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Molfetta, la Guardia di Finanza sequestra l'ex fonderia Palbertig, 5 denunce Che accadra ' ora a chi ha gia ' acquistato LE CASE sulla carta?
15 marzo 2007

Grossa operazione della Guardia di Finanza di Molfetta al comando del ten. Giuseppe Mattiello: i militari del comando provinciale di Bari con la collaborazione degli specialisti del Roan (reparto aeronavale della Finanza che hanno fotografato e filmato dall'elicottero l'intera area) hanno sequestrato l'ex fonderia Palbertig di Molfetta che copre un'area di 25mila mq, in via Caduti sul lavoro, all'angolo con la strada che porta al cimitero. Nel quadro dell'ordinario controllo economico del territorio, attuato attraverso l'impiego delle pattuglie in servizio di pubblica utilità “117”, la Guardia di Finanza ha eseguito diversi interventi a contrasto del sommerso da lavoro (lavoro “nero”). In particolare è stato effettuato un controllo presso una ditta, operante nel settore “bonifica del territorio”, all'esito del quale sono state individuate due persone risultate impiegate in “nero”, in quanto non iscritte nel Libro paga e matricola né, tantomeno, dichiarate agli Istituti di Previdenza ed Infortunistica sul lavoro. Inoltre, gli stessi lavoratori non avevano sostenuto alcun corso obbligatorio di cui al D.P.R. 08.08.94 per la rimozione dell'amianto. Viste le condizioni dell'ambiente cui lavoravano la Finanza ha effettuato un sopralluogo all'opificio industriale dismesso di proprietà della ditta con sede in Molfetta, via Caduti sul Lavoro. Nel corso della predetta attività sono stati ritrovati, depositati su tutta l'area, rifiuti speciali ferrosi e pericolosi per la salute pubblica costituiti da materiale di risulta, bombole di gas, pezzi di motori imbrattati di olio accatastati al suolo, fusti di olio minerale, big-bag contenenti ceneri e sabbie di fusione, materiale bitumoso, imballaggi etichettati con simbolo di pericolosità posti direttamente sul terreno con il conseguente grave inquinamento del suolo e del sottosuolo. I finanzieri, pertanto, hanno sequestrato l'intera area adibita a discarica abusiva, procedendo alla denuncia dei responsabili (fra cui i proprietari dell'area sequestrata, quelli della fabbrica chiusa, quelli dell'azienda di Barletta incaricati di raccogliere i rifiuti) per violazione all'art. 256 comma 1 e 3 del Decreto Legislativo nr. 152/2006 e dell'art. 674 c.p. gestione di discarica abusiva e violazioni delle leggi sulla sicurezza del lavoro. Sono in corso accertamenti tesi a verificare il livello di inquinamento, in considerazione della volatilità delle fibre di amianto e dei danni alla salute derivanti dalla esposizione alle stesse. L'inchiesta è stata avviata dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dott. Michele Ruggiero. Non si escludono ulteriori sviluppi dell'inchiesta tenuto conto che l'area è destinata ad ospitare una serie di palazzine. Noi di Quindici, come per la vicenda delle palazzine sequestrate nella zona B4, avevamo già trattato questo argomento nel novembre scorso, lanciando l'allarme per questa situazione, fotografando anche il cartello che indicava il trasferimento della fabbrica nella zona industriale. Cartello ora opportunamente coperto, di fronte alla scelta di chiudere la fabbrica, lasciando per strada gli operai, per privilegiare una più comoda e redditizia “riconversione” edilizia. C'è il rischio che si ripeta la storia della zona B4, dove la magistratura ha sequestrato 157 appartamenti? Anche questa vicenda rischia di turbare i sonni degli eventuali proprietari? Oppure è tutto regolare e questa operazione riguarda solo il deposito di rifiuti? Ci auguriamo che nei prossimi giorni si possa capire meglio come potrà evolvere anche questa storia. Intanto c'è timore fra i cittadini che, ancora una volta, per una pessima abitudine locale, hanno già acquistato sulla carta gli appartamenti e uffici che verranno costruiti sull'area dismessa.
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