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Molfetta, la crisi interna al Pd si riflette nel consiglio comunale. Assenti i dissidenti. Polemiche sulla Multiservizi. In difficoltà il segretario De Nicolo, pronto a cedere
14 novembre 2015
MOLFETTA
- Doveva essere la giornata della costituzione del nuovo gruppo consiliare DC, democrazia e cambiamento, di
Annalisa Altomare
,
Sergio De Pinto
e
Lia de Ceglia
come preannunciato giovedì nel corso di una
conferenza stampa
. Invece nessuno dei tre consiglieri si è presentato in aula e il Partito democratico prima della discussione dei punti all’ordine del giorno ha chiesto il rinvio della seduta che il Presidente
Nicola Piergiovanni
ha accordato a lunedì pomeriggio. Si arricchisce così di un ulteriore capitolo la crisi interna al Partito democratico che non fa navigare in buone acque tutta la maggioranza di governo della città.
Non sono tuttavia mancati i momenti di tensione in aula.
Ad accendere le polveri il solito
Mariano Caputo
del centrodestra, prima con un fatto grave sugli eventi di Piazza Minuto Pesce, “grave che non si sia fatto un consiglio comunale dedicato, il sindaco doveva informare la città prima di presentarsi dal prefetto”. Accuse respinte al mittente dallo stesso primo cittadino
Paola Natalicchio
, che in quanto responsabile della pubblica sicurezza ha informato immediatamente il Prefetto e il Questore, è stato convocato un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza e sono arrivati i blitz e i presidi della Polizia di Stato, che tutta la città ha avuto modo di vedere nelle giornate successive.
Il sindaco ha poi relazionato sulla situazione della Molfetta Multiservizi, di cui il Comune è socio di maggioranza, in cui ha ripercorso le tappe della trattativa con il socio privato Sceap per riacquistare le quote al termine dell’affidamento del servizio, necessarie per effettuare la nuova gara. Al momento il socio privato ha rifiutato la proposta di transazione, mettendo così a rischio i livelli occupazionali (se ne parla integralmente in altro articolo).
Anche qui non sono mancate le stoccate di Mariano Caputo “vogliamo essere informati sulla transazione e discuterne in consiglio”. Da questa posizione dell’opposizione si sono distinti altri consiglieri dell’opposizione,
Pietro Mastropasqua
e
Antonello Pisani
, “il sindaco faccia tutto quanto è in suo potere per evitare lo scioglimento o la chiusura della Multiservizi sarà una sua responsabilità politica”.
Ciò che complica le cose però, ha evidenziato il sindaco, è il vizio nella gara effettuata nel 2011 nelle cui procedure “era assente la clausola di way out del socio privato, ovvero le modalità e le condizioni di uscita del socio all’esaurimento dell’affidamento dei servizi”. E questo fa sentire in una posizione di forza la Sceap e mette a rischio le sorti dei lavoratori.
In aula il clima si è scaldato quando negli interventi sono state richiamate altre dolorose transazioni con la ditta Mazzitelli e con la Cmc. Tanto che il Presidente ha sospeso la seduta per qualche minuto.
Dopo due ore di “comunicazioni” e interpellanze il primo punto all’ordine del giorno. Prende la parola
Giuseppe Percoco
, al suo primo intervento da capogruppo del Pd, e chiede il rinvio della seduta.
Dunque con la porta lasciata aperta dal segretario Pd
Piero de Nicolo
, presente in aula, ad
Annalisa Altomare
nel corso dell’incontro di presentazione della Conferenza programmatica (“Al momento non ci è pervenuta nessuna comunicazione ufficiale, né da lei, né dal dott. De Pinto. Staremo a vedere. Spero che Annalisa cambi idea e decida di ritesserarsi.
Noi l'accoglieremo a braccia aperte
”) sembra preannunciare una marcia indietro della consigliera Altomare nel partito e in maggioranza a sostegno della Natalicchio.
Eppure le sue parole erano state dure: “Oggi scegliamo una strada rigorosa, non faremo i soldatini di nessuno…una massaia avrebbe fatto meglio”. Come spiegherà il suo ritorno tra i ranghi del partito, anch’esso pesantemente criticato a livello locale? Dubbi anche sulla capacità del segretario cittadino Piero de Nicolo di gestire la situazione, visto che aveva dichiarato solo qualche giorno fa: “Il partito è fuori dalla fase emergenziale iniziata a maggio”. Adesso per non perdere pezzi pare sia disposto a tutto anche a dimettersi (sono bastati sei mesi a non reggere più la pressione e la responsabilità di fare il segretario?) in anticipo, sulle anticipate dimissioni di fine anno per concedere spazio ad
Annalisa Altomare
e
Lillino Di Gioia
. I pontieri sono al lavoro e falchi e colombe si aggirano tra via Margherita e lo Sporting, sede della DC cittadina. La prossima puntata sarà lunedì in aula, perché anche tra le altre forze di maggioranza si respira un certo nervosismo. © Riproduzione riservata
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Ulissess
16 Novembre 2015 alle ore 19:20:00
Da quel dì lontano, nessuna donna si ritessera, e mi riferisco all'unica donna del ritesseramento: PENELOPE, donna di altro stampo. Storica la PENELOPE: ritesserava di giorno, stesserava di notte, un lavoro non facile, una grande massaia e niente a che fare con la politica.
Rispondi
Serafinom Tuttofino
15 Novembre 2015 alle ore 19:10:00
Allora non è cambiato niente? Che razza di "cambiamento democratico" si vuol fare......la solita vecchia storia italica gattopardiana: cambiare tutto per non cambiare niente.
Rispondi
Tommaso gaudio
15 Novembre 2015 alle ore 16:50:00
Quanta 'miseria' in queste oziose ed inconcludenti riunioni! In special mood in question dramatici momenti Della storia!. Ma cosi e'. Ha ratione da venders la sig.ra Maria!
Rispondi
Rosy Deryveter
15 Novembre 2015 alle ore 11:36:00
Condivido il pensiero di Maria la "O". Le massaie? Se non ci fossero dovremmo inventarle. Molte donne in politica dovrebbero imparare a fare le massaie e starsene a casa, sarebbero molto più utili alla società, specie in questa nostra società confusionaria.
Rispondi
Maria la "O"
14 Novembre 2015 alle ore 14:24:00
…una massaia avrebbe fatto meglio”. Si spieghi meglio la sig. Altomare, cosa intende dire con questo. Una buona massaia - sul piano etico e professionale - vale molto più di una politicante "nulla-concludente".
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