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Molfetta, la colonia felina infetta di Piazza Amente e la verità di un lettore che scrive a "Quindici"
04 agosto 2013

 MOLFETTA - Tiene banco la vicenda dei gatti di piazza Amente e della situazione precaria dal punto di vista igienico-sanitario sanata dagli operatori ecologici in una colonia felina puzzolente e piena di escrementi. 

Finalmente, dopo anni di incuria (occorre fare manutenzione, non basta fare spendere denaro pubblico come ha fatto finora l'ex sindaco Antonio Azzollini e poi abbandonare all'incuria: questo è spreco di denaro pubblico, del quale lui dovrebbe rispondere alla Corte dei Conti, per l'uso scriteriato dei soldi dei cittadini), la zona è stat recintata, per impedire la proliferazione dei felini e disinfettare il tutto.
Eppure ci sono sempre le solite gettare che protestano. A loro risponde una signora abitante della zona, con alcune considerazioni che "Quindici" condivide, nella speranza che la nuova amministrazione Natalicchio voglia bonificare definitivamente piazza Amente, restituendo la alla fruibilità dei cittadini.
Eccola la lettera inviata a "Quindici", da sempre portavoce della città e della società civile. Il dibattito è aperto.
"Egregio direttore, le scrivo per smentire l'articolo riguardante ciò che è accaduto in piazza Amente. Deve sapere signor direttore che come più volte segnalato, via Forno sembra, o meglio? Sembrava esser diventata una discarica legalizzata a centro aperto, col benestare degli operatori ecologici che guardavano e. . . Preferivano pulire altro.
 Dopo la pubblicazione delle foto di via Forno, devo onestamente dire che la situazione è migliorata. L'operatore passa quotidianamente. Per ciò che invece attiene la questione dei gatti . . Beh . . Ho molto da dirle. Dunque. 
La signora menzionata nell'articolo è da anni ed anni che incessantemente abbuffa i gatti dalle 4 alle 5 volte al giorno. E pur vero anche che pulisce laddove lascia i piatti, ma il problema è un altro. Gli escrementi. La signora apre la finestra la mattina e respira aria pulita, chi risiede in via Forno, invece, esercizio commerciale incluso, deve ahimè respirare 24h su 24h questo continuo odore di feci, colombi morti, gatti che per un fortuito ciclo di vita muoiono, topi, scarafaggi . . 
Aggiungiamo anche il rigurgito che alcune volte i felini ci regalano. Le sembra quindi avere una strada molfettese (perché forse qualcuno dimentica ma quella è una comune strada molfettese) in quel totale stato di degrado facendo una pessima figura con turisti e non? Su ordinanza del sindaco, che ringrazio sentitamente, un'impresa ha affisso dei pannelli di lamiera per bloccare fino all'ultimo millimetro ogni possibile accesso da quelle porte. La signora è scesa giù accusando quasi di star a murar vivi i gatti. Così i due signori dell'impresa si sono offerti di aprire le porte per poter far entrare la la signora e far in modo che uscisse i gatti. 
Beh la signora si è categoricamente rifiutata perché è ben a conoscenza di ciò che si trova oltre quelle porte, visto che aveva intenzione di raccogliere delle firme per far in modo che quelle stesse porte venissero chiuse. 
Ma una volta tanto che dopo diecimila anni viene preso un provvedimento del genere (che tra l'altro é provvisorio visto che dovrà esser messo tutto in regola con tufo e annessa pulizia e disinfestazione), si fa baldoria a discapito degli esseri umani. 
Amo molto gli animali. Sopratutto i felini. Sono la mia passione. Ma certe situazioni sono insostenibili. 
Come ha commentato un lettore, c'è un vero e proprio allevamento a cielo aperto. La signora se li portasse a casa. Sono tutti bravi a parlare ma a non far mettere piede o in questo caso zampa in casa".
 
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