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Molfetta, Mimmo Cives è il nuovo coordinatore della Margherita Eletto per acclamazione nel corso del congresso del partito
26 febbraio 2007

MOLFETTA - Il consigliere provinciale Mimmo Cives (nella foto accanto a Guglielmo Minervini) è il nuovo coordinatore locale della Margherita. Lo ha eletto all'unanimità e per acclamazione il congresso cittadino del partito che si è celebrato nella mattinata di ieri presso la sede di Piazza Margherita di Savoia. Un congresso unitario, dunque, nonostante fosse nato sotto funesti presagi dal momento che sembrava destinato a sancire una clamorosa frattura interna tra il gruppo dirigente uscente che ha sempre avuto in Guglielmo Minervini il suo punto di riferimento e la corrente capeggiata da Lillino Di Gioia che, nonostante negli ultimi anni avesse preso le distanze dalla Margherita (almeno a Molfetta), ha continuato comunque a far parte del direttivo regionale del partito. Una situazione anomala che si è trascinata per troppo tempo generando una serie di fibrillazioni, ma che con un dibattito franco e costruttivo ha trovato uno sbocco positivo. Oggi le due anime che spesso in passato sono entrate in conflitto, hanno trovato una sintesi ed una convergenza politica nella figura istituzionale del consigliere provinciale, Mimmo Cives individuato come punto di equilibrio e di garanzia per rilanciare l'attività della principale forza politica del centrosinistra molfettese. E' stata la relazione politica del coordinatore uscente, Cosimo Altomare (alla guida del partito praticamente dalla sua nascita), ad aprire i lavori. Una relazione non solo molto ampia e di pregevole spessore politico che ha spaziato dai temi nazionali (vista l'attualità della crisi del governo Prodi) a quelli regionali (stante la crisi del gruppo consiliare della Margherita alla Regione), fino ad arrivare a quelli più prettamente locali, ma anche estremamente franca e in certi passaggi “scomoda”, che non ha nascosto le difficoltà che il partito ha incontrato negli ultimi tempi ma che ha anche indicato un percorso da seguire per uscire da una crisi latente. E così Altomare ha esplicitamente indicato nella costruzione del Partito Democratico l'obiettivo strategico che la Margherita si pone anche nella nostra città. Un processo certamente difficile, ma necessario. “A Molfetta – ha affermato il coordinatore uscente – se si escludono poche e timidissime iniziative, il processo praticamente non è stato avviato, sicuramente anche per responsabilità nostra. Presi da problemi interni, siamo stati del tutto assenti rispetto ad iniziative che pure l'Associazione per il Partito Democratico ha assunto. Credo che, superato con questo Congresso l'impasse del partito a Molfetta, dobbiamo assumerci la responsabilità di rilanciare il processo di cui anche la nostra città ha bisogno”. Come si diceva, Altomare non ha nascosto i problemi interni che il partito ha vissuto negli ultimi mesi: “Con questo congresso cittadino – ha detto - dovremmo essere capaci di superare una fase logorante del nostro partito a Molfetta. Devo dire, assumendomi la mia parte di responsabilità, che da tempo abbastanza lungo il partito si è quasi fermato, a causa della vicenda del tesseramento. Sono consapevole del fatto che tra noi, che oggi siamo chiamati ad interpretare una fase di rilancio del partito in chiave unitaria, ci sono letture diverse. Non dobbiamo rinunciare ad analisi, anche spietate se occorre, per ripartire col piede giusto”. Il coordinatore uscente ha poi affrontato di petto la questione del presunto “tesseramento gonfiato” del quale si è molto discusso nei mesi scorsi: “Vi era – ha dichiarato Altomare - un problema di metodo di raccolta delle adesioni (che nella fattispecie diventava un fatto di sostanza), che – a mio parere – rimandava a degenerazioni del passato che sembravano superate. Ma questo, evidentemente, da quanto detto e soprattutto non detto dai nostri organismi nazionali di garanzia era nelle regole del partito. In questo partito ci eravamo abituati a ragionare non guardando il numero o i pacchetti delle tessere. Evidentemente ci sbagliavamo! Io personalmente non ho cambiato idea. La vicenda chiusa sul piano formale, secondo me rimane aperta sul piano sostanziale. L'auspicio è che si acceda ad una fase in cui tutti in questo partito, e nel partito che verrà, possano almeno non trovarsi a disagio. È la condizione minima (ovviamente necessaria ma non sufficiente) perché si possa ripartire con un impegno politico efficace, oltre che unitario. Le risorse ci sono. Sono convinto che il nuovo gruppo dirigente saprà valorizzarle molto più e meglio di come sono stato capace di fare io”. Al termine della relazione del segretario è intervenuto Nino Sallustio, capogruppo in Consiglio Comunale della Margherita il quale ha sottolineato come sia necessario che il partito rilanci la sua attività politica al fianco dei consiglieri comunali di opposizione, anche in considerazione del fatto che l'attività amministrativa è di fatto paralizzata per i noti scandali giudiziari. “La nostra opposizione – ha poi aggiunto Sallustio – non deve limitarsi ad abbaiare contro la maggioranza ma deve dimostrare alla città che siamo una forza di governo affidabile e credibile”. Annalisa Altomare, dal canto suo, si è soffermata sulla necessità che vi sia un più stretto legame tra gli eletti del partito alla Provincia ed alla Regione e la città di Molfetta “anche al fine di valorizzare gli straordinari sforzi che si stanno profondendo per rilanciare il nostro Ospedale”. Una citazione di Aldo Moro ha contraddistinto, poi, l'intervento di Lillino Di Gioia che, parlando della necessità di mettersi alle spalle le incomprensioni che in passato hanno caratterizzato alcuni passaggi della vita politica all'interno della Margherita, ha ricordato come occorra “mettere da parte tutto ciò che ci divide e valorizzare tutto ciò che ci unisce”. L'assessore regionale Guglielmo Minervini nell'intervento conclusivo del dibattito, si è soffermato sulle difficoltà che hanno portato alla celebrazione di questo congresso: “Alla vigilia di questo appuntamento c'era il rischio che si creasse una frattura netta e drammatica tra la politica, da un lato, e la forza brutale dei numeri, dall'altro. Ma ad un certo punto in tutti quanti noi ha prevalso l'idea che per proteggere questo partito non bisognava arroccarsi a difesa di posizioni particolari, ma occorreva rilanciare il dibattito ed il confronto, accettando la sfida del pluralismo da intendere come risorsa, mai come un limite”. “Oggi – ha proseguito Minervini – siamo qui per scelta e per convinzione, non per convenienza e ci poniamo come obiettivo quello di fare di questo partito la principale forza politica dello scenario molfettese. Questo congresso è uno spartiacque importantissimo perché chiude una fase della vita della Margherita e ne apre una nuova”. Quattro i punti principali sui quali rilanciare l'attività del partito, per Guglielmo Minervini: “Innanzitutto la costruzione del Partito Democratico come prospettiva strategica, indispensabile a Molfetta come in Italia. Occorre, poi, rinsaldare i legami tra il centrosinistra e la città, in tutte le sue componenti sociali. Terzo punto prioritario è puntare sulla rigenerazione della politica attraverso i giovani: è tempo che la nostra generazione passi il testimone del cambiamento ai più giovani. Infine occorre combattere con ogni forza la vera e propria emergenza morale che vive la città. Non esito a dire che quella che stiamo vivendo è, sotto questo aspetto, la situazione più grave dal dopoguerra ad oggi. Mai Molfetta aveva vissuto una vera e propria implosione di un certo ceto politico e di spezzoni della burocrazia amministrativa”. Il nuovo coordinatore, Mimmo Cives, ha innanzitutto espresso “sentimenti di profonda e sincera gratitudine nei confronti di Cosimo Altomare che ha condotto il partito a grandi traguardi”. “Sono poi consapevole – ha proseguito – di assumere un compito gravoso ma esaltante. Oggi è necessario mettersi alle spalle alcune incomprensioni ed è indispensabile che nel partito siano sostituiti i tanti 'io' con un solo 'noi'. Ecco, questa è la sfida da raccogliere. Il confronto può anche essere duro e franco, ma deve sempre giungere a sintesi per il bene della città”. Il nuovo coordinatore ha poi annunciato che nelle prossime settimane sarà organizzata una conferenza programmatica della Margherita aperta alla città dove riprendere e rilanciare le tematiche affrontate durante il congresso.
Autore: Giulio Calvani
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