Recupero Password
Molfetta: "Non lasciatevi rubare la speranza", il Vescovo Luigi Martella scrive agli Studenti all'inizio dell'anno scolastico La lettera sarà distribuita a tutti gli studenti delle scuole secondarie di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi
16 settembre 2013

MOLFETTA - Come ogni anno il Vescovo mons. Luigi Martella (foto) rivolge il suo saluto e augurio alla comunità scolastica diocesana, mediante una lettera, pubblicata sul settimanale Luce e Vita di domenica 15 settembre e distribuita nei prossimi giorni a tutti gli studenti delle quattro città.

Di seguito il testo integrale del messaggio:

«Carissimi,
mentre le scuole stanno per riprendere il via, il mio pensiero, colmo di affetto, non può non ricorrere a voi, cari giovani studenti, interiormente dibattuti tra la nostalgia delle vacanze ormai terminate e la voglia di riprendere il cammino formativo. E, intanto, ognuno cerca di organizzarsi per un buon inizio.
“Tutto per la scuola” recitava un vistoso cartellone pubblicitario per orientare verso gli articoli scolastici in un grande emporio commerciale. In effetti, il settore vendite per la scuola è molto affollato in questo periodo e c’è la corsa agli acquisti per borse e cartelle griffate, penne, pennelli, colori, quaderni,  diari, libri, vocabolari, tablet, ecc…, ecc… Insomma, tutto per
l’equipaggiamento personale, nonostante la crisi. Eppure, c’è qualcosa che il supermercato non può dare e che per ogni studente è fondamentale. È qualcosa che attiene alle disposizioni interiori e alle motivazioni profonde dello spirito.
Vorrei, allora, tentare di dirvi, cari giovani, in che cosa consiste la dote necessaria per predisporsi ad un nuovo anno scolastico, in vista della crescita non solo intellettuale, ma anche umana e sociale.
Innanzitutto, occorre la gioia di vivere. Senza l’entusiasmo non si gusta la vita, la quale, non dimenticatelo mai, è un dono inestimabile. Lo so che avreste tanti motivi per dire che è impossibile essere gioiosi in un mondo pieno di brutture, di ingiustizie e di “sporcizie”, ma proprio per questo non servono l’abbandono e la rinuncia. Occorre, invece, impegnarsi per “liberare” questo mondo e renderlo più vivibile, compito che la storia affida principalmente a voi perché possedete freschezza e forza. Spesso Papa Francesco, come già hanno fatto
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sollecita i giovani ad andare controcorrente “perché il mondo è nelle vostre mani”. È un invito che non può essere lasciato cadere nel vuoto.
Il secondo ingrediente è il desiderio di traguardi ulteriori e l’aspirazione per le “vette”. Non accontentatevi del minimo indispensabile, ma perseguite le “misure alte” della vita. Tutto questo non può realizzarsi senza un’applicazione assidua allo studio e senza il gusto della conoscenza e del sapere. A dei giovani piacentini che erano andati, di recente, in udienza, Papa Francesco ha rivolto queste testuali parole: «Voi siete artigiani del vostro futuro. A voi piace la bellezza, quando fate arte, musica, voi state cercando la bellezza. A voi piace la bontà e questo è contagioso perché aiuta gli altri, voi avete sete di verità. Bellezza, bontà e verità, così dovete costruire il futuro. Se voi siete pigri e tristi non va bene, non costruite il futuro giusto». Sono convinto che parole come queste, mettono le ali ai piedi, ma anche alla mente e ai sentimenti più nobili.
In terzo luogo, occorre rendersi conto che il futuro vi attende, con il cuore colmo di amore, con le mani aperte al dono, con lo spirito proteso alla fraternità e all’accoglienza degli altri, di tutti gli altri, con la scienza pronta a servire l’uomo, ogni uomo, con l’intelligenza sollecita ad accorgersi delle “sorprese” di Dio. Dio, infatti, non è muto, non è assente, non è  distratto, non è lontano. Anzi è più vicino di quanto non sembri. Egli si percepisce attraverso i segni che già conosciamo, ma spesso anche in tante forme inedite.
Occorre però prestargli un po’ di attenzione e di ascolto. Egli sa aspettare, ma non è insensibile.
Cari ragazzi, avendo nel cuore i miei auguri più affettuosi anche per le vostre famiglie e gli insegnanti, vi ripeto l’invito di Papa Francesco: «Non lasciatevi rubare la speranza!».
È un antidoto contro tutto ciò che vuole spegnere i vostri sogni.

Buon anno scolastico!
».
 

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

Noi siamo la “società sviluppata”! In primo luogo, in una società tradizionale, i professori non sono unicamente degli esperti specializzati nel trasmettere tecniche destinate ad assicurare un salario ai futuri laureati. In detta società, l'educazione è molto differente. Oltre ai professori, vi sono gli educatori tradizionali, vale a dire i genitori, i nonni, la famiglia in senso ampio, gli amici, gli anziani, gli antenati, le strade, le feste e le celebrazioni, la vita stessa della gente e della città. Abbiamo quindi bisogno di una nuova concezione dell'educazione. Il altre parole: il nostro progetto deve essere interculturale e multi religioso. Uno implica l'altro, in virtù del legame intrinseco tra religione e cultura. Le diverse culture del mondo sono qualcosa più che complementi esotici e talvolta utili per la nostra civiltà tecnocratica dominante; sono più che simpatici folklori per migliorare la nostra visione del mondo con un tocco di yoga qui e un po' di zen là. Sono altrettante visioni del mondo e, quindi, altrettanti mondi. Per portare un ultimo esempio, il disarmo militare finirà per essere una semplice mascherata se non siamo disposti a intraprendere il “DISARMO CULTURALE” della nostra civiltà tecnocratica dominante, con tutto ciò che comporta: scienza moderna, tecnologia moderna, Stati nazionali, mercato mondiale, totalitarismo economico e quant'altro. Se il problema è culturale e religioso, deve esserlo anche il nostro disarmo. Le toppe non servono più a nulla.



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet