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“Molfetta, porto minore ma dalle grandi potenzialità se…” INTERVISTA 1. Parla il presidente degli Agenti marittimi di Puglia, Vito Totorizzo
15 novembre 2002

Il comandante Vito Totorizzo, titolare dell'agenzia marittima Spamat che opera nel porto di Molfetta, è presidente degli Agenti Marittimi di Puglia, nonché componente nazionale del comitato esecutivo della Federagenti, quindi una fonte autorevole per le cose che riguardano il sistema portuale generale e del nostro porto in particolare. Come valuta il Piano regionale dei trasporti approvato di recente dalla Regione? “Un giudizio positivo per il riconoscimento delle specializzazioni dei porti di Brindisi e Taranto, mentre non lo è per quello di Bari. Dare allo scalo barese una connotazione essenzialmente croceristica significa limitare un porto che ha profondi fondali come pochi nell'Adriatico, che mobilita circa tre milioni di tonnellate di merci l'anno. Personalmente ho scritto al presidente Fitto sottolineando la necessità di dare a Bari un ruolo plurifunzionale”. Questo per i porti nazionali e per quelli regionali? “I porti regionali hanno consentito lo sviluppo economico di imprese e realtà territoriali che mai avrebbero avuto i mezzi per accedere ai porti nazionali. Nel Piano, il riferimento a questi porti è marginale e nulla dice sulle risorse per adeguarli, quindi non c'è una chiara scelta per lo sviluppo di questi scali. Nonostante ciò c'è un elemento di svolta: la possibilità di ritagliarsi un ruolo specifico con un'autonomia gestionale con il coinvolgimento di capitali privati, oppure legarsi al Sistema Portuale del porto di riferimento, nel nostro caso Bari”. Per Molfetta quale sarebbe la scelta migliore? “Dipendere dall'Autorità portuale di Bari significa limitare le potenzialità future e per le aziende che utilizzano il nostro porto il rischio di un aggravio dei costi. Sarebbe auspicabile una gestione autonoma e in tal caso noi della Spamat, insieme con altri imprenditori, faremmo la nostra parte in una società mista, in cui sia chiaro però che il Comune partecipi con una quota di minoranza intorno al 40%, con il ruolo di controllo e promozione territoriale, mentre la gestione e le scelte aziendali devono essere appannaggio dei professionisti del settore, altrimenti si creano carrozzoni improduttivi”. Qual è il movimento e che tipi di merci transitano nel nostro porto? “Gli attracchi mediamente sono uno ogni tre giorni, quindi circa 120-130 l'anno, con un movimento merci che negli ultimi anni ha subito una forte contrazione. Si va dalle 410mila tonnellate del '95, alle 138 del 2001, quest'anno contiamo di invertire e raggiungere le 220mila tonnellate, tra grano, fertilizzanti, laterizi e legno”. Quali sono i punti di debolezza e di forza dello scalo molfettese? “Le debolezze sono: limitazione del molo mercantile e i bassi fondali che non permettono gli attracchi di navi oltre le sei mila tonnellate di stazza e con pescaggi fino a 7 metri, mentre sarebbero necessari almeno i 9 metri. Altra negatività è che da 20 anni non si fanno i lavori di dragaggio. I punti di forza sono tutti nel futuro e nelle opere previste: il banchinaggio della diga frangiflutti, il radicamento a terra e il collegamento con la rete stradale, inoltre lo spostamento a mare dei cantieri consentirebbe di collegare direttamente banchina San Domenico e Viale dei Crociati, in questo modo i mezzi pesanti non intaserebbero più via Madonna dei Martiri”. Quali sarebbero i vantaggi immediati per il porto di Molfetta? “Queste opere farebbero decollare lo scalo molfettese a beneficio delle realtà territoriali comprese nel raggio di 150 km fino a Potenza, come per esempio l'agroalimentare di Corato. Senza parlare delle potenzialità della zona Asi che già ora vede la “Elsa Mediterranea” (fertilizzanti) e “Imola legno” utilizzare il porto di Molfetta. In questa zona i privati potrebbero creare delle strutture logistiche per lo stoccaggio delle merci indispensabili per un porto mercantile. Si realizzerebbe quello che il dott. Montanari presidente della Federarma, associazione degli armatori, va auspicando da anni: moli mercantili con strutture logistiche collegate col sistema dei trasporti terrestri. Tutte opportunità che produrrebbero sviluppo notevole e quindi nuova e significativa occupazione. Mi auguro che finanziamenti annunciati vengano utilizzati al più presto. E' un'occasione che Molfetta non può lasciarsi sfuggire”. F. d. R.
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