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Molfetta, la frittata è fatta: scuole elementari senza il tempo pieno nell'anno 2011-12 La situazione sembrava risolta dopo l'incontro di venerdì. Poi la “guerra dei comunicati”, oggi la sentenza: l'Ufficio Scolastico Regionale non ha accettato la comunicazione del Comune di Molfetta. Era necessaria la delibera di giunta, che pare sarà approvata solo nel pomeriggio, troppo tardi. Amarezza per dirigenti, genitori e docenti
12 aprile 2011

MOLFETTA - Altro che allarmismo, la frittata è fatta. Doveva essere una «priorità», invece il tempo pieno per le scuole elementari sarà soppresso per l’anno scolastico 2011-12. Un vero problema recuperarlo per i prossimi anni, considerando tagli ai finanziamenti e al personale.
L’incontro di venerdì tra il sindaco Antonio Azzollini, la Giunta comunale, dirigenti, genitori e docenti aveva lasciato qualche speranza. La promessa era chiara: comunicazione all’Ufficio Scolastico Regionale da parte del Comune di Molfetta per dichiarare l’assunzione degli oneri di spesa per il servizio mensa e, qualora fosse stato necessario, delibera di giunta straordinaria sabato mattina (9 aprile) da inviare lunedì 11 aprile.
A quanto pare, il Comune di Molfetta ha inviato sabato mattina la comunicazione agli istituti scolastici, immediatamente girata all’Ufficio: inutile perché era essenziale un atto formale (una delibera, appunto) con cui il Comune assumeva gli oneri di spesa. Secondo indiscrezioni, solo questo pomeriggio si riunirà la Giunta Azzollini: un po’ troppo tardi, se si tratta di ratificare un semplice atto d’indirizzo per l’assunzione degli oneri di spesa per il servizio mensa.
È vero che trovare i “quattrini” non è mai facile con i tagli della Finanziaria operati dal Ministro Giulio Tremonti, ma si poteva fare di più, invece che limitarsi alle parole, ai musi duri e alla “guerra dei comunicati”.

Cosa accadrà? Nel 2011-12 Molfetta perderà il tempo pieno, dopo essere stato uno dei primi Comuni a realizzarlo (già da 4 anni), con il conseguente taglio del personale scolastico. Il III Circolo (Zagami, San Giovanni Bosco) il più colpito. Delusione dei dirigenti che per primi, insieme a genitori e docenti, avevano scommesso sul tempo pieno. Tanta amarezza e irritazione.
In realtà, il problema non è dell’organico, come il sindaco Azzollini aveva supposto venerdì: gli insegnanti non saranno licenziati, solo costretti a trasferirsi, mentre gli effetti negativi ricadranno sui 550 bambini e sulle 250 famiglie. I primi perderanno la continuità didattica, i secondi un valido ausilio nell’educazione dei figli. Una necessità, il tempo pieno: per l’anno 2011-12 le classi sarebbero state ben 25, rispetto alle attuali 17.
 
Quali responsabilità? Il Ministero della Pubblica Istruzione inviava il 14 marzo la circolare al Provveditorato. L’Ufficio Scolastico Regionale ha comunicato ai dirigenti la circolare del Ministero il 15 marzo e i dirigenti hanno avvisato il Comune di Molfetta il 19 marzo, tenendo conto delle festività per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Queste le tappe della vicenda.
Ma già dal 2008-09 i dirigenti avevano comunicato al Comune di Molfetta l’esigenza di adeguare le strutture scolastiche non abilitate alla mensa e la necessità di un atto formale per assumere gli oneri economici del servizio mensa (anche un semplice atto di indirizzo sarebbe bastato negli anni passati).
Evidente la grossolana sottovalutazione della situazione da parte dell’amministrazione Azzollini. Forse una mancata conoscenza delle reali problematiche cittadine, spesso minimizzate rispetto alle grandi opere pubbliche. I tagli piovono dall’alto, ma la Giunta Azzolini dalla terza decade di marzo avrebbe avuto tutto il tempo per approvare almeno la delibera di giunta con il semplice atto di indirizzo (come dovrebbe fare nel pomeriggio, dopo le pressioni della scorsa settimana), se i termini di consegna erano stati prorogati all’8 aprile.
Promesse per qualcuno, propaganda politica per altri: la situazione è diventa materia politica da affrontare nei prossimi consigli comunali. Sperando che la stessa sorte non tocchi anche agli ausiliari della sosta (550 euro al mese), cui il sindaco Azzollini ha promesso venerdì sera l’aumento di livello dopo Pasqua.
 
Cosa fare? Pressione all’Ufficio Scolastico regionale da parte dell’amministrazione, degli istituti, di genitori e docenti: sarebbe insufficiente. Non resta che adeguare le strutture e cercare i famosi “quattrini”, anche portandoli da Roma, per cercare di recuperare per il tempo pieno almeno qualche classe.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Marcello la Forgia
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