. L’estenuante allarme che Quindici ripropone è forse l’unico mezzo per informare cittadini e autorità di questa situazione. E, nel caso già lo fossero, si cerca di sbrogliare questa condizione incresciosa dove per il poco controllo del territorio, speriamo dovuto solo a carenza di fondi e personale, l’unico che ne va di mezzo è il cittadino.
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