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Molfetta, primo congresso cittadino dei giovani Pd mercoledì e giovedì
07 luglio 2009

MOLFETTA - Primo congresso cittadino per i giovani del Partito Democratico di Molfetta mercoledì 8 e giovedì 9 luglio (dalle ore 18 alle 21) nella Fabbrica di San Domenico sul tema: “Che PD vogliamo?” La manifestazione sarà l'occasione per eleggere il primo segretario cittadino con relativo staff. Ma soprattutto sarà un momento importante perché offrirà la possibilità di discutere di politica vera nel senso che i giovani democratici di Molfetta si interrogheranno su che tipo di partito vogliono e soprattutto sulle risposte da offrire alle mille problematiche che affliggono il nostro Paese in questo periodo di crisi. «Una crisi che, è bene sottolinearlo – dice un comunicato -, prima di essere economica, finanziaria e sociale, è MORALE e necessita di alcune risposte nette e precise su di una serie di comportamenti che politici e non dovrebbero avere. In questi mesi, tra veline, escort, appalti truccati, giri di cocaina e sedi istituzionali scambiate per bordelli, E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIA una rivoluzione culturale che riporti al centro della riflessione politica l'etica e la chiara volontà di affrontare e risolvere i problemi degli Italiani. A noi giovani democratici molfettesi non preoccupano soltanto i comportamenti spregiudicati del Presidente del Consiglio, ma quelli di tanti politici da strapazzo, di certi imprenditori che s'insinuano nelle pieghe della vita sociale del Paese solo per far soldi incuranti di offrire servizi di qualità ed efficienza ai cittadini, e soprattutto di certi giovani (la maggioranza, ahinoi, temiamo) che nel migliore dei casi rimangono indifferenti (e quindi complici) di atteggiamenti degli adulti non solo immorali ma chiaramente volti al conseguimento di un successo facile e privo di alcun rispetto delle regole e di una seppur minima meritocrazia. Tutto questo sarà oggetto di discussione della due giorni cittadina che peraltro registrerà due novità importanti sul piano delle modalità di svolgimento. Innanzitutto il primo giorno la discussione si svolgerà secondo il cosiddetto metodo “6 cappelli”, adottato sia nella pubblica amministrazione che nelle aziende private. Tale metodo fa in modo che non si svolgano i soliti dibattiti nei quali ognuno dice quello che vuole abbracciando i temi più disparati: si discuterà, infatti, in modo coordinato evidenziando le negatività, le positività di un qualsiasi fenomeno ed illustrando solo nella fase finale le possibili soluzioni ed individuando le modalità operative. Il tutto viene visualizzato attraverso un videoproiettore che evidenzia le parole chiave della discussione. La seconda novità prevede la partecipazione di delegazioni di giovani democratici dei circoli di Bari, Barletta, Bisceglie, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo le quali non si limiteranno a porgere i soliti saluti di rito ma parteciperanno a tutti gli effetti al dibattito il che s'inquadra nella chiara e precisa volontà di coordinare a livello provinciale qualsiasi proposta programmatica volta ad offrire nuovi percorsi politici ad un partito che mai come in questa fase necessita di sollecitazioni dal basso. Interverranno al congresso l'assessore regionale alla trasparenza Guglielmo Minervini, il capogruppo consiliare del PD Mino Salvemini ed il segretario provinciale dei giovani democratici Pier Paolo Treglia e il coordinatore CGIL Molfetta Giuseppe Filannino. Si evince da quanto detto finora che il congresso cittadino dei giovani PD di Molfetta voglia rappresentare il punto di partenza di un processo politico volto ad offrire una nuova immagine del PD, più dinamica e, al tempo stesso, fornire ai dirigenti regionali input, idee, proposte, mai come ora necessarie nel pieno della fase congressuale ormai avviata. Un'occasione – conclude il comunicato dei giovani Pd - per dimostrare che esiste un altro modo di far politica, al di fuori del gossip, del trasformismo, di certi sistemi clientelari, una politica che vorrebbe volare alto e far avvicinare altri giovani a problematiche di un certo rilievo, a far capire loro che esiste un mondo fatto da chi soffre, da chi vive nella precarietà e nell'impossibilità di progettare un qualsiasi futuro».
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Caro Michele Natalicchio, non so se sei "quel" Michele che ha la mia stessa passione per il basket e che saluto sempre volentieri, la domenica quando ci si incontra a fine partita, a Molfetta ed in trasferta. I poeti insegnano la vita; de Gregori è uno di essi: lo fa in musica, ma dice sempre cose vere e belle. Ti ringrazio per i versi che dedichi. "..i soliti qualunquisti..." Non conosco esattamente il significato della parola, ma se "qualunquista" vuol dire parlare ...fuori dal coro, senza demonizzare, ma al solo scopo di far comprendere che alcune "posizioni" fanno solo del male (e non dovrei essere io a farlo rilevare, visto che non mi occupo attivamente di politica: non la capisco, scusami) a se stessi ed a coloro che credono in certe idee e che loro malgrado, a causa di ciò avvertono l'impulso di allontanarsene, allora mi merito l'epiteto, altrimenti converrai con me che non è che stia vaneggiando, non ti pare?. Il mio commento ai famosi "mal di pancia" del PD per la nuova compagine regionale (ripresi con il breve post su questa notizia), era uno sfogo, ...sconsolato... fatto da uno che CREDE di credere nel progetto del Partito Democratico, quale espressione della sinistra riformista e progressista(dio, che paroloni), filosofia etica, morale e sociale nella quale mi riconosco fermamente e totalmente. Che altro dire, caro amico! Quanto vorrei che i GIOVANI, diciamo così "vergini" (nel senso di non essere già inquinati da modelli deteriori) prendano le redini della politica e la gestiscano da GIOVANI, aperti, leali, rispettosi e vicini alla gente, MA NON A PAROLE O PER SLOGAN "USATI", MA REALMENTE. Ahimé, sarò qualunquista, ma ancora non vedo questi nuovi, bei fermenti di novità. Ma non è evidentemente solo colpa dei giovani, bensì delle "cariatdi" che continuano a credere di essere i depositari della verità e delle virtù cradinali, ma non ammettono che a volte sbagliano, in modo disastroso! E' un mio punto di vista. Un saluto.


Piano, piano, ci siete arrivati Giovani Democratici. Una rivoluzione CULTURALE: finalmente incominciamo a parlarne ed è già un piccolo passo in avanti, anche se la strada è lunga e molto, molto irta, piena di trabocchetti e tranelli. Quella attuale, una cultura - dominante nel cosiddetto "primo mondo" - fatta di arroganza, di brama di potere, di interessi economici, di complessi di superiorità. Dobbiamo compiere una "rivoluzione" interiore per vincere l'inerzia della mente e accettare di guardare la realtà da un altro punto di vista, di porci domande differenti. La "PACE" è un desiderio di dialogo che sorge quando ci rendiamo conto che non bastiamo a noi stessi, ma possiamo imparare qualcosa dagli altri mettendo in comune le nostre esperienze. In questo senso, non riguarda esclusivamente la politica, l'etica o la religione: è un compito integralmente umano al quale, come uomini, siamo chiamati. "Due uomini vogliono andare a contemplare il sorgere del sole-videre solem oritorum." (Esiste qualcosa di più pacifico e bello? Tutti aspiriamo alla luce. "Ho pensato di vivere fino all'aurora" recita un verso di Machado. Questi due uomini però sono il ricco e il povero, quello di destra e quello di sinistra, l'iracheno e l'americano, il credente e il non credente, il bianco e il negro, l'uomo e la donna.) Cominciano a discutere in quale punto apparirà il sole e quale sia il mezzo migliore per osservarlo. (Diversità di ideologie, di temperamento, di culture, di religioni, di razza.... Non è forse questa la condizione umana?) Cominciano ad accapigliarsi e, nella discussione, finiscono con l'arrivare alle mani; non bastasse, se le danno di santa ragione. (Il montare dei risentimenti, delle guerre: si sa come cominciano, non si sa come finiscono; ci si noce l'un l'altro.) Nel colmo della lite, si cavano gli occhi. Che sciocchi questi uomini che non potranno così godere della contemplazione dell'aurora! (Nella guerra e nelle liti non vi sono vincitori: tutti sono vinti; e, il peggio, il nobile ideale per cui si è lottato - la libertà, il benessere, la giustizia - è diventato irragiungibile per gli uni e per gli altri. La situazione attuale non potrebbe essere più chiara: ci stiamo cavando gli occhi da soli) - (Tratto e sintetizzato da alcuni passaggi da: "Pace e disarmo culturale" di Raimon Panikkar.)




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