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Molfetta, Piergiovanni scrive a Vendola: contributi affitto ai meno abbienti
12 gennaio 2009

MOLFETTA - Sui contributi agli affitti per i cittadini meno abbienti, il consigliere comunale del gruppo dei Socialisti di Molfetta, Nicola Piergiovanni (foto), ha scritto una lettera al presidente della Regione Vendola, chiedendo di accelerare l'iter per il pagamento di questi fondi. «Illustrissimo Governatore – dice Piergiovanni -. Le scrivo soprattutto in qualità di Cittadino, oltre che nella veste istituzionale di Consigliere del Comune di Molfetta. Come Le è noto, con dleiberazione della Giunta Regionale, n. 1479 dello 01.08.2008 la Regione Puglia ha provveduto stanziare i fondi di sostegno per le locazioni ad uso abitativo per ogni singolo Comune ai sensi ed in forza dell'art. 11 L. n. 431/1998. E' ormai scaduto il termine perentorio del 19.12.2008 entro il quale ciascun Comune avrebbe dovuto produrre la documentazione necessaria. Nel comune di Molfetta risiedono oltre duemila famiglie che, non versando in dignitose condizioni economiche, anche a causa della generale recessione economica mondiale i cui effetti devastanti non hanno tardato a farsi sentire nelle nostre terre, incontrano enormi difficoltà di gestione del proprio menage familiare, dovendo talora sopportare canoni di locazione pari pure alla metà delle normali entrate mensili. Questa catastrofica situazione impone di accelerare l'iter di erogazione dei contributi disposti affinchè i cittadini bisognosi possano quanto prima usufruire dei contributi medesimi, che peraltro sono di entità di gran lunga superiore alla social card e al bonus fiscale del governo Berlusconi. Per tale fondamentale ragione la esorto espressamente affinchè con i poteri a sua disposizione si prodighi ai fini dell'accelerazione dell'iter nell'interesse principale ed essenziale dei cittadini in stato di bisogno, il cui modesto reddito non assicura l'esistenza libera e dignitosa che dovrebbe essere costituzionalmente garantita».
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A GREATEST GENERATION ....abbraccio ricambiato. Mi interesserebbe un Vs. parere sulle burle, sull'ironia, sulla satira. Si può disquisire di argomenti importanti e, lasciarsi andare ogni tanto a delle burle? Vi chiedo questo, poiché, non raramente "scappano dalla mia penna", alcuni resoconti burleschi, come quelli sul "SOL EXPIERTO" o su "Don Alicante de Las Nutelas" o sui PEONES DE LOS TABACCHERO(Lo spagnolo storpiato è il mio "piatto forte"). Alle volte, non posso fare a meno di sfottere quelli che io considero avversari, con giochi di parole, doppi sensi e giochi linguistici. In sostanza sé po' fà o non sé po' fà?. Nella "cucina democratica" questi piatti vanno preparati? Possono essere serviti, senza che nessuno possa mettere in dubbio la serietà della persona che fa uso anche di questi mezzi, per ridicolizzare (e sputtanare) l'avversario politico. Ho notato che, sulla "contesa culinaria" tra me e la Simpaticissima Sig.ra Terrassa (Lei forse ha capito dopo che me stavo a divertì un casino e che mi è simpaticissima), avete preso una posizione salomonica, mentre io e la Sig.ra disquisivamo di Gusto più o meno dolce o più omeno salato, Voi siete passati alle Viscere e, avete chiuso l'argomento con la "democrazia viscerale". Complimenti! A questo punto sarei curioso di leggere una vs. idea in tema. In sintesi, nel mentre si disquisisce di massimi sistemi, si può intercalare i discorsi con qualche burla? Con Stima F.R. P.S.- Ho in caldo quella sul MINISTRE DELL'EXTERIOR, DON BONITO DE LAS CARTAS DA PARADOS, DE LA AUGUSTA CASADA DE LAS RIZZAS, AMBASSADOR ALL'EXTERIOR DE TODA LAS STRUNZADAS DE DON ALICANTE DE LAS NUTELAS Y SOVRE TODO DELLA STRUNZADAS PRINCIPAL SOVRE LAS FORESTERIAS de Roccamayor. In sostanza, si può nella "democrazia viscerale" coglionare l'avverario e, se è un ladro, sputtanarlo metaforicamente?

A Falco Rosso. Siamo lusingati della tua( dare del tu mi sembra più democratico) richiesta di un nostro parere in merito alle burle, alle ironie e satira. Tu ben sai che noi siamo cresciuti in periodi storici in cui la censura e l'educazione bloccavano ogni nascita di diversificazioni culturali, a favore di un occulto che celava malformazioni, intrighi e malaffare. Noi non dovevamo capire niente, per non fare niente, anche l'educazione religiosa collaborava nel non capire niente, accettare tutto come dogmi irrevocabili. In poche parole, all'indifferenza. Noi capimmo che proprio l'indifferenza era e sarebbe stato il male che avrebbe “dopato” il futuro. Ci ribellammo a tutto questo e, trascinati dai venti che arrivavano da altri mondi, ci fu il '68. Il resto è storia . Storia raccontata e storia distorta. Poi le distrazioni, ancora in atto, stanno rendendo l'indifferenza il vero carcinomane della società moderna. Noi accettiamo ben volentieri i tuoi “intercalari” burleschi, anche quando si disquisisce di massimi sistemi. Ci sta bene. Sono questi intercalari che, a nostro unanime avviso, non permettono di creare quelle acque stagnanti maleodoranti che creano l'indifferenza. Anche qui bisogna fare attenzione alle dosi e a non rendere le acque agitate, facendo così il gioco del potere. Non dimentichiamo l'intervista del “presidente” quando ci fu il movimento studentesco per la Riforma Gelmini. Cose a noi già note, già messe in atto in passato. Approfittando dell'occasione, vogliamo ringraziare l'impagabile, l'ineguagliabile e l'insostituibile Direttore di “Quindici” che a proposito, “manco a farla apposta”, su Quindici di gennaio in edicola, riporta nel suo editoriale, il pensiero di Gramsci sull'indifferenza sempre attuale. Quale intuizione intellettuale, eticamente appropriata ai nostri tempi. Avanti Falco, con la prora diretta verso l'orizzonte, con i motori a tutto regime, avanti a sfidare uragani e tempeste. Come bandiera i nostri sogni. Abbiamo sognato e visto: 1.- Un paese che ha quasi azzerato le morti bianche, conquistando il primato mondiale della sicurezza sul lavoro in fabbriche e cantieri. 2.- Con quattro semplici mosse, hanno dimezzato le stragi sulle strade. 3.- I politici tornare a scuola, sui banchi dell'università, per aggiornarsi sulla materia a loro delegata. 4.- Affiancare alla mobilità del lavoro una straordinaria sicurezza sociale. 5.- Un Parlamento ricco di donne alla pari di uomini. 6.- Grandi fiumi risanati e tornati a essere sede ambita di pesci pregiati. 7.- Amministratori pubblici pagati quanto normali dirigenti e non di più. 8.- Politici che parlano chiaro, senza parole notabili per la mancanza di contenuti né messaggi in codice destinati a collegare politico a politico passando sulla testa dei cittadini. 9.- Applicare senza proteste il divieto di usare in pubblicità il corpo delle donne come oggetto per vendere qualsiasi cosa. 10.- Cittadini contenti di pagare le tasse perché ripagati a loro volta dai servizi efficienti. 11.-Ministri dimettersi per non aver pagato il canone della televisione pubblica oppure per non aver versato i contributi per la colf. 12.- Ministri e amministratori pubblici comportarsi con moralità, e non solo parlare in Tv di moralità. 13.-La Tv sottratta al potere delle segreterie dei partiti. Una Tv pubblica che torni a essere prima di tutto un meraviglioso mezzo di conoscenza e non solo un ricettacolo di business e vanità. 14.- Capi di governo stringere la mano alle autorità della Chiesa e poi, con rigoroso rispetto, invocare la laicità dello Stato. Con ricambiata stima, Greatest Generation.


A Falco Rosso. Lei mi ricorda molto una certa "Aquila confusionaria" - voglia perdonarmi il confronto svantaggioso per Lei - la quale o il quale con fine malizia, alterava sgarbatamente quello che altri partecipanti ai forum opinavano. Veniamo alla nostra partita tennistica. 1.- Non ho detto e scritto che la mia dose di sale sia quella giusta, quanto da Lei affermato. Non sarei democratica. 2.- Non sarebbe democratico anche Lei se fosse convinto o vorrebbe imporre la sua giusta dose. 3.- Ho detto e scritto di "troppo sale" ed è sottinteso che per il giusto dosaggio, dovremmo discuterne insieme, senza imporre nessun dosaggio ritenuto giusto da chicchessia, considerando anche i glicemici e gli ipertesi. Un giusto dosaggio per tutti, si può trovare senza danneggiare nessuno. Certamente in seguito, in base alle personali esperienze , vicessitudini e "passa parola" (storia antica), si cercherà di migliorarsi, correggendo eventuali anomalie. Per fare questo, si sottointende anche che da parte di tutti, la volontà di "perdere" un qualcosa di egoismo personale, onde non danneggiare nessuno e a non suscitare personalismi dannosi alla collettività. 4.- A mio modesto e umile parere, credo che in questo nostro paese ci sia "troppa democrazia", quelle che io e Lei Falco abbiamo definito "dosi". Io le considero "troppe", perchè ognuno pretende che la giusta dose sia quella sua, senza ascoltare il parere degli altri. Ognuno si condisce la propria democrazia a modo suo, per cui vengono a crearsi milioni di democrazie in lotte fra le fazioni più strampalate e confusionarie, provocando solo dannose e rischiose anarchie sociali che, come la storia dimostra, sfociano in pericolose e atroci dittature feroci. Nella nostra società contemporanea è necessaria una democrazia "discussa", regolata con regole ferree e decise. Io credo che la democrazia non va imposta, va discussa, corretta, poi educata con la partecipazione di tutti, nessun esluso. Diversamente si permette la nascita del terrorismo.






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