MOLFETTA – I murales, secondo la definizione che ne da in rete l’Enciclopedia Treccani, sono “rappresentazioni pittoriche di scene per lo più d'ispirazione socialpopolare, talvolta con intenti politici, eseguite, anche a più mani, su muri, facciate di edifici, grandi pannelli di materiale vario, in genere posti in luoghi aperti. Nei murales la semplicità, spontanea o voluta, del tratto, insieme con la vivacità dei colori, crea un effetto di grande immediatezza visiva”.
Un lettore di Quindici, pone però in merito ai 'murales' apparsi su un muro perimetrale dello stadio comunale Paolo Poli, un intrigante interrogativo: hanno avuto il “consenso della pubblica amministrazione”?
Prima però di “indagare” se ci sia stato o no, un consenso tacito o esplicito, forse l’interrogativo vero da porsi è il seguente: sono belli o brutti? Rappresentano una forma d’arte, oppure no? L’ “ardua sentenza”, va lasciata però ai lettori e commentatori, poiché proprio questo è uno di quei temi nei quali i lettori non vanno “incanalati” verso un’opinione precostituita a monte. Almeno sull’arte, o su quello che si presume essere arte, è utile avere “le mani libere” da qualsiasi tipo di condizionamento politico.
“Ho motivo di segnalare – scrive il lettore a Quindici - quale utente automobilistico della rete stradale del Comune di Molfetta che transitando lungo il muro esterno dello Stadio Paolo Poli lato parcheggio ho notato dei graffiti realizzati sulle relative pareti facciate esterne del muro di recinzione dello Stadio Paolo Poli e che questa testata giornalistica non si è ancora interessata a fornire notizie dettagliate in merito a codesta realizzazione che nelle modalità con cui è stata realizzata sembra avere il consenso della pubblica amministrazione e con finalità che chi transita non è detto che le possa conoscere oppure presumerne di risalire, se trattasi di abuso o liceità.”
“Diamo ai posteri - conclude il lettore - l'ardua sentenza e continuiamo il nostro cammino terrestre in piena salute”
Cos’altro aggiungere, se non che spetta adesso alla civica amministrazione sciogliere l’angoscioso dilemma: ha o no autorizzato questi murales?
Se poi abbiano o meno "abbellito artisticamente" il luogo, lasciamolo giudicare ai lettori, non sempre "abbastanza teneri", verso certo tipo di arte e, secondo alcuni "recenti innovatori", del pensiero (unico, purtroppo), un po' retrivi e conservatori.