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Molfetta, Massimiliano De Bari condannato a 8 anni per il tentato omicidio dell'ottobre scorso Nei pressi di piazza Paradiso sparò contro due fruttivendoli della famiglia “la cerasa”, ferendo anche un passante
13 giugno 2007

MOLFETTA - Otto anni di reclusione per tentato omicidio: è questa la pena inflitta a Massimiliano De Bari(foto), 28 anni, autore della sparatoria del 10 ottobre del 2006 (nelle foto, il luogo del tentato omicidio) contro i due fruttivendoli Gianvito De Bari, 27 anni e Vito Diniddio, 41 anni, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine e già coinvolto nell'operazione Reset. Il Pm Antonio Savasta aveva chiesto 13 anni, ma il Gup Grazia Miccoli, al termine dell'udienza preliminare con rito abbreviato presso il tribunale di Trani, ha condannato De Bari a soli 8 anni per tentato omicidio. Nella sparatoria, oltre ai due fruttivendoli, appartenenti alla famiglia della “cerasa”, rimase ferito anche un passante Ignazio De Palma, 69 anni. Solo Gianvito De Bari si è costituto parte civile ed è stato assistito dall'avv. Bepi Maralfa. Il giudice non ha riconosciuto all'imputato l'attenuante della provocazione: Massimiliano De Bari aveva sostenuto di aver sparato ai due per vendicare lo stupro compiuto nei confronti di sua sorella. Ma la stessa sorella interrogata nel carcere di Perugia, pur confermando lo stupro non è stata in grado di riconoscere i suoi aggressori. La sparatoria del 10 ottobre scorso in due bancarelle della frutta nei pressi di Piazza Paradiso a Molfetta, ebbe per protagonista un killer solitario (poi identificato come Massimiliano De Bari) che, dalla moto in corsa, sparò all'impazzata tra la gente ferendo, in due agguati compiuti in rapida successione, i due fruttivendoli. Il primo episodio avvenne in via Massimo d'Azeglio, angolo piazza Paradiso, all'altezza del panificio “Il cugino”, mentre il secondo in Via Immacolata. Il killer a bordo di una moto nera, senza casco col volto coperto da un passamontagna nero (anche la targa della moto era coperta), prima si avvicinò a una rivendita di frutta di una nota famiglia molfettese, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine (“la cerarsa”, appunto), sparando diversi colpi di pistola contro due giovani Gianvito de Bari di 27 anni e Vito Diniddio di 41 anni, poi fuggì, e si diresse in Via Immacolata sparando ancora contro un addetto ad un altro esercizio commerciale di frutta e verdura, colpendo anche un passante, Ignazio De Palma, di 69 anni, che fu stato raggiunto all'omero e di striscio a una gamba. I carabinieri prima di Massimiliano De Bari - che si costituì spontaneamente qualche giorno dopo - avevano arrestato, con l'accusa di favoreggiamento personale perchè avrebbero aiutato De Bari a fuggire e altri due uomini, anch'essi pregiudicati di Molfetta, Vito e Giancarlo Saverio Magarelli,di 33 e 24 anni, trovati in possesso di due pistole semiautomatiche e giubbotti antiproiettile. Secondo gli investigatori, i due erano consapevoli di essere un possibile bersaglio per De Bari e dal 10 ottobre 2006 non andavano in giro per la città: quando lo facevano, uscivano armati e protetti da giubbotti antiproiettile. Successivamente era stato arrestato anche Vito Diniddio. Ora l'epilogo della vicenda con la condanna del De Bari.
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