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Molfetta, la verità sul bilancio dell'ex sindaco Azzollini: gestione scellerata della città La conferenza stampa del sindaco di centrosinistra Paola Natalicchio e dell'assessore Angela Amato, un pesante fardello per i nostri figli. Nel rendiconto 2012 2,6 milioni di debiti fuori bilancio. Un vaso di Pandora. Le bugie del senatore azzurro e dell'ex assessore Giulio La Grasta
12 settembre 2013

MOLFETTA - Fatti, protagonisti e intrecci, prevalentemente già più o meno noti, ma che mai erano stati proposti in una visione d'insieme e che, integrati con alcuni inediti, rendono l'idea della ragnatela di un blocco di potere centrato negli ultimi 10 anni sugli uomini della gerarchia di centrodestra che hanno affossato questa città in un tunnel buio sotto il profilo economico-finanziario. Il volto delle speculazioni (spesso con soldi e concessioni pubbliche) che si cela dietro ad opere tanto acclamate che con la trasparenza e la sobrietà (ma anche con l'etica e spesso con la legalità) hanno ben poco a che spartire. Mascherate come opere di bene nell’interesse della comunità sono in realtà l'ennesimo volto di una gestione scellerata della macchina economica-finanziaria del Comune di Molfetta. 2,6 milioni di debiti fuori bilancio: è questa la triste verità che l’amministrazione dell’ex sindaco del Pdl Antonio Azzollini ha lasciato alla tanto “amata” Molfetta (sarebbe questo il regalo per il futuro dei nostri figli?).

DEBITI FUORI BILANCIO

Tante volte abbiamo sentiamo parlare di debiti fuori bilancio, di questa piaga che provoca, con una frequenza impressionante, continue emorragie nelle già povere casse comunali, ma il più delle volte non abbiamo contezza delle storie, anche pluridecennali, che si portano dietro. L’intera città si chiedeva: a quanto ammonta veramente il debito del Comune di Molfetta? Le cifre si rincorrevano ma non avevano conferma. Ora c’è l’hanno e riassumono una situazione preoccupante. Il nuovo sindaco di centrosinistra Paola Natalicchio nel corso della conferenza stampa nella sala Consiliare di Palazzo Giovene ha dichiarato: «Con la delibera n. 46 del 6 settembre 2013 la mia giunta ha approvato lo schema del rendiconto 2012. Come evidenziato nella delibera, nonostante un avanzo formale di amministrazione di 155.961,84 euro, l'aspetto più importante del rendiconto 2012 è la presenza di oltre 2,6 milioni di debiti fuori bilancio. Il rendiconto di gestione 2012 avrebbe dovuto essere adottato entro il aprile quando a Molfetta c’era il commissario prefettizio Giacomo Barbato. Ad oggi purtroppo abbiamo spese del 2012 non liquidate e alcune di queste passività sono state liquidate con fondi del 2013 svuotando così i capitoli di spesa dell’anno in corso».

BILANCIO VIRTUOSO?

Eravamo nel luglio 2012 quando è stato approvato l’ultimo rendiconto di bilancio redatto dall’amministrazione Azzollini. L’ex assessore al Bilancio Giulio la Grasta, nella massima assise di poco più un anno fa aveva dichiarato: «Molfetta è un ente locale virtuoso». Ad oggi direbbe lo stesso? Tra i dati sconcertanti nella relazione al rendiconto sempre l’ex assessore aveva riportato alcuni dati  rilevanti della gestione 2011 tra cui un avanzo di amministrazione (372mila euro), nell’andamento finanziario del 2011 33 milioni di euro sono state le entrate tributarie (riscosso l’86%), 10 milioni i trasferimenti correnti (contributi statali), mentre la spesa corrente (funzionamento dei pubblici servizi) ammonta a 42 milioni di euro e il conto capitale (investimenti a fini produttivistici) a 53 milioni di euro. Insomma, una «tranquilla gestione dell’ente», per la Grasta, nonostante i buchi di bilancio provocati dal taglio dei trasferimenti statali, il cappio delle aliquote IMU fissate dal Comune di Molfetta e una serie di sospetti sull’effettiva solidità contabile delle casse comunali. Sospetti ora tramutatesi in certezza.

BILANCIO COME IL VASO IL PANDORA

Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura. E bene secondo quanto affermato dall’assessore al bilancio Angela Amato il bilancio comunale sembra proprio un analogia del vaso risalente alla mitologia greca. Sulla questione bilancio l’assessore Amato ha esordito dichiarando: «La giunta dell’ex sindaco Azzollini è responsabile di 10 mesi su 12 di questo bilancio avendo governato la città fino a ottobre del 2012. Il tentativo di sfuggire alle responsabilità per attribuirle alla gestione commissariale sarebbe completamente ridicolo. I numeri sono freddi e gelidi ma che raccontano storie. Alcune spese del 2012 non avevano trovato copertura all’interno del bilancio, e tra le passività del 2012 non liquidate e da finanziare quelle che destano perplessità sono quelle relative alla manutenzione degli impianti elettrici del 2°semestre 2012, quelli sulla manutenzione della pubblica illuminazione del 2°semestre 2012, il credito ASM per cessione pro-soluto e le sentenze esecutive degli anni 2012/2013. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio avverrà con una specifica delibera di Consiglio Comunale in concomitanza con l’approvazione del bilancio previsionale 2013, la cui approvazione è stata recentemente prorogata al 30 novembre 2013. Questo bilancio è come il vaso di Pandora, apri e scopri sempre qualcosa di nuovo».  

SOCIETA’ PARTECIPATE AL COLLASSO

Numeri sempre più impietosi giungono anche dalla situazione economico-finanziaria delle Società partecipate del Comune di Molfetta. Dati e numeri che suonano come un campanello d'allarme. Detto in breve si fallisce (o si rischia di arrivare al fallimento) non solo per i debiti ma anche per soldi che dovrebbero essere a bilancio con il segno più e che invece non risultano. Una situazione che non deve e non può essere sfuggita nel corso di questi anni all’amministrazione con un sindaco senatore e per lo più presidente della Commissione Bilancio dello Stato. Più che mai c’è bisogno di riorganizzazione, ripubblicizzazione e soprattutto salvaguardare le aziende partecipate-municipalizzate (Asm, Mtm, Multiservizi). Ad oggi i segni meno sono inquietanti per prime due aziende annoverate in precedenza specie per quanto riguarda l’anno 2012 con la Asm che vede il segno negativo con un -603.570,00, la Mtm con un -77.912,00 e infine la Multiservizi con 150.486.

CAPPIO ALIQUOTA IMU E ADDIZIONALE IRPEF

Sempre nell’anno 2012 il Consiglio comunale dichiarava di aver preso in esame la questione IMU secondo i principi di “ponderatezza” e “oculata determinazione”. Sta di fatto che in quella Assise ci fu una riduzione dell’aliquota al 5% e relativa detrazione d’imposta per l’abitazione principale e sue pertinenze, che non si dovrebbe scostare dall’Ici versata nel 2007. Aliquota agevolata al 6% per gli immobili contigui all’abitazione principale, purché adibiti ad abitazione principale (anche se distintamente accatastati). Infine, aliquota base pari all’8,80% per le restanti unità immobiliari, compresi i terreni agricoli e le aree fabbricabili. Nessuna tutela per la famiglia dunque e equiparazione tra il proprietario di una villa e quello di due camere e cucina. A molti viste le percentuali verrebbe da dire di aver subito oltre il danno pure la beffa. Il tutto senza tralasciare la questione IRPEF portato nel maggio 2012 alle stelle. Il Consiglio comunale avrebbe dovuto approvare un aumento dell’aliquota dallo 0,50% allo 0,60%. Invece, il sindaco Azzollini, con un emendamento approvato a maggioranza, aveva aggiunto un ulteriore 0,05%. In sostanza, l’aumento dell’Irpef  ha colpito il 70% dei contribuenti, soprattutto quelli con un reddito annuale tra i 10mila e i 40mila euro. Un “calcolo sofferto”, di cui il sindaco senatore Azzollini si era assunto tutta la responsabilità di fronte al consiglio.
 

TRISTE EREDITA’

«Ereditiamo – ha concluso il sindaco – uno stato dei conti di letteralmente drammatica, e in maniera  responsabile faremo pesare questi guasti il meno possibile sui cittadini attraverso un piano di tagli alle spese, agli sprechi e alle consulenze d’oro che presenteremo nel bilancio di previsione con la stessa chiarezza e trasparenza».  Insomma, quello che veniva annoverato avanzo di amministrazione virtuale per dall’opposizione ad oggi è realtà. Nonostante fino a qualche tempo fa l’ex sindaco Azzollini dichiarava: «quello del Comune di Molfetta è sempre il miglior bilancio d’Italia, perché prudenziale».
«Oggi Antonio Azzollini è ancora il presidente della Commissione bilancio del Senato – conclude Paola Natalicchio - e non possiamo che augurarci che a Roma produca meno disastri di quelli fatti a Molfetta».

Un’ultima considerazione la stessa Natalicchio la scrive su Facebook: «assordante silenzio del centrodestra sui dati presentati sul bilancio 2012...».

Come in un film verrebbe da dire “ogni riferimento a fatti e persone è perfettamente reale”.
Non siamo di fronte ad un atto di accusa verso chi ha amministrato la città fino a qualche mese fa, bensì un atto di accusa verso coloro che hanno non solo malgestito, ma anche sprecato i soldi dei cittadini.
Ci auguriamo che la nuova amministrazione provveda quanto prima a inviare una regolare denuncia alla Corte dei Conti, in modo che chi non è stato in grado di amministrare le finanze pubbliche, risponda con il proprio patrimonio dei danni provocati alla comunità. Sarebbe una lezione esemplare per chi decide di governare una città con leggerezza.

Intanto un compito immane attende i nuovi amministratori, costretti a risanare i conti cercando di non gravare sui cittadini, vittime di una città allo sbando per oltre 10 anni: le cifre drammatiche di oggi sono una conferma di quanto “Quindici” ha scritto in questi anni sul malgoverno di Azzollini.

© Riproduzione riservata

Autore: Andrea Saverio Teofrasto
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Tutti hanno ragione, solo i contribuenti hanno sempre torto: pagano. Così si svolge il gioco, quasi come quello delle tre carte. Tre carte, una con il numero 156, la seconda con 2,6, la terza con una x. Iniziamo il gioco: fingendo di voler confondere le idee le carte vengono spostate fra loro, ma questa mossa è assolutamente inutile giusto per far vedere che il "segreto" sta in queste semplici cose. Per quello che può conoscere la gente, il contribuente, i trucchi sono questi. Ma in effetti i trucchi sono più sofisticati. Si gira la carta X, la vincente, questa vince, quest'altra perde ovvero la 156, si gira anche la carta 2,6 anche perdente e con un leggero gioco di mani si rigira la carta X, la vincente, sottoponendola alle carte perdenti facendole ruotare velocemente poi pasandole sul banco. Puntiamo: dov'è la carta X quella vincente? Gira che ti rigira le carte numerate sono sempre quelle: 156, 2,6. Dov'è la carta vincente, la X? Il gioco si fa sempre più veloce, elettrizzante: questa vince e questa perde, vince, perde, perde, vince, vince perde, perde, perde, vince e cos' via di seguito. Dal momento che il contribuente cittadino non deve mai vincere, viene messa in opera la mossa chiamata Rovescio Culinario delle Chiappe, che consiste far chinare tutti i contribuentie......ZACCHETE, il ROVESCIO CULINARIO DELLE CHIAPPE viene effettuato così velocemente, senza dolore e stringimenti. Tutto poi prosegue nella normalità, a differenza invece quando avviene la "brusciatura du paparul": questo fa male, molto male, infatti si sente, si avverte in giro e in largo. Mi auguro di aver soddisfatto il dottor. t.g.. F.to Il Volenteroso.




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