Molfetta, la tragedia del Francesco Padre in un libro della Meridiana
Sabato 14 novembre nell'aula magna del Seminario Regionale di Molfetta presentazione del volume di Gianni Lannes sulla vicenda
MOLFETTA – La tragedia del motopesca Francesco Padre di Molfetta che esplose misteriosamente il 4 novembre 1994 trascinando sul fondo del mare i 5 uomini di equipaggio e di cui Quindicisi occupò ampiamente pubblicando anche le foto del relitto e dei resti umani presenti sui fondali, torna di attualità. A riproporre quella storia è un libro della casa editrice la meridiana.
“Se il mare fosse un libro, vi leggeremmo la tragedia di cinque uomini, un cane e una barca.” Partiamo da questo assunto: la vicenda del Francesco Padre è innanzitutto la tragedia di cinque uomini (Giovanni Pansini, Luigi De Giglio, Saverio Gadaleta, Francesco Zaza e Mario De Nicolo) e delle loro rispettive famiglie. Cinque persone morte sul posto di lavoro. Cinque persone che forse si sono trovate nel posto sbagliato in un momento sbagliato, a cui lo Stato italiano non ha ancora reso giustizia, a quindici anni dall’affondamento. È questo quanto si propone di raccontare il giornalista Gianni Lannes attraverso il libro NATO: colpito e affondato. La tragedia insabbiata del Francesco Padre pubblicato dalle edizioni la meridiana nella collana passaggi (pp. 224, euro 15).
La vicenda del Francesco Padre, conclusasi in Cassazione nel 1998 con un atto di archiviazione, rientra tra quelle su cui in Italia vige il segreto di Stato. A offendere la memoria dei cinque marinai, delle loro famiglie e di tutta la marineria molfettese il sospetto emerso in sede processuale che sul motopeschereccio vi fosse un illecito trasporto di materiale esplosivo che, di fatto, ne avrebbe provocato l’esplosione. A offendere maggiormente la memoria la mancanza di risposte certe, il rifiuto dell’autorità competente al recupero del relitto, l’onta alla memoria.
Ma, a onor di cronaca, quello specchio di mare era teatro di un’esercitazione militare della Nato denominata ‘Sharp Guard’, e non era neanche la prima volta che ignari marinai si trovassero coinvolti in episodi militari. Forse per il Francesco Padre qualcosa è andato storto. L’occultamento e poi la distruzione dei resti non umani rinvenuti, la decisione di non recuperare il relitto e, infine, il segreto di Stato che aleggia sulla vicenda inducono a pensare che per l’affondamento del Francesco Padre si possa parlare di una “Ustica del mare”. Proprio per questo Gianni Lannes si chiede «il caso allora è veramente chiuso? No, è più spalancato che mai. Conoscere la verità è un diritto che riguarda tutti, ma va esercitato concretamente. Far conoscere i fatti per approdare alla verità è il mestiere del giornalista». Ed è proprio quello che questo libro vuole fare, sperando nella riapertura dell’inchiesta.
Il volume sarà presentato ufficialmente a Molfetta sabato 14 novembre, in un incontro presso l’aula magna del Seminario Regionale (inizio ore 18.30). Ne discuteranno con l’autore Gianni Lannes: Elvira Zaccagnino delle edizioni la meridiana, e Falco Accame, ammiraglio e già presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
Per introdurre la serata saranno letti stralci del volume, a cura del Teatro dei Cipis.