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Molfetta, opposizione all'attacco: lacune del piano dell'agro e incompatibilità dell'ing. Rocco Altomare
24 febbraio 2011

MOLFETTA - Cementificazione e abuso di potere, la logica del Piano particolareggiato dell’Agro secondo l’opposizione cittadina, approvato con soli voti di maggioranza il 14 febbraio scorso e spacciato dall’amministrazione Azzollini come strumento di rivitalizzazione economico-produttiva dell’agricoltura locale e del turismo.

Convocata nella Sala Turtur una conferenza stampa: spiegate e denunciate le criticità di un piano-studio (gioco di ambiguità semantica dell’amministrazione Azzollini), resta il rammarico per una città che non ha ancora capito le reali intenzioni di questo strumento tecnico-amimnistrativo. E s’impegna a non volerlo capire, disertando una conferenza aperta anche al pubblico.
 
Porta (Rif. Com.), le piaghe del piano. Apprezzati gli aspetti di ricognizione, analisi e conoscenza, il consigliere Gianni Porta (Rif. Com.) ha ribadito l’assenza di una concertazione con gli operatori del settore agricolo, ricordando la risposta dell’assessore all’Urbanistica, Pietro Uva, secondo cui luogo di discussione preliminare è l’assise democratica del Consiglio comunale.
Approccio tecnocratico, «sarebbe stato necessario l’ascolto degli operatori prima della stesura e dell’adozione di un piano così importante per l’agro di Molfetta - la replica di Porta - oltre all’assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica». Un piano, dunque, che «manca non solo di modelli di riferimento per l’analisi degli scenari economici (solo il modello Ciccolella, ndr), ma anche d’indicazioni, prescrizioni e misure per sanare le criticità rilevate, come spietramento diffuso, inquinamento chimico delle acque, salinizzazione, abbandono di beni culturali e aree ambientali».
Fraudolenta l’approvazione dell’opera di mitigazione di Lama Scorbeto da parte dell’Autorità di Bacino, «nel piano sono assenti i criteri e le modalità di perimetrazione dei contesti rurali - ha aggiunto Porta - che seguono in linea teorica la delibera di Giunta Regionale n.1328/07».
Vera e propria neoplasia, la duplice versione delle distinzioni contestuali, come già evidenziato in consiglio dall’opposizione e pubblicato da Quindici. Rispetto alla mappatura ricevuta dai consiglieri di opposizione a fine novembre, è stata aggiunta «dalla sera alla mattina» l’area periurbana CR4a a Cala San Giacomo, sottratta alla CR3, la zona interessata dall’Oasi Torre Calderina. Dalla perplessità al dubbio il passo è breve.
 
Il “lecito” sospetto. Nessuna spiegazione in consiglio sulla differente mappatura, che di fatto varia il Piano regolatore generale comunale, con la modifica di lotti e strade. Differenti le destinazioni per le CR4a rispetto agli altri contesti: ristrutturazione urbanistica e intervento diretto dei proprietari senza una pianificazione attuativa pubblica e privata, obbligatoria, invece, per il contesto CR4b (località Gurgo, Capavecchia e Carrare). Urbanizzazione surrettizia per il consigliere Mino Salvemini (Pd) che «anticipa il futuro Piano urbanistico generale, urbanizzando aree non incluse nel Prgc approvato nel 2001».
Nessuna posizione pregiudiziale dell’opposizione, matura il “lecito” sospetto, confermato dal rifiuto da parte dell’amministrazione Azzollini degli emendamenti proposti che avrebbero fugato qualsiasi dubbio: riperimetrazione del contesto CR4a di Levante, eliminazione della CR4a di Cala San Giacomo (da reincludere nel contesto CR3) e delle prospettive di intervento diretto e ristrutturazione urbanistica.
Nessun chiarimento al diniego, ma «tutti abbiamo visto come le risposte date dal vicesindaco Uva siano state suggerite dall’ing. Altomare - postilla Salvemini - dimostrando l’assenza di un indirizzo politico dell’amministrazione che dovrebbe rappresentare gli interessi della città e non del singolo».
Mistero anche per lo studio redatto dall’Università di Agraria di Bari per l’amministrazione, che gli uffici comunali hanno “dimenticato” di includere nella documentazione fornita all’opposizione a fine novembre. «In quello studio, diversa è la perimetrazione della CR4a di Levante, addirittura assente quella di Cala San Giacomo - ha spiegato il consigliere Nicola Piergiovanni (Sel) - necessaria un’urbanistica non creativa, ma basata su piani già esistenti».
 
Conflitto d’interessi e incompatibilità. Nessuna logica del sospetto, ma correttezza è trasparenza politica. Controllato il catasto comunale, scoperta l’incompatibilità: alcuni terreni della CR4a di Cala San Giacomo appartengono non solo a alcuni assessori e ex revisori dei conti in rapporti con l’attuale amministrazione, ma anche a familiari dell’ing. Rocco Altomare, dirigente di nomina politica del Settore Territorio e redattore capo del Piano dell’agro, progettista (come ingegnere) e responsabile del procedimento (come dirigente comunale) di alcuni progetti presentati in Comune.
Conflitto d’interessi? Incompatibilità? Priorità a interessi privati, piuttosto che pubblici? Nessuna smentita in consiglio: chi tace, acconsente. Profilo non proprio limpido per l’amministrazione Azzollini, secondo il consigliere Mauro de Robertis (Sel), che «va all’assalto del territorio con un piano dell’agro con funzione urbanistica».
C’è dell’altro. Le CR4a di Levante (tra la Piscina Ser Nicola, l’Adriatica e Giovinazzo), classificate come aree periurbane dall’ing. Altomare, dunque, considerate incolte, abbandonate e pronte per essere cementificate, sono, invece, coltivate, ben tenute e prive di zone incolte (se si esclude qualche piccolo tratto): questo contesto rurale urbanizzabile «sottrae a Molfetta la parte migliore dell’agro», secondo il consigliere Patimo.
Del resto, è in quest’area che si colloca il complesso alberghiero integrato «Gelso Rosso», redatto proprio dall’ing. Altomare nel 1997/98, ma reso non esecutivo dalle restrizioni del Prgc. Con il Piano dell’Agro, sembra tutto possibile: con la bacchetta magica si sbloccano i progetti bloccati dalle norme tecniche di attuazione del Prgc e si preannuncia un futura cementificazione su larga scala.
 
Sul prossimo numero di marzo di Quindici, approfondimenti sul Piano dell’agro, con interventi e immagini inedite.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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