MOLFETTA - Un altro ‘tormentone’ sta turbando la nostra Città: l’adesione o meno all’Area Metropolitana di Bari che presto, in forza dell’articolo 23 Legge N° 42/2009 promulgata dopo le modifiche costituzionali (Legge 142 del 1990 – riordino degli enti locali; modifica del Titolo V della Costituzione della Repubblica, anno 2001; art. 114 della Costituzione della repubblica), prevede una diversa geografia delle realtà degli Enti locali, in particolare riferita alle Province pugliesi.
In ambito nazionale, queste norme varranno anche per altre Città capoluogo di Provincia; per citarne alcune: Napoli, Milano, Torino, Bologna, Roma, di Regioni a statuto normale. Stesso discorso, ma con modalità peculiari, varrà anche per le Città capoluogo, Palermo, Catania, Cagliari e Trieste facenti parte, queste, di Regioni a Statuto Speciale.
Che cosa succederà in Puglia, Regione che ci interessa direttamente? Ebbene, il progetto costituzionale, rafforzato anche dalle norme sulla razionalizzazione delle spese di funzionamento dello Stato e degli Enti locali, da alcune norme della spending review emanate dal’attuale Governo, prevede che le Provincie di Brindisi e Taranto siano accorpate in una sola entità provinciale – recentemente si è dimesso il Presidente della Provincia di Brindisi, adducendo motivazioni particolari, riferite all’… “impegno da lui assunto nei confronti dei suoi elettori, impegno che con la cancellazione della Provincia, egli non avrebbe più potuto onorare!”; la attuale provincia di Lecce resterà tal quale; la nuovissima (per istituzione) provincia BAT (Barletta-Andria-Trani, che era nata includendo oltre le tre Città, anche alcune altre che precedentemente facevano parte della Provincia di Bari e di quella di Foggia) dovrà essere accorpata. Non è chiaro che cosa succederà dei Comuni e dei Capoluoghi di Provincia, come verranno ridistribuiti: verosimilmente passeranno sotto la Provincia di Foggia, che resterà; scompare anche la Provincia di Bari, almeno come entità istituzionale. Al suo posto verrà istituita l’Area Metropolitana di Bari. Quest’area sarà geograficamente individuata entro l’ambito territoriale dei Comuni di Monopoli, Altamura e Molfetta appunto, con centro nella attuale Città di Bari.
Prima di inoltrarci nella disamina e nelle considerazioni di quella che è la posizione dell’attuale Amministrazione cittadina con il supporto dei partiti della Coalizione di maggioranza, e dell’umore dei Cittadini (alcuni) molfettesi, quando si è saputa la notizia, vorremmo che fosse chiara una cosa essenziale: le aree metropolitane non sono una novità istituzionale, non sono un’invenzione italiana. Esse esistono, da tempo, in altre parti del mondo e sono le METROPOLI. Alcuni esempi? Citiamo quelli più conosciuti e meno esotici (per noi) New York (county of …) con i suoi borroughs dai nomi conosciuti: Brooklyn, Bronx, Manhattan, ecc., Londra anch’essa con i suoi borroughs: Soho, Knitsbridge ed altri; Parigi con i suoi ‘arrondissement municipali’, Lione, Marsiglia e chissà quante altre.
Il processo di formazione di questa entità istituzionale nel nostro Paese prevede dei passi irrinunciabili e delle metodiche stabilite.
La gestione sarà assicurata da un Sindaco affiancato da un Consiglio formato dai Sindaci dei Comuni ricadenti nella metropoli, e da Consiglieri eletti. Nel caso che ci interessa: metropoli (la definiamo così, per comodità) BARI, i Consiglieri dovrebbero essere dieci assommando, l’entità metropolitana, meno di 800.000 abitanti. L’istituzione deve essere sottoposta a “parere” da parte della Regione di pertinenza; dopo di che, se il parere fosse favorevole, verrebbe celebrato un referendum popolare che, nel caso del parere favorevole della regione, non avrebbe bisogno di alcun quorum; nel caso invece di parere sfavorevole, la celebrazione del referendum e l’efficacia del suo risultato necessiterebbe di un quorum partecipativo di almeno il 30% degli aventi diritto al voto.
Veniamo adesso a quel che ci riguarda: la tenzone che si è aperta, soprattutto sul nostro Quotidiano Quindici on-line, fra coloro che non sono alieni all’ipotesi e coloro che la vedono in modo diverso. I pareri espressi, fatti salvi alcuni che definiremmo… pittoreschi, hanno motivazioni le più disparate, sia fra quelle che esprimono favore all’ipotesi, sia fra quelli (come abbiamo accennato, la Maggioranza pro-tempore, i Partiti della Coalizione, i simpatizzanti ed altri) che non sono d’accordo.
Leggiamo (per sintesi) l’opinione espressa dal Coordinatore del partito P.d.L. che invoca la “conservazione dell’identità culturale della Città” e chiude con un perentorio “noi non vogliamo che Molfetta diventi la periferia di Bari”.
Alle posizioni un po’ demagogiche espresse dal Coordinatore, fa da contrappunto un comunicato che descrive l’Azzollini pensiero, tutto incentrato nella disputa politico/polemica (sterile, aggiungiamo noi, e spiegheremo perché) con la Regione, in generale, e con l’Assessore Guglielmo Minervini, in particolare, che accusa di “aver sempre ostacolato lo sviluppo della Città”, attribuendogli addirittura il ‘disegno’ di “voler cassare dalla geografia regionale la Città!”; infine, ma non è l’ultima delle sue esternazioni, si chiede quale sia “la necessità di abolire l’attuale Provincia”, se la Città, dopo l’adesione alla nuova entità, “conserverà comunque le sue peculiarità amministrative” (alcune). Ricordiamo che il signore in oggetto, oltre ad essere Sindaco è anche Senatore della REPUBBLICA. Passa poi all’aspetto economico-finanziario dell’operazione, accusando che si voglia “mettere mano al bilancio (virtuoso) della Città, per risanare i deficit che (presume) tutti gli altri hanno”. Auspica addirittura che, a seguito di tali levate di scudi, il Governo centrale, ne tenga conto e ne tragga conseguenze, magari “recedendo dalla riforma”!
Come possiamo osservare, dall’esposizione di alcuni dei pensieri che angustiano la Maggioranza all’idea del passaggio sotto le “grinfie” della Metropoli Bari (è possibile estendere queste osservazioni seguendone in diretta, sul nostro sito, l’evoluzione) hanno qualcosa di surreale. Si invocano motivazioni legate alle tradizioni, alla cultura, all’identità; altre di carattere più prettamente politico/propagandistico, demagogico nell’accusa di voler cancellare la realtà Molfetta. Il diniego a diventare la “periferia” di qualcosa. La risibile questione economico finanziaria, legata alla capacità attuale dei politici che siedono in Parlamento, di attrarre capitali per i loro collegi (probabilmente a scapito degli altri, alla faccia della solidarietà nazionale: vecchia storia ).
- L’aspetto culturale e tradizionalistico: chi ha mai detto che l’adesione alla Metropoli annichilirebbe la nostra tradizione, la nostra storia, la nostra cultura. Non sarebbe invece possibile che noi assorbissimo altre culture, arricchissimo le nostre tradizioni con quelle degli altri?
- La ‘cancellazione’ della realtà cittadina! Ma perché dovrebbe avvenire ciò? Perché un Molfettese dovrebbe volere una simile soluzione, a chi gioverebbe?
- Il Porto! Perché non sarebbe possibile l’esistenza, in un futuro, di una Metropoli con più porti, con diverse specializzazioni? Potrebbe essere un elemento di sinergia formidabile, se solo scorgessimo con più chiarezza alcune opportunità!
- Infine la parte economico finanziaria, a cui si appella il nostro Sindaco, sostenendo che il bilancio (virtuoso) dell’Amministrazione, potrebbe servire, depauperandolo, a sanare situazioni negative. Beh, qui facciamo una sola considerazione diciamo così… storica. Sempre, quando cambia il colore politico di qualunque amministrazione, assistiamo al solito balletto di cifre! L’Amministrazione subentrante, tanto per non saper né leggere, né scrivere, mette subito le mani avanti: “abbiamo trovato una situazione di bilancio che fa inorridire!!!” (più o meno, la formula è questa). Per contro, l’Opposizione canta il ritornello di segno opposto: “abbiamo lasciato, grazie all’oculatezza dei nostri Amministratori, un bilancio in attivo e con un attivo di cassa consistente!”. Dove è la verità?
Stando così le cose, vorremmo sapere, che tipo di credibilità possa avere una chiosa come quella che fa il sig. Azzollini, riferendosi al bilancio virtuoso che ha creato. Ci crederemo quando tale bilancio (virtuoso) sarà certificato da terzi e sarà reso pubblico.
Infine giova ricordare che nell’ottica della sempre più spinta interazione e aggregazione delle risorse, non ha alcun senso portare avanti queste risibili motivazioni; ha invece molto più senso trovare punti di convergenza e di sinergia, che la politica miope nostrana, ha sempre voluto negare. Ed i risultati parlano da soli.
P.S. - Un’ultima notazione, anche se potrà essere percepita come una… malignità. Si dà il caso che Molfetta sia governata da una Giunta di CentroDestra, mentre sia la Regione Puglia, sia la Città di Bari, abbiano colore politico diverso. Veniamo alla ‘malignità’ e domandiamo al sig. Azzollini ed a coloro che per simpatia, diciamo così, sono alieni all’adesione della nostra Città all’Area metropolitana: se per ipotesi la Giunta regionale avesse avuto maggioranza diversa, magari di Centrodestra e, lo stesso fosse stato per la Città di Bari, con Sindaco il sig. di Cagno Abbrescia, l’atteggiamento di diniego all’adesione sarebbe stato lo stesso?
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