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Molfetta, l'autogol del Pdl. Mancini critica il Pd sull'abbandono di Pino de Candia, ma ne ufficializza il passaggio al Pdl
08 giugno 2011

MOLFETTA - La tentazione di intervenire anche nelle vicende interne degli altri partiti è sempre forte nel Pdl, che però, non accetta che si commentino quelle proprie.
Insomma, Silvio Berlusconi ormai in fase discendente (e molti dei suoi sono pronti a scaricarlo alla prossima scivolata), ha fatto scuola e il berlusconismo è entrato nella testa oltre che nella pancia dei suoi fedeli, dal centro alla periferia.

Fra questi ultimi è da annoverare sicuramente il segretario del Pdl di Molfetta, Pasquale Mancini (foto), che ha diffuso un comunicato stampa per salutare Antonio Andriani consigliere comunale uscente, il quale ha dato le dimissioni sembra per motivi personali e dare il benvenuto a Pasquale Panunzio, un veterano, come lo chiamo lui, della massima assise cittadina.
Mancini, però, non si limita a questo e non sa resistere alla tentazione di fare le differenze fra il Pdl e il Pd.
Insomma, dopo la sonora batosta ricevuta a Milano e a Napoli e in tutta Italia nelle ultime amministrative che hanno sancito il declino inarrestabile del capo Berlusconi e del suo partito personale, il Pdl, i comunicatori del Popolo della libertà sono sempre lì a giudicare gli altri, ma mai a fare un esame di coscienza sui guasti combinati all’Italia e a Molfetta in questi anni di malgoverno.
 
Ecco cosa scrive Pasquale Mancini nel comunicato stampa che intitola: “Differenze...”:
 
«Diamo il benvenuto al “veterano” Pasquale Panunzio in Consiglio Comunale e ringraziamo Antonio Andriani per la presenza assidua, l’attenzione minuziosa e la puntualità degli interventi con cui ha contribuito alle fasi di preparazione e studio dei Consigli Comunali in questi anni.
Lo ringraziamo anche per la linearità e la chiarezza con cui ha dissipato ogni voce maliziosa, e per quanto vorrà ancora fare all’interno del PdL, che resterà sempre casa sua.
Noi facciamo così…anche quando un consigliere si dimette.
Non possiamo fare a meno di notare, al contrario, il livore con cui il Pd ha accolto le dimissioni dal proprio gruppo consiliare dell’amico Pino de Candia cui non posso non esprimere solidarietà anche personale.
Conosco Pinuccio da un trentennio e tutto gli si può dire tranne che non conosca la... buona educazione: è un professionista stimato, gode della fiducia di amici e clienti... insomma è una gran persona per bene.
Un moderato – da sempre – espressione di centro, che non ha evidentemente condiviso sia la virata estremista del Pd che il livore e l’aggressività che da qualche tempo caratterizzano quell’area politica.
Due storie: Antonio, un giovane cui piace essere preparato e poter dire la sua, come a tutti i giovani che fanno politica nel nostro partito, e Pino, un uomo di centro innamorato della politica cui auguriamo di poter fare sempre meglio per la nostra Città. In qualunque schieramento politico».
 
Che dire, al di là della sconvenienza a ficcare il naso nelle vicende altrui? Qual è il messaggio politico che, ingenuamente (?) lancia Mancini? Se il futuro passaggio di Pino de Candia alla maggioranza di centrodestra era solo un’ipotesi (anche se De Candia ha già votato a favore di alcuni provvedimenti del Pdl in consiglio), ora il segretario del Pdl lo ha ufficializzato, in pratica dando ragione alle critiche del Pd per il comportamento di De Candia.
Un vero e proprio autogol politico.
© Riproduzione riservata

Autore: F.d.S.
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Ecco come fa... “uno che ha abbracciato certe ecc., ecc..” Nei tempi andati una certa Cama Leonte si innamorò di tale porco Spino. Ma per amarsi bisogna essere in due. Ora Cama Leonte certamente amava Porco Spino; ma quest'ultimo altrettanto certamente non amava Cama Leonte. La povera Cama appena vedeva Porco che se ne andava pacificamente per un prato brucando i cardi selvatici, si precipitava e cosa trovava? Tra i cardi irti di spine, una palla anch'essa irta di spine. Cama, che per quella palla ci stravedeva, allora singhiozzava: “Porco, Porco mio bello, stenditi, apriti, comunica. Te ne prego, te ne supplico, comunica, apriti, stenditi.” Si, fatica sprecata. Porco Spino che aveva paura del matrimonio, non rispondeva e tanto meno smetteva di fare la palla. Allora la povera Cama se ne andava sconsolata, dicendo tra sè e sè : Tante spine e niente coraggio!” Basta, andò a finire che Cama Leonte, decisa a spuntarla con Porco Spino, andò a trovare O. Racolo, uno stregone vecchio bacucco, molto irascibile e di poche parole, che viveva in fondo ad un bosco, dentro una grotta. O. Racolo, sentito il caso, disse subito, con la sua voce cavernosa: “Cama, Cama t'ama, non t'ama”. Cama Leonte domandò: “Che vuol dire?” E O. Racolo: “Alla margherita strappa le foglie al Porco Spino strappa le spine.” In poche parole, il rimedio suggerito da O. Racolo era quello di avvicinarsi a Porco Spino nel momento che faceva la palla, strappargli le spine ripetendo: “M'ama, non m'ama, m'ama, non m'ama.” Così fece Cama Leonte ma, alla fine, quando il Porco Spino rimase senza le spine, vedendo quella palla nuda, Cama Leonte disse: “Non l'amo più, senza spine non è più lui. Non l'amo più.” Non volle più sposarlo, allora O. Racolo lo punì. “D'ora in poi, dovunque ti poserai, prenderai il colore della cosa sulla quale ti posi, affinchè tutti sappiano che sei una banderuola e cambi idea facilmente e non sei capace di amare nessuno perché via via puoi amare tutti.” Così dicendo, prese la rincorsa e diede un calcio nel sedere di Cama Leonte, scagliandola nel cielo. ( A. Moravia – Storie Della Preistoria). La storia continua, ma fermiamoci qui. Come dice il proverbio: “Meglio una formica oggi che un formicaio domani, ma meglio un formicaio domani che le bacche e le radici oggi.”




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